Inku Stories: Uzumaki. Spirale #1 di Junji Ito (Star Comics)

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“È un vortice… una spirale… sì, questo paese ha cominciato ad essere contaminato dalle spirali.”  – Uzumaki – Junji Ito

21 Marzo

Acquistalo subito: Uzumaki. Spirale: 1

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Umami

Data di uscita: 21 Marzo
Dimensioni: 15×21

Prezzo: € 16,00
Pagine: 336

Nella piccola cittadina di Kurouzu, un giorno cominciano a verificarsi degli strani fenomeni: il vento crea mulinelli, gli steli delle piante si attorcigliano, il fumo delle cremazioni disegna nel cielo motivi a spirale.
Anche le persone subiscono improvvisi mutamenti: i capelli si arricciano, i corpi si avvitano su se stessi, qualcuno si trasforma in una chiocciola.
Per sfuggire a questa sinistra maledizione, la giovane studentessa Kirie Goshima decide di abbandonare il paese. Ma ci riuscirà?

La settimana volge al termine, il richiamo del week-end è forte, ma mai come quello che ho provato leggendo “Uzumaki. Spirale” di Junji Ito, pubblicato nella nuova collana Umami di Star Comics.

Junji Ito, classe 1963, è un noto mangaka e sceneggiatore giapponese, la sua fama è dovuta a Tomie, primo lavoro pubblicato nel 1987 e dal quale sono stati tratti ben otto film, scritti da lui stesso.

Basti prendere “Uzumaki” per capire come storie e immagini raggiungano un equilibrio perfetto, senza mai appesantire il lettore. Fuggire quindi è inutile. Una volta aperto questo manga la fine è ormai decretata. Il mangaka risucchia i suoi lettori all’interno di una storia agghiacciante, avvolta dal mistero che culmina il suo apice in situazioni di pura violenza, dove il contrasto fra mistero e horror si fonde egregiamente per dare vita a episodi surreali e violenti, che scaturiscono da situazioni che potrei dire “comuni”: un uomo fissato con le spirali finisce per trasformarsi in una di esse o una peculiare cicatrice sulla fronte di una ragazza risucchia chiunque, inclusa sé stessa. E la domanda resta sempre la stessa: com’è possibile?

L’atmosfera che si respira fra le pagine di questo tankōbon è disturbante e prosegue fino alla fine del volume. A guidare il nostro tour nella cittadina di Kurouzu c’è Kirie Goshima, studentessa delle superiori, nata e cresciuta lì. È attraverso il suo punto di vista che si entra nel vivo della storia ed è attraverso i dialoghi che si comincia a capire che la maledizione delle spirali è reale, non un’invenzione di Shuichi, il fidanzato della ragazza.

Il nostro sipario si apre con il padre di Shuichi intento ad alimentare la sua ossessione per le spirali, che lo ha consumato al punto da sentire il bisogno di avere sempre con sé qualcosa che richiami il vortice. È come una droga e senza, l’astinenza si fa sentire, l’uomo diventa violento e irrequieto, mostrando alla sua famiglia un lato malsano, pronto a scoppiare in qualunque momento.

La città è letteralmente invasa dalle spirali, elementi peculiari che oltre a rendere folli i suoi abitanti, finiscono per spazzare via ogni briciolo di logica, che finisce per essere risucchiata al loro interno, lasciando soltanto angoscia in quei pochi che ancora non sono stati toccati dalla maledizione.

La vita di Shuichi è la prima a essere spezzata dalla follia di suo padre. La sua famiglia si sgretola, lasciandolo da solo ad affrontare il caos che si sta propagando lentamente nella cittadina. Nessuno è immune a ciò che sta accadendo, neanche Kirie, che nonostante provi a trovare un senso logico, deve ricredersi e ascoltare le parole del ragazzo. La maledizione esiste e si nutre della vita degli abitanti di Kurouzu.

“Sai, Goshima, ho l’impressione che nelle spirali ci sia qualcosa di miracoloso. No, non è solo un’impressione… sono sicuro che le spirali nascondano una forza misteriosa!

