BLOGTOUR: Le sopravvissute. Final girls di Riley Sager – Focus on: Amnesia

Benvenuti alla penultima tappa del blogtour dedicata al romanzo “Final Girls” di Riley Sager, edito Giunti. Siere pronti a parlare di amnesia?

IL ROMANZO

Acquistalo subito: Final Girls: Le sopravvissute

Un gruppo di adolescenti, un weekend in un cottage nel bosco per festeggiare il compleanno di Janelle, ma in men che non si dica, la festa si trasforma in un film dell’orrore: un uomo fa irruzione e ammazza tutti i presenti, tranne una ragazza che riesce miracolosamente a fuggire. Sono passati dieci anni dal massacro di Pine Cottage, e Quincy Carpenter soffre ancora di amnesie legate a quella tragedia.

Per i media internazionali, Quincy è una “final girl”, una sopravvissuta, insieme a Lisa e Samantha, sfuggite anche loro a due sanguinosi massacri. Le tre ragazze non si sono mai incontrate, anche se per un periodo si sono scritte per sostenersi a vicenda. Ma quando Quincy riceve la notizia che Lisa si è tolta la vita non prima di aver cercato di contattarla con urgenza, la ragazza ripiomba nell’incubo…

Let’s talk about “Final Girls”

“In che consiste la vita all’interno di questa frazione di secondo in cui hai il raro privilegio di non avere identità?”

In occasione del blogtour dedicato al romanzo “Final Girls” di Riley Sager tratteremo un’argomento specifico. Questa è una tappa che si ispira al libro della Sager, di cui sopra trovate la trama. Parliamo di amnesia, di quel fenomeno in grado di offuscare le menti.

Sono passati dieci anni dal massacro di Pine Cottage e Quincy Carpenter, la “final girl”, soffre ancora di amnesie, periodi di completo blackout in cui non è in grado di fornire un resoconto dettagliato sulle vicende accadute a quella festa. Quello che è certo è che il compleanno di Janelle si è trasformato in un vero e proprio incubo, privandola della sua identità, tant’è che come tenta di ricordare finisce per sentirsi male. Ma che cos’è l’amnesia? E a cosa è dovuta? Prima di rispondere a queste domande, andiamo per gradi.

“È vicina a una strada? Lo spera con tutto il cuore. Insieme alla memoria ha perso anche il senso dell’orientamento.”

L’amnesia è un disturbo della memoria a lungo termine legata ad un serie di episodio specifichi che hanno portato quella persona a non poter ricordare eventi della loro vita recenti o nel peggiore dei casi remoti. Le cause che possono portare a questo genere di disturbo si riscontrano in seguito ad una lesione cerebrale o un trauma psicologico.

Nel caso della nostra Quincy la sua è una sorta di amnesia lacunare, ovvero una perdita di memoria che interessa uno specifico periodo di tempo. È un sistema di autodifesa per proteggersi da ricordi dolorosi e violenti che l’hanno paralizzata quella sera. In questo caso, è difficile riuscire ad avere un responso positivo subito, deve essere graduale e seguito da uno specialista che possa guidare Quincy affinchè riporti a galla ciò che crede perduto.

“Tutto deve essere scoperto, tutto deve essere dimenticato.”

 Nella nostra cultura l’amnesia è un affascinante exploit narrativo, basti pensare al film “Memento” di Christopher Nolan, nel quale il protagonista Leonard Shelby è affetto da amnesia anterograda, ovvero è limitato ad acquisire e memorizzare nuove informazioni, che verranno rimosse appena si addormenta. L’unico modo che ha per ricordare ciò che ha imparato e vissuto, dopo il momento da cui partono i suoi ricordi è tatuarsi degli indizi addosso. Il titolo del film “Memento” significa infatti “Ricorda” e anticipa lo spettatore su cosa si baserà il film, anche se guardandolo si rivelerà essere tutta un’altra cosa. Dal punto di vista di Nolan questo genere di disturbo è angosciante e simile ad una tortura. Leonard sa che qualcosa non quadra, ma non capisce mai cosa sia ed è in questo stato, in questa sorta di limbo che continua a rivivere sempre la stessa giornata.
Altro esempio calzante è “50 volte il primo bacio”, indimenticabile film drammatico, che descrive appieno la condizione di amnesia. La protagonista è imprigionata nella stessa identica giornata, dove viene allestito un teatrino dalla sua famiglia per non farle capire che c’è qualcosa che non va. Se vi ricordate, anche quando si sposa, è costretta a rivedere la sua vita attraverso una videocassetta.
Ma non è l’unico esempio, dal mondo dei telefilm sbarca “Blindspot”, che letteralmente significa “Punto cieco”, in questo caso l’amnesia è indotta volontariamente per rimuovere informazioni, in modo da riuscire ad infiltrarsi nella tana del lupo.
Non ci facciamo mancare nulla, abbiamo anche un chiaro esempio dal mondo dei videogiochi. “Remember Me”, una storia ambientata in una Parigi futuristica in cui la società è assoggettata al SenSen, un chip impiantato nella nuca che immagazzina i ricordi e permette a chi ha la giusta chiave di modificarli, dando la possibilità di distruggere la vita di una persona. Purtroppo ci sono degli effetti collaterali e infatti, dopo un lungo utilizzo, i soggetti impazziscono perdendo tutti i loro ricordi, trasformandosi in essere abietti, violenti e incontrollabili.

“Ricordati di non dimenticare.”

Questi sono solo alcuni esempi di come la memoria viene sfruttata ai fini della narrazione, in tutti i campi. Alcune volte derivano da traumi psicologici infantili mentre altre volte di vere e proprie lesioni cerebrali.

Da qualunque punto di vista le si guardi, vivere in questo stato è estenuante, angosciante, il soggetto è sempre in bilico tra sanità mentale e follia. Molti impazziscono e non accettano la realtà dei fatti, creando veri e propri falsi ricordi che vengono usati come scudo.

Se posso sbilanciarmi, una delle mie più grandi paure è quella di non ricordare, di restare intrappolata dentro a un frammento di vita, senza riuscire ad uscirne, come nel caso di “50 volte il primo bacio”. Non vorrei trovarmi neanche nei panni di Quincy, al solo pensiero mi vengono i brividi. La narrazione della Sager in questo riesce perfettamente, si ha come la sensazione di essere una frequenza anomala dentro le righe, come se da un momento all’altro stia per scoppiare una bomba.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia di “Final Girls”
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

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