Pensieri, parole, io prima di te | a cura di Deborah

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Pensieri, parole, io prima di te

Ciao amici della Stamberga,

oggi vorrei parlare di una cosa un po’ particolare e controversa, essa mi suscita emozioni importanti e talvolta anche contrastanti. Piccola premessa, sono reduce dal film “Io prima di te”, potrete immaginare dove questo scorcio emotivo vi condurrà. Se non avete ancora letto il libro e siete incappati in questo articolo fermatevi e non rovinatevi la lettura se intendete farla. Vi lascio il link della mia recensione a prova di spoiler (Io prima di te) ; posterò anche la recensione del film prima o poi, ma tranquilli non ve la risparmierò! :)

Bene ora che tutti gli avvertimenti del caso sono stati fatti affrontiamo il tema dell’eutanasia. Sì perché è il tema centrale del romanzo e ovviamente del film. Cosa dire, adesso sono emotivamente provata, paragonerei questa storia un po’ al Titanic, nonostante tutte le volte che lo riguarderai spererai sempre che il transatlantico schivi quel maledetto iceberg, così anche qui ho sperato fino all’ultimo che Will accettasse di farsi rapire da Lou e andare insieme a lei a Rio. Ovviamente non è successo e ovviamente via ai piantoni. È difficile argomentare su questa tematica perché è davvero controversa. Ho una mia idea generale: tutti dovrebbero decidere come vivere o non vivere la propria vita. Io capisco Louisa, la rabbia che ha provato quando nonostante abbia messo tutta sé stessa nell’impresa di salvare Will, lui invece ha deciso di non mutare la sua decisione di recarsi in Svizzera alla Dignitas. Essere innamorati di una persona che ha scelto di andare incontro alla morte, di mettere fine a alla propria vita nonostante l’amore di cui è circondata fa soffrire e arrabbiare. Fino alla fine shippavo Will e Lou, una coppia così bella era da tanto che non la incontravo nei romanzi, mi hanno fatto emozionare e sognare, perché tutti hanno il diritto e la possibilità di essere amati a prescindere da tutto. Louisa era pronta a rinunciare a parte della sua vita perché ,non raccontiamocele, scegliere di stare al fianco di una persona che purtroppo non può più muovete la maggior parte del suo corpo non è semplice, è una grande prova d’amore. Ma credo che infondo lasciarla andare, lasciarla libera ed incitarla a vivere sia una prova d’amore ancora più grande. Ho letto anche di pareri fortemente contrari alla scelta di conclusione di Jojo Moyes, è stata accusata di incentivare il suicidio. Ora, per quanto realmente apprezzi e ammiri la forza d’animo di certe persone colpite dalle disgrazie più disparate che riescono ad adattarsi e ad amare ancora la vita non riesco a biasimare la scelta di Will. È facile parlare e sentenziare quando, fortunamente, non siamo immersi in certe problematiche ma fermiamoci un attimo a riflettere e proviamo a metterci nei suoi panni; pensiamo a tutta la sofferenza emotiva e fisica a cui è sottoposto il giovane tutti i giorni. Quando sai che una persona non vede l’ora che arrivi il suo ultimo giorno  come puoi forzarla ancora ad andare avanti? È vero anche che chi rimane inevitabilmente soffrirà, soffrirà ma saprà che le pene della persona amata/cara saranno terminate. Non so, non so davvero se tutto questo ragionamento esprima davvero quello che provo, è un piccolo scorcio di pensieri e di emozioni suscitate da questa storia. Voi avete letto il romanzo? Cosa pensate della scelta di Will?

 

A presto D.

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