BLOGTOUR: The hate U give. Il coraggio della verità di Angie Thomas

Benvenuti alla terza tappa del blogtour dedicata al romanzo “The Hate U Give” di Angie Thomas, edito Giunti.
Oggi parliamo di un tema spinoso: casi di violenza razziale. Siete pronti?

IL ROMANZO

Acquistalo subito: The hate U give. Il coraggio della verità

Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all’uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato. Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C’è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang, e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l’episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C’è una cosa che tutti vogliono sapere: cos’è successo davvero quella notte? Ma l’unica che possa dare una risposta è Starr. Quello che dirà – o non dirà – può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua vita stessa.

Let’s talk about “Cinque casi di violenza razziale”

Il cuore americano ha continuato a sanguinare più e più volte l’anno scorso per via di innumerevoli sparatorie, che hanno visto la polizia premere il grilletto incautamente e senza dare il tempo materiale per agire.

Starr, la protagonista del romanzo, ha visto morire il suo migliore amico davanti ai suoi occhi, per mano della polizia, la stessa che dovrebbe tutelare e proteggere i cittadini e che, come abbiamo avuto modo di sapere, spesso e volentieri agisce d’impulso, finendo per troncare la vita di persone innocenti. In questa tappa parleremo, come vi ho già detto, di quei casi che hanno visto la polizia mettere fine a giovani vite, uomini o donne di colore, servendosi della loro uniforme.

Alton Sterling

Baton Rouge, Louisiana (05/07/16)

A 32 anni Alton Sterling viene ucciso dagli agenti di polizia dopo aver individuato una pistola che aveva addosso, ma l’uomo era ormai stato immobilizzato e nonostante continuasse a dimenarsi non avrebbe mai potuto prendere l’arma e sparare. 

Philando Castile

Falcon Heights, Minnesota (06/07/16)

Un caso noto per il video diffuso sul web è la morte di Philando Castile, un afroamericano di 32 anni. La compagna ha ripreso l’intero accaduto, mostrando un lato ancora più brutale di una nazione sempre più violenta. Un poliziotto aveva fermato la macchina di Castile per un controllo e nel farlo, Philando confessa di avere un’arma estraendola per consegnarla al poliziotto, fu in quel momento che l’ufficiale decide di sparare, dopo avergli esortato più volte a non tirare fuori l’arma.

 

Keith Lamont Scott

Charlotte, North Carolina (20/09/16)

Keith Lamont Scott è stato ucciso il 20 settembre dell’anno scorso, all’età di 43 anni. Questo probabilmente è uno dei casi più famosi e se vi sforzate un po’, vi ricorderete del video della sua compagna che girava su internet nel quale urlava di non sparare poichè era disarmato, ma questo non ha fermato le autorità.

Alfred Olango

El Cajon, California (27/09/16)

Alfred Olango era arrivato negli Stati Uniti all’età di 12 anni insieme alla sua famiglia per fugire al regime cruento del suo paese e costruirsi un futuro migliore in un nuovo paese. Nel settembre dell’anno scorso, all’età di 38 anni, viene sparato ripetutamente dalla polizia nel parcheggio di un supermercato. Sua sorella aveva chiesto aiuto al 911 perché temeva per l’incolumità del fratello, dal momento che era affetto da un disturbo mentale, che gli impediva di ragionare a dovere. Quello che non poteva pensare è quel giorno lo avrebbe perso per sempre.

Reginald Thomas

Pasadena, California (29/09/16)

Reginald Thomas Jr era affetto da un disturbo bipolare, ma da anni lottava contro la sua malattia eppure, alla fine è riuscito a sopraffarlo. È morto durante una colluttazione con la polizia, che ignorando le sue condizioni, lo hanno trattato come un delinquente qualunque, scegliendo la violenza al confronto.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia di “The hate u give”.
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

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