Domino Letterario di Marzo: Le tombe di Atuan di Ursula K. Le Guin

Acquistalo subito: Le tombe di Atuan | Genere: Fantasy | Pagine: 213

“Secondo questa rubrica, viene stilata una classifica di partecipazione. Il primo blogger sceglie un libro qualsiasi e chi lo segue deve scegliere un libro che abbia qualcosa in comune con questo, come, per esempio, copertina, tema, genere, etc..” Questione di libri

Vi rimando al gruppo dell’iniziativa organizzato da Clarissa: Domino Letterario

Le tombe di Atuan di Ursula K. Le Guin

Nel mondo incantato di Terramare, fatto di isole, arcipelaghi e sconfinate distese d’acqua, il giovane Mago Ged prosegue il lungo e avventuroso viaggio che gli ha permesso di conquistare poteri sempre maggiori e di lottare vittoriosamente contro l’Ombra. Il compito che ora lo aspetta è la conquista dell’anello spezzato di Erreth-Akbe, nel lontano deserto di Atuan. Ed è là che incontra Tenar, un’adolescente strappata alla famiglia quando era ancora bambina, per essere consacrata sacerdotessa delle Forze della Terra e custodire le Tombe che celano l’anello, finché Ged non decide di portarla via dall’oscuro labirinto della magia e liberare Tenar dalle tenebre.

Let’s talk about “The Tombs of Atuan”

Ursula Le Guin

È la prima volta che partecipo al Domino Letterario, l’iniziativa che collega i blog attraverso un elemento in comune (autore/autrice, copertina o tema).

La mia tessera di questo mese è il secondo romanzo della Saga di Terramare, Le tombe di Atuan. Ho optato per questo fantasy per poter proseguire il ciclo e ovviamente perchè adoro lo stile di Ursula. Che cos’ha di così speciale? Le Guin racconta solo il necessario senza farcire la storia di inutili digressioni, ogni riferimento è solo funzionale alla storia e non è mai dettato dal caso o per allungare il libro. Questo romanzo ha infatti solo 213 pagine, una lettura che, impegnandosi, può essere portata a termine anche nel giro di una giornata. È il più corto della saga e narra l’incontro di Ged e Tenar, nuovo personaggio essenziale per l’Arcimago.

 

“Alla morte dell’Unica Sacerdotessa delle Tombe di Atuan, le cerimonie della sepoltura e della purificazione vengono compiute entro un mese, secondo il calendario lunare. Poi, alcune sacerdotesse e alcuni custodi del Luogo delle Tombe attraversano il deserto e vanno tra le città e i paesi di Atuan, cercando e interrogando. Cercano la bambina nata la notte della morte della Sacerdotessa. Quando la trovano, attendono e osservano. La bimba dev’essere sana di corpo e di mente, e quando cresce non dev’essere affetta dal rachitismo né dal vaiolo né da altre deformità, e non deve diventare cieca. Se raggiunge l’età di cinque anni ancora perfetta, allora è evidente che la bambina è in verità il nuovo corpo della Sacerdotessa morta. Allora viene dato l’annuncio al re-dio di Awabath, e la bambina viene portata qui nel suo tempio e istruita per un anno. Allo scadere dell’anno viene condotta nella sala del trono, e il suo nome viene restituito a coloro che sono i suoi padroni, i Senza Nome: perché lei è la Senza Nome, la Sacerdotessa Eternamente Rinata.”

 

Tenar disegnata da Aeylis

Tenar è la protagonista indicussa di questo romanzo. All’età di cinque anni viene strappata dalla sua famiglia per vivere con altre bambine nel tempio di Atuan. Secondo la tradizione lei sarebbe a tutti gli effetti la reincarnazione della somma Sacerdotessa, discendente degli dei antichi. Viene chiamata Arha, la divorata, l’unica Sacerdotessa. La bambina non sarebbe altro che un involucro contenente l’anima della sacerdotessa che, in attesa del suo ritorno nel mondo dei vivi, deve custodire le Tombe che celano l’anello spezzato di Erreth-Akbe.

Una Sacerdotessa dei Senza Nome muore e rinasce nella stessa notte. Una Sacerdotessa dei Senza Nome sa quale è il suo destino e con quella consapevolezza cresce attendendo il momento di ritornare al suo Tempio. Una sacerdotessa dei Senza Nome è una divorata e serve i suoi padroni nell’Ombra e solo a lei è concesso di entrare nel labirinto.

L’artefatto è nascosto all’interno del labirinto, nella stanza del tesoro. Circondata soltanto dal buio, coloro che si sono prese cura di Tenar (o Arha, “colei che viene inghiottita”, nella lingua dei Karg) le hanno insegnato ad orientarsi al suo interno, servendosi soltanto del tatto.

Il labirinto si estende per miglia e miglia ed è così intricato da non permettere a nessun visitatore di avventurarsi per tentare la sorte e rubare il bottino. Tenar o meglio Arha si avventurerà giorno dopo giorno alla scoperta dei misteri che cela il luogo. La sua impresa durerà anni nei quali ancora non è riuscita a comprendere che il labirinto si trova proprio sotto le Tombe, che lei conosce come le sue tasche. Si racconta che soltanto i maghi siano in grado di imbattersi in questo genere d’impresa e infatti, dopo anni e anni, quando Arha scende nelle grotte si accorge della presenza di un soggetto peculiare. Ged, dopo l’incontro con l’Ombra, vuole a tutti i costi prendere l’anello, ma non sarà un’impresa facile. Viene scoperto e condannato a morte in una delle stanze del labirinto, motivo per il quale Tenar ne è incuriosita. Non farà altro che fargli visita ogni giorno per poter chiacchierare con lui.

“Un impeto d’odio si impadronì della ragazza, stringendole la gola come in una morsa. Perchè era seduto lì, così indifeso eppure così forte? Perchè lei non riusciva a sconfiggerlo?”
Ged e Tenar illustrati da Rebecca Guay

Da una parte Tenar vorrebbe veder morto Ged, ma dall’altra è curiosa di vedere il mondo che descriveva il forestiero.

“[…] la confondeva sempre con tutte le sue chiacchiere sui draghi e sulle torri, sugli Innominabili e sul suo desiderio di sopravvivere.”

Eppure qualcosa in lui suggerisce che sia la sua la parte ad essere sbagliata, tutte le tradizioni e le leggende tramandate di generazione in generazione, vengono messe in dubbio dalla Sacerdotessa, stanca di servire il “buio”. Sparviere le fornisce un motivo per infrangere le regole, infatti, celando il suo vero obiettivo riesce a riprendersi la propria identità e aiutare il Mago ad uscire dalle grotte. Da Arha ritorna ad essere Tenar, non più legata alle tombe di Atuan, ma una libera di poter scegliere il suo destino.

Tenar illustrata da Yana Dhyana

“Le tombe di Atuan” quindi può essere interpretato come una storia di oppressione, un incubo divenuto realtà per una giovane donna il cui destino è stato scritto dalla sua nascita. La storia di Tenar consacrata Ahra, colei che viene inghiottita, è anche però una storia di rinascita e liberazione quando finalmente apre gli occhi e si rende conto che la sua vita era tutta un’illusione, costruita ad hoc da coloro che avrebbero dovuto esserle di supporto. Sono infatti le sacerdotesse a muovere le fila ed osservarla dagli spifferi delle rocce, giudicando ogni sua mossa e cercando di indirizzare ogni suo ragionamento. Da burattino ad artefice del proprio destino Tenar si rivela essere un personaggio coraggioso e con tutte le carte in regola per tenere testa al Mago.

Ged illustrato da Anna Lord

Nonostante questo sia il secondo capitolo della saga di Terramare, io lo considero il primo, poichè “Il mago” era in realtà una storia perduta di Sparviere, come la stessa autrice suggerisce. È verso la fine del primo capitolo infatti che Ged decide di inoltrarsi lungo Terramare per vivere le sue avventure. 

La prima parte de “Le tombe di Atuan” ruota attorno alla figura di Tenar, cosa che io non mi aspettavo, dopo aver letto il capitolo precedente. Ciò nonostante è con l’arrivo di Ged, nella seconda parte, che le cose prendono una piega decisamente interessante. A differenza del primo romanzo, i dialoghi sono minori, poichè l’autrice doveva introdurre il nuovo personaggio. Devo dire che, come sempre, ho amato lo stile di Ursula e in particolar modo la caratterizzazione dei personaggi, anzi della protagonista. I dialoghi tra lei e Sparviere mi hanno colpita, sopratutto per la loro spontaneità. È come se fossero destinati a stare insieme.

Mi è piaciuto partecipare al Domino Letterario, per questo motivo è un piacere lasciarvi l’immagine con tutte le date e dei vari blog che hanno partecipato all’iniziativa.
Alla prossima!

 

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2 commenti su “Domino Letterario di Marzo: Le tombe di Atuan di Ursula K. Le Guin

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