BLOGTOUR: La migliore delle vite di David De Juan Marcos – Introduzione al romanzo

Benvenuti alla prima tappa del blogtour dedicato al romanzo “La migliore delle vite” di David De Juan Marcos. Sono qui per presentarvi il libro in uscita proprio oggi, giovedì 6 aprile.

IL ROMANZO

Prezzo: € 18,00

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È autunno quando Nicolás arriva a Cambridge dalla Spagna, e subito avverte qualcosa di magico e inafferrabile, un legame speciale con una città che è come una tavolozza di vetro e pietra, un arcobaleno velato. Conosce Pierre per caso, una domenica mattina, mentre corre tra alberi artritici avvolti in una nebbia azzurrina. Diventano amici. Ed è proprio Pierre a presentargli Lei, una ragazza danese inquietante e bellissima, circondata da un alone di mistero che ne accresce il fascino e rende quasi impossibile starle lontano. Quello che unisce i tre giovani è un rapporto profondo e superficiale al tempo stesso, fatto di segreti svelati a metà, di speranze condivise e di ferite che tuttavia non tolgono loro l’entusiasmo e la voglia di cambiare il mondo.

In un viaggio emozionale ed emozionante tra Cambridge, Roma e Amsterdam, Lei, Nico e Pierre si lasceranno e si ritroveranno, portando alla luce segreti che cambieranno la loro vita e li costringeranno a riflettere su chi sono e chi vogliono essere.

Con il suo stile lirico ed evocativo, David de Juan Marcos esplora il dolore di essere separati dalla persona amata, la forza ineluttabile della maternità e la complessità delle relazioni familiari in quella che in fondo altro non è che una straordinaria celebrazione della vita stessa.

Introduzione al romanzo

Sbarca nelle nostre librerie il nuovo romanzo di David De Juan Marcos, autore spagnolo, che ha ottenuto vari premi e riconoscimenti. Il suo primo romanzo “El baile de las lagartijas”, il cui titolo può essere tradotto in italiano con “Il ballo delle lucertole” gli ha permesso di essere paragonato a grandi nomi della letteratura come Gabriel Garcìa Marquez o Isabel Allende.

Nell’intervista rilasciata a Libraio l’autore spiega come cerchi di distanziarsi dai modelli che lo hanno influenzato durante il suo percorso di scrittura. Infatti cerca in tutti i modi di sfuggire a qualsiasi ettichetta gli venga attribuita perchè altrimenti perderebbe d’interesse.

Dunque la domanda nasce spontanea, cosa lo avrà spinto a scrivere questo libro?

L’idea era quella di scrivere un romanzo sulla sua generazione e sulle circostanze che ha condiviso con il resto dei giovani europei. Ai giovani viene sempre rinfacciato di non aver mai dovuto lottare per ciò che hanno, il fatto di non aver dovuto le tragiche difficoltà dei loro genitori o dei loro nonni, di aver avuto la vita “facile” ha compromesso il giudizio hanno sulle nuove generazioni.

“Ci hanno sempre accusato di aver avuto tutto. In fin dei conti non avevamo vissuto la guerra, le carestie o grandi minacce verso la nostra libertà, e per questo non avevamo il diritto di lamentarci, di protestare, di comportarci da immaturi o di prendere decisioni.

La povertà era quella dei genitori e dei nonni. E forse è vero, ma è anche vero che ci hanno raccontato molte bugie su dove era possibile indirizzare i privilegi concessi: devi scegliere un corso di laurea che ti permetta di avere un futuro dignitoso e stabile, comprarti una casa il prima possibile perché è un investimento, non rischiare quello che hai. Ma noi magari volevamo altre cose. Nessuno ce l’ha mai chiesto. E quando abbiamo avuto l’età per farlo era ormai troppo tardi.”

Hai voluto la bicicleta, ora pedala. Vivere comporta sacrifici e non di quelli semplici. Solo sacrifici pesanti, imponenti, claustrofobici. Ci sarà sempre qualcuno che ti farà credere che sia facile raggiungere la vetta, peccato che nella prefazione dei libri nessuno scriva mai quanto sia dura la scalata.

“Alla fine queste bugie si possono riassumere in una sola: se ti sforzi, se fai dei sacrifici, otterrai quello che vuoi. Ciò dà adito a diverse letture spaventose. La prima lascia intendere che se fallisci è perché non ti sei sforzato abbastanza, magari non ti interessava o semplicemente non vali. La conseguenza è che il fallimento, inteso come non ottenere un determinato obiettivo (che può anche non essere il tuo), diventa un umiliante motivo di imbarazzo. Bisogna ignorare il fallimento. Non serve. Ti può portare a gettare la spugna, o peggio ancora, a non essere contento di cosa fai perché non sarai mai il migliore.”

È ciò che accade sempre ai protagonisti dei libri, spesso abbandonano la speranza a causa dei loro ripetuti fallimenti perchè, come abbiamo detto, ogni scalata richiede i suoi sacrifici.

“Qualcosa del genere accade ai protagonisti. Hanno avuto tutto: istruzione superiore, hanno studiato le lingue, nessuna difficoltà economica e così via. Sembrano esserne consapevoli eppure non trovano il loro posto, la loro strada. Ad alcuni manca l’ambizione, altri devono sopportare i pesanti fardelli che i genitori hanno caricato sulle loro spalle.”

Il protagonista non può essere un fannullone e arriva un momento in cui si rende conto delle sue fatiche e realizza che ha fatto tanto e può fare ancora di più. E questo il momento in cui si rialza e prende le redini della sua vita, nonostante tutti gli ostacoli che dovrà affrontare lungo il percorso.

“Per fortuna, ed è questa la ragione per sedersi e scrivere, i protagonisti del romanzo non si arrendono, come non lo fa la maggior parte dei giovani. Tutti, a un certo punto, trovano la forza di battere il pugno sul tavolo ed essere fedeli alle promesse fatte a se stessi. Anche se, ovviamente, questo comporta conseguenze e non rende più leggero il peso dell’esistenza.”

 

Per ora è tutto, vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour e vi consiglio di aggiungere alle vostre wishlist il romanzo.

 

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