BLOGTOUR: La ragazza delle ciliegie di Laura Madeleine – Playlist ed estratti

Benvenuti alla quarta tappa del blogtour dedicata al romanzo “La ragazza delle ciliegie” di Laura Madeleine, uscito il 20 giugno per Piemme.
Grazie a Carlo di The Room Tales per i banner dei blogtour.

IL ROMANZO

Prezzo: € 18,50

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Inghilterra, 1919. La guerra è finita da poco, ma la sua fine non sembra aver portato la pace nel cuore della giovane Emeline Vane. In quell’anno, infatti, Emeline, diciannove anni e volontà di ferro, scompare, lasciandosi dietro il fratellino per cui pure provava un amore sconfinato. Cinquant’anni dopo, Bill Perch è un giovane avvocato a cui viene chiesto di provare legalmente la morte della signora Emeline Vane, unico modo perché i suoi due nipoti possano finalmente ereditare la tenuta nel Norfolk appartenuta alla zia. È così che Bill parte per Hallerton; lì, si ritrova tra le mani le pagine sottili e consunte di un vecchio diario, quello che la ragazza aveva scritto prima della sua scomparsa. Una storia che spezza il cuore, tanto che il giovane avvocato decide di scoprire tutta la verità sulla vita di Emeline, invece di limitarsi a cercare prove della sua morte. La sua ricerca lo condurrà al sud, nella Francia meridionale, in un incantevole paesino dei Pirenei, Cerbère. Scoprirà che lì, nel posto dove crescono le ciliegie, Emeline aveva ritrovato la voglia di assaggiare la vita e viverla fino in fondo…
Un delizioso romanzo che unisce amore, nostalgia, cucina e voglia di fuga, in una storia che intreccia mirabilmente presente e passato, e riesce a farci sognare a occhi aperti.

Playlist ed Estratti

Oggi vi delizierò con alcuni estratti del libro, accompagnati ad alcuni brani che mi hanno ispirato la lettura di questo capolavoro di Laura Madeleine.

Era il suo nascondiglio, ho compreso allora, in una città troppo piccola per i segreti. Volevo chiedergli perché, ma lui mi ha sorriso, mi ha posato le mani sulle spalle e mi ha fatto voltare. Il vento trasportava il fumo del falò fin lassù. Ho inspirato profondamente e ho chiuso gli occhi per cogliere gli altri odori: il carbone dalla ferrovia e il catrame dalle barche, il forte afrore delle squame dei pesci lasciati a seccare sulle reti e nelle nasse. Sentivo l’odore della pietra scaldata al sole, delle erbe selvatiche, del mirto e degli ulivi sulle colline.”

Sento l’odore del vetro ghiacciato della finestra, allentato nella cornice. Una volta, in inverno, io e Timothy avevamo leccato i cristalli di ghiaccio sui vetri. Ricordo il sapore amaro sulla lingua. Quanti anni fa è stato? Freddie e Albie erano a casa perciò doveva essere Natale. Quel ricordo ha il retrogusto dei chiodi di garofano. Se eravamo nello studio, allora papà era già morto.

A quei tempi lo studio era un luogo ricco di misteri, unmicrocosmo adulto di libri mastri rilegati in cuoio con righe e righe di numeri e abbreviazioni che erano incomprensibili come una lingua straniera. Ma adesso mi appartengono e dovrò imparare a decifrarli.

 

 

Il fuoco del camino ha crepitato e si è spento, soffocando nel fumo. Ho afferrato subito l’attizzatoio cercando di ria-nimare una fiammella dalla poca brace che però è rotolatainerte in un mare di cenere. Durrant si è inginocchiato almio fianco e mi ha tolto l’attizzatoio dalla mano. Profumava di acqua di Colonia e di un qualche unguento. […]

Ho sentito affiorare una lacrima bruciante, ma non volevo che mi vedesse. Perciò ho sollevato il bicchiere e ho bevuto quel liquore invecchiato.

 

 

Ricordo il giorno in cui è stata scattata. Era il Giorno delle More, come lo chiamavamo io e i miei fratelli. Timothy non era ancora nato, perciò dovevo avere otto o nove anni. Era una di quelle rare domeniche rubate in cui i miei fratelli tornavano dal collegio e avevamo il permesso di giocare tutti e tre insieme; quando lasciavamo ogni dovere e ogni senso della decenza nell’armadio delle scope insieme agli stivali sporchi e correvamo liberi.

Era autunno, faceva freddo e ogni mattino, prima che il sole la dissipasse, il giardino era avvolto dalla bruma. Ricordo i miei fratelli nel corridoio in penombra fuori dalla cucina, gli occhi scintillanti, la sciarpa annodata intorno al collo. Freddie con le guance paffute di bambino, Albie impacciato e alto come un airone, la voce che iniziava a cambiare di tonalità.

Mi sono fermata di colpo. Il ricordo aveva preso il sopravvento… e l’ho scacciato dalla mente. Il sentiero era deserto e più avanti si stendeva la palude salmastra. L’acqua, addensata dal freddo, si increspava come mercurio tra le canne intrappolate dal fango. Sentivo uno strano odoredi putredine provenire da dove l’acqua salata si mischiava a quella dolce.

Ho scorto il sentiero che conduceva al paese. Sapevo che zio Andrew mi aspettava là, nello studio di Durrant insieme al magistrato del posto, in attesa di ufficializzare ciò che il legale mi aveva confidato davanti al camino.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia de “La ragazza delle ciliegie”
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

 

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