Le spirali crescono, si deformano e si intrecciano, dando vita a forme diverse in situazioni diverse. Ognuno ha la sua spirale che, a seconda del carattere e della situazione in cui si trova un determinato soggetto, cambia forma e dimensioni, dal trasformarsi in una lumaca gigante alle spirali nei capelli fino al ragazzino molla.

Il filo conduttore, oltre all’ambientazione, è la maledizione, che in ogni evento raccontato da Kirie trova la sua giusta interpretazione. Due amanti separati dai conflitti tra le loro famiglie si intrecciano in un’unica grande spirale per non separarsi mai più, scomparendo in mare, così che niente e nessuno possa più dividerli o una ragazza invidiosa della sua compagna di classe, pur di farsi vedere e dimostrare di essere più bella di lei, è disposta a tutto, anche a rischiare la vita, facendo in modo che i suoi capelli si attorciglino ricreando spirali, sempre più grandi, sempre più affamate di vita e perennemente in vista.

Quando si pensa alle spirali la prima cosa che viene in mente è l’ipnosi, infatti anche queste applicano una forte soggezione su tutti, conquistando piano piano ogni cosa, partendo dalle mente fino a palesarsi sui corpi, nelle maniere più assurde, possibili e impossibili.

Cicatrice

Questa volta il nemico non è né un robot gigante o un ninja dotato di sharingan, bensì una forma geometrica, da sempre usata in qualsiasi modo, dall’architettura al disegno, dalla costruzione e persino in natura, per le conchiglie o lumache, i vortici, i tornado.

Di fronte a qualcosa di così sconfinato e indefinito è difficile che misure prendere soprattutto se basta così poco per essere contagiati. Ed è proprio questo uno dei motivi per cui questo manga riesce a suscitare quest’inquietudine profonda e pressante. Concetti come l’amore o l’amicizia non hanno alcun potere in questa storia, anzi vengono spazzati via come se niente fosse e trasformati nel loro opposto. L’eroismo può portare soltanto alla morte e quando una spirale comincia a manifestarsi nel corpo, non c’è sfera del drago in grado di salvare il malcapitato toccato dalla maledizione.

Lo stile dell’autore è chiaro fin da subito, la sua professione di sceneggiatore si fa prepotente fin da subito, facendo sembrare il manga un film vero e proprio, questo anche per i disegni per i disegni che sono molto realistici e non danno spazio all’immaginazione. Ogni elemento, anche il più piccolo, è curato nei minimi dettagli, grazie a questo anche lo sfondo prende vita, insieme ai personaggi che popolano questi inquietanti capitoli.

Anche solo per un attimo… il fumo che cominciava a disperdersi aveva assunto l’aspetto del volto del padre di Shuichi.

Uzumaki

Non l’ho detto prima ma questo è un manga seinen di genere horror, destinato quindi agli adulti o a chi ha il coraggio di avventurarsi in una storia insolita e angosciante. Basta vedere alcune delle immagini per cogliere l’essenza che si respira fra le pagine. A voi la scelta.

Detto questo, è una storia che ho personalmente apprezzato e nonostante certe immagini veramente scioccanti, sono rimasta con gli occhi incollati alle pagine per capire cosa sia successo a Kurouzu e il perché della maledizione. Questo è solo il primo di due volumi, quindi è presto per trovare risposta alla mia domanda.

Da gennaio è andata in onda la serie animata dedicata “Junji Ito Collection”, anime dedicato ai suoi capolavori. Questo significa che l’ansia non è finita, ora prende addirittura vita e non ci resta che lasciarci sopraffare da questa terribile follia.

Leggere Ito significa cadere in uno stato di trans e terrore, accompagnati da una costante angoscia che non ci lascia mai la mano.

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⚜ Reazione post lettura: Spirali. Spirali. Spirali. Ci hanno invaso, sono ovunque. God bless us everyone.🍃
⚜ Pagine lette: 336
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Quando il sole splende e gli uccellini cinguettano felici, in quel momento di pura beatitudine aprite il manga e… niente sarà come prima.

May the Force be with you!
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