Il lungo sentiero dai mattoni dorati di Pee Gee Daniel | a cura di Deborah

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Cari Stamberghiani,

Eccoci per una nuova collaborazione, questa volta parliamo di un giallo tutto italiano ambientato a Torino. Il romanzo ci è stato inviato gentilmente dall’autore, siete pronti per correre verso una nuova avventura?

Dettagli:

  • Titolo: Il lungo sentiero dai mattoni dorati
  • Autore: Pee Gee Daniel
  • Prezzo ebook: 4,99 €
  • Pagine: 123
  • Editore: e-piGraphe

 

Trama:

Dorotea Di Serto, siciliana d’origine ma di stanza a Torino, è un giovane funzionario della Polizia di Stato. Dopo una serie di strani suicidi inizia a indagare insieme all’affiatata squadra che la accompagna, imbattendosi ben presto in una setta che sembra manipolare i propri adepti a fini di lucro. Ma la questione si presenta più complicata di un cliché: ad esempio, com’è mai possibile che ai fedeli davvero si realizzino i desideri da loro espressi durante le udienze settimanali? Dirige la setta una vecchia dal passato torbido, che si presenta come il tramite tra gli adepti e la misteriosa figura del Santo. Chi è costui? Sconvolgente sarà per Dorotea scoprirlo, nel finale. Fatto salvo l’impianto giallo, il romanzo vuole anche ritrarre le personalità e le psicologie dei vari personaggi che partecipano alla Comunità del Santo: la Grande Madre, il geometra Biancofiore, la Marchesa di Carabas, Rebaudengo il Profeta Minore. Sin dal titolo, i riferimenti al Mago di Oz sono tutt’altro che casuali. Specialmente al messaggio che esso trasmette: il mago che promette facili salvezze non esiste mai! Dietro il suo tendone non troverai altro che ciarlatani senza scrupoli…

 

Recensione:

Ringraziamo l’autore Pee Gee Daniel per aver fatto approdare il suo romanzo “Il lungo sentiero dai mattoni dorati” qui da noi alla Stamberga. Ma parliamo subito del libro, si tratta di un giallo, a mio parere ben strutturato, la storia non è mai persa di vista e siamo costantemente immersi nella scoperta di nuove dinamiche. Lo stile di scrittura è molto scorrevole, fluido e accattivante. Ho adorato i riferimenti alla straordinaria opera di Lyman Frank Baum , Il mago di Oz: il nome della protagonista è quello più lampante, Doroty e Dorotea; l’aria mistica che ruota attorno al personaggio di la Grande Madre, paragonata al sedicente Mago, entrambi truffatori e tutt’altro che dotati di poteri; il sentiero di mattoni dorati che conduce alla base della furfante, così come quello che si snoda verso la città di Smeraldo. Allontaniamoci dal grande classico e iniziamo a percorrere il lungo sentiero dai mattoni dorati. La vicenda è interessante, mi è piaciuta l’idea di una serie di suicidi misteriosi e di una setta fraudolenta falso mistica alle spalle; di questo non mi ha convinto molto il fatto di sapere già dal secondo capitolo chi si celava dietro al mistero del giallo, mi sarebbe piaciuto scoprirlo a mano a mano che si snocciolava la vicenda e gli indizi; in questo modo, ad esempio, è risultato più che prevedibile il destino del gem. Biancofiore. Mi è sembrato di vivere questa avventura da lettrice in terza persona e non scoprire, ragionare, ipotizzare al fianco degli altri personaggi perché per me il quadro era già ben delineato. Per quanto riguarda i personaggi incontrati si sono rivelati molto interessanti, tutti ben delineati con proprie e precise caratteristiche, arrivano e affascinano il lettore a seguirli nelle loro vicende. Quella che ho preferito in assoluto è stata la Marchesa di Carabas, da sempre un’imbrogliona nata, affogata dai debiti e minacce dagli strozzini riuscirà a portare a termine, prima di essere consumata dal cancro, il suo ultimo grande colpo, incastrando e gettando sul lastrico la Grande Madre e la sua setta. Sì, perché se non fosse stato per il colpaccio della Marchesa, la fattucchiera sarebbe stata ancora a piede libero per truffare altri disperati. Questa scelta di un mix tra mancanza probatoria e compassione della protagonista Dorotea non la ho capita moltissimo, nel senso per le mie esigue conoscenze avrebbe potuto essere incriminata e processata ma, allo stesso tempo ho adorato che la Grande Madre sia stata a sua volta truffata, è giusto che questo genere di persone non scampino per sempre ai loro altarini, speranzosa che questo accada molto più spesso nella realtà, posso affermare che pensandoci bene è stato un modo interessante ed insolito per chiudere il caso. La storia della Grande Madre non mi ha per niente impietosita ed intenerita nei suoi confronti, per me è rimasta sempre l’odiosa antagonista, anche se ho apprezzato scoprire come mai ha scelto di dedicarsi a quell’attività. Infine mi sono appuntata due cose in contrasto con le mie conoscenze: Dorotea mette il Vicks sotto il naso per camuffare gli odori quando essi sono fondamentali per carpire indizi; sempre la protagonista manifesta la volontà di aprire la finestra, dopo il ritrovamento del primo cadavere, quando ancora la scientifica non ha svolto i propri rilevamenti. Comunque mi ha fatto molto piacere leggere questo giallo, ha saputo tenermi incollata tra le sue righe!

 

 

Nota sull’autore – Pee Gee Daniel

Pee Gee Daniel è nato a Torino nel 1976. Nella vita è stato impiegato, magazziniere, aiuto camionista, poliziotto, responsabile di sala giochi, agenzie di scommesse e sale slot, bibliotecario, copywriter, addetto ufficio stampa. È laureato in filosofia. Ha pubblicato “Gigi il bastardo (& le sue 5 morti)”, Montag, 2012; “Phenomenorama”, Inbooki, 2013; e “Il politico”, Golena Edizioni, 2014. È autore del libretto di “Cogli l’attimo”, musical al suo debutto teatrale nel maggio 2014. Il suo saggio “Sometimes I think there’s naught beyond. Ovvero, le influenze del Dizionario Storico-Critico di Pierre Bayle sul Moby Dick di Melville” è stato pubblicato nel numero di dicembre 2013 della rivista “Ethics & Politics”, afferente all’Università di Trieste. Scrive sulla rivista online “Maintenant Mensile”.

 

 

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