Perfetti Sconosciuti | Recensione di Sandy

Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese

« Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. »

Dettagli:

  • Titolo originale: Perfetti Sconosciuti
  • Anno: 2016
  • Data di uscita: 11 febbraio 2016
  • Durata: 97 minuti
  • Genere: Commedia
  • Regia: Paolo Genovese
  • Acquistalo subito: Perfetti Sconosciuti

Interpreti e personaggi:

  • Giuseppe Battiston: Peppe
  • Anna Foglietta: Carlotta
  • Marco Giallini: Rocco
  • Edoardo Leo: Cosimo
  • Benedetta Porcaroli: Sofia
  • Valerio Mastandrea: Lele
  • Alba Rohrwacher: Bianca
  • Kasia Smutniak: Eva

Trama:

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Dopo Immaturi e Tutta colpa di Freud, Paolo Genovese dirige una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “Perfetti sconosciuti”.

Recensione:

Ognuno di noi ha un film che desidera ardentemente vedere, ma teme che possa deluderlo. Questo è il mio caso con “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese.

Eva e Rocco invitano a cena i loro migliori amici: Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta, e Peppe. I due padroni di casa da tempo sono in crisi e i rapporti conflittuali con la figlia adolescente contribuiscono ad incrementare la distanza che vi è tra di loro. Lo stesso discorso per Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta e persino il loro amico Peppe. Nessuno di loro però ha mai informato gli amici intimi di quello che succede realmente a casa propria. Nascondendo i loro panni sporchi, dove nessuno possa vederli, gli amici procedono le loro vite come se niente stia accadendo. Durante la cena Eva, per divertimento, propone una sfida, ovvero, ripulire gli armadi da tutti quegli scheletri che continuano a nascondere, perciò chiede ad ognuno dei presenti di mettere il cellulare sul tavolo e leggere ad alta voce ogni messaggio, mail o mettere il vivavoce durante una chiamata. Lo scopo è quello di dimostrare che nonostante si conoscano da anni ognuno tenga qualcosa di privato per sè.

Cosa succederebbe se voi con i vostri amici faceste la stessa cosa? Questa sorta di esperimento sociale potrebbe costarvi le amicizie o peggio, la persona che amate e che credete di conoscere. Questo è quello che è successo ad ognuno partecipanti, i quali non avrebbero mai creduto di vedere la propria vita ridotta in frantumi, a causa di una banale idea partorita per caso. È vero quel che si dice che le bugie hanno le gambe corte. Questa “tortura” psicologica funziona in entrambe le direzioni: sia che si partecipi o che si rifiuti. Infatti, rifiutando di partecipare si ammette di nascondere qualcosa mentre, partecipando, si rischia di essere esposti e “sgamati”. Qualunque sia la proria scelta non è detto che possa finire bene. Inoltre, anche se non si ha nulla da nascondere, basta lo stupido scherzo di un amico o la parola sbagliata al momento sbagliato a metterci in cattiva luce.

Il film ricorda vagamente “Una cena tra amici” e “Carnage” ma il risultato è completamente diverso, rendendo il film fresco ed interessante. Se prima si credeva che fossero soltanto le parole e i gesti a poterci condannare, ora i nuovi strumenti di “tortura”, quali smartphone e social network, possono avere effetti altrettanto devastanti.

La pellicola, come ho precedentemente detