A tu per tu con Stella Bright

Stella Bright è lo pseudonimo usato da un’autrice genovese amante delle storie romantiche che mischiano amore, sport e location anglosassoni. In questo caso ha trattato uno sport che le piace molto e che fornisce eroi decisamente irresistibili: il rugby.

 

Editore: Triskell
Serie: Cardiffs Rugby
Pagine: 165
Prezzo: 3.99 €
Acquistalo subitoIl tuo cuore blindato (Cardiffs Rugby Vol. 2)

Lawrence Hall è un giovane atleta, spensierato, solare, un tipo che piace alle donne. Eccome! Secondo suo fratello Kian, però, Law è anche una gran zoccola. Pazienza, lui se ne è fatto una ragione, fino a quando Viktoria McLeod non incrocia la sua strada. Lei è l’antitesi del suo modello femminile. Di più, lei non è assolutamente interessata a un qualsiasi legame amoroso, men che meno con un rugbyman.
Per qualcuno sarà estremamente facile redimersi, qualcun altro dovrà fare i conti con se stesso e scegliere. Una strana coppia, eppure…

 

Benvenuta Stella nella nostra piccola Stamberga, è davvero un piacere conoscerti e conoscere meglio il secondo volume della tua serie sport romance!

 

  • Come è nata l’idea di Il tuo cuore blindato

“Il tuo cuore blindato” è il secondo della Serie Cardiffs Rugby, me ne venne l’idea mentre terminavo il primo: mi ero così divertita a scriverlo che doveva essercene un altro! Kian Hall, fratello del protagonista Lawrence Hall, è già presente nel primo della serie, allora mi sono detta: e se avesse un fratello ingaggiato in squadra in un secondo tempo? Se, come in “Perché proprio a me” Kian mettesse lo zampino per fare un’altra volta da Cupido, un fratello belloccio che collezionasse brutte figure in fase di innamoramento? Non chiedetemi perché ho ragionato in questo modo, mi è venuto e basta.

 

  • C’è un episodio della tua storia che ti si è delineato prima del resto?

Domanda imbarazzante, mi scappa da ridere: l’episodio della ceretta a Lawrence! Giuro che sghignazzavo mentre me la immaginavo.

 

  • C’è qualche curiosità che non hai scritto nel romanzo e vuoi condividere con i tuoi lettori?

Non so se si può definire curiosità, ma Kian – personaggio già presente dal primo della serie – qui assume toni più definiti. Non ho scritto nulla di esplicito, ma è chiaro che sarà lui il protagonista del terzo libro; romanzo già fatto e finito e in mano alla Triskell in attesa di essere pubblicato. Per il resto spargo tanti semini quando descrivo le partite di rugby, sperando di suscitare nelle mie lettrici il desiderio di approfondire la conoscenza di questo splendido sport.

 

  • A quale dei tuoi personaggi sei più legata?

Sono molto legata a quel ragazzone alto, grosso, biondo e bello, quell’atleta solare che non si fa problemi a mostrarsi come un libro aperto, così come non si fa problemi a buttarsi nel mucchio sul campo di rugby, perché quello è il gioco e quella è la vita. Ovviamente sto parlando di Lawrence Hall.

 

  • Ti rispecchi in qualcuno in particolare?

In Viktoria McLeod. Una parte di me ne possiede la medesima scontrosità, la chiusura, la riservatezza, la stoicità nell’affrontare i problemi, come lei non sono una donna propensa a lasciarsi andare nelle faccende di cuore.

 

  • Descrivici Vik ed Lawrence con tre aggettivi

Tre per ognuno eh! Vik: realista, scontrosa, forte. Lawrence: solare, trasparente, sincero.

 

  • Cosa è stato a far cambiare radicalmente idea a Lawrence nei confronti delle sue scappatelle?

Soprattutto il cominciare a rendersi conto – con l’input di Kian – che in realtà lui non è il “conquistatore” bensì il “conquistato” e, oltretutto, un “facile conquistato”, un trofeo, un oggetto. Lawrence non cade certo in depressione per questi pensieri, non è questo il contesto, lui affronta il problema senza troppi patemi d’animo, con molta naturalezza e ovvietà. In questa nuova fase della sua vita, dove le certezze di sempre cominciano a fare acqua da tutte le parti che fa breccia la presenza di Viktoria (opposto del suo modello di donna). Attenzione, non è lei che gli fa cambiare idea, se Lawrence non si fosse già messo in discussione lei sarebbe passata inosservata.

 

  • È stata solo la delusione d’amore ha spingere Viktoria ad abbandonare Edimburgo e la passione per il rugby?

Ovviamente la delusione amorosa ha influito molto sulle sue scelte, come nel rendere più spigoloso il suo carattere. Viktoria era molto giovane allora, andarsene dalla sua città natale è stato un modo per lasciarsi tutto alle spalle per costruire da sola la propria vita.

 

  • Cosa significa per te il rugby?

La prima volta che ho visto una partita di rugby ho avuto la netta impressione che là, sul quel campo d’erba si svolgesse una danza perfetta e suggestiva interpretata da splendidi ballerini con il corpo da gladiatori: portatori di palla in avanzamento, pallone indietro sembra un gioco contro le regole eppure il tutto si svolge in un’armonia perfetta. Perché mi piace il rugby? Cosa vedo al di là delle regole che lo annoverano come uno dei giochi di squadra più complessi? Secondo me il segreto sta proprio in queste parole: gioco di squadra. Perché il rugby cattura quasi in egual misura uomini e donne incollandogli gli occhi ed il cuore a quel campo d’erba dove trenta scalmanati si danno un gran d’affare per mantenere il possesso di una palla fatta male? Il rugby è un gioco tribale. Risveglia ed esprime concetti antichi quanto l’uomo.  Il forte senso di appartenenza ad un gruppo lanciato verso un unico obiettivo in cui il singolo individuo può esprimere al meglio le proprie capacità a favore della collettività. Un territorio da difendere ed uno da conquistare. Un oggetto, un concetto – la palla – da mantenere vivo, da portare avanti oltre la linea di meta, come un sogno da realizzare andando al di là dei propri limiti. Mi piace perché rispecchia le pulsioni che stanno alla base del nostro “essere umani”, ne risveglia la parte più positiva. Ancora una cosa, poi concludo questo mio osannare anche se andrei avanti all’infinito. Sugli spalti nessuno che si picchia, che si insulta, i tifosi si mischiano gli uni con gli altri e bevono insieme; in campo energumeni che se le danno di santa ragione, ma che – quando l’arbitro li riprende – sembrano tanti scolaretti. Mettiamoci anche un referee gay amato e rispettato da giocatori e tifosi… cose dell’altro mondo.

 

  • Come mai hai scelto di rappresentare con la tua storia il Cardiff?

Mi piace il campionato inglese di rugby, mi piace come giocano e per le nazionali tifo Scozia. In Galles il rugby è una religione, servito a colazione pranzo e cena, basta guardare come cantano l’inno in caso di match internazionali; così ho deciso di ambientare le mie storie proprio lì, scegliendo la capitale gallese come punto di riferimento e inventandomi il nome di una squadra: i Cardiffs Rugby appunto.

 

  • Quale messaggio vorresti arrivasse ai tuoi lettori?

La Serie Cardiffs Rugby è per me un modo per fare proselitismo. Prima di intraprendere la scrittura di storie romanzate, scrivevo per due blog sportivi di rugby, avevo due rubriche per pubblicare articoli inerenti il mondo rugbystico; un passatempo impegnativo perché dovevo stare dietro a tutto ciò che succedeva, soprattutto all’estero, dove questo sport è molto seguito e quotato. Poi mi sono detta: perché non fare che il rugby sia l’ambientazione di storie romantiche e divertenti? In quel periodo, come lettrice, mi ero appena avvicinata al romance e ho pensato che fosse il terreno ideale: storie romantiche e divertenti per far conoscere lo sport che amo a donne che amano il romance.

 

  • Cosa significa per te scrivere?

La realizzazione del sogno di una vita. Una medicina che mi ha aiutato a uscire da un periodo buio. Un angolino tutto mio.

 

  • Hai qualche consiglio per chi volesse intraprendere questa avventura?

Leggere, leggere, leggere, vari generi. Essere umili, accettare le critiche, imparare dai grandi scrittori. Non si è scrittori solo perché si riesce a pubblicare qualcosa, diventarlo è un lavoro lungo, impegnativo e ci vuole talento, la meta può essere lontana e spesso irraggiungibile. Io credo che gli Scrittori, quelli con la S maiuscola, sono altri e sappiamo bene chi siano; quelli come noi che hanno avuto la fortuna di pubblicare, di realizzare un sogno, siamo quelli con la “s” minuscola. Va benissimo così, dobbiamo esserne felici.

 

  • Quali difficoltà hai affrontato nel mondo dell’editoria?

Preciso che attualmente sto molto bene con la Casa Editrice che mi pubblica, la Triskell Edizione. Detto ciò ed escludendo questa, il mondo dell’editoria è un mondo di squali che possono farti a pezzi, bisogna stare attenti e non abboccare al primo amo che ci alletta, può far male – in tutti i sensi – quindi piedi di piombo e sensi all’erta! Lo dico per esperienza diretta

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il terzo dei Cardiffs Rugby è già in mano alla CE, il quarto è in bozza, e sarà l’ultimo della Serie. Ho già buttato giù qualche idea per qualcosa di molto diverso, cioè non sport romance, né urban fantasy (recentemente pubblicato sempre con la Triskell), tutte storie dove il lato comico e divertente è comunque molto spiccato. Un romance dispotico. Purtroppo il tempo per scrivere è veramente poco, ma vorrei proprio realizzare questi due progetti.

 

Grazie per la tua disponibilità e simpatia!

 

May the Force be with you!
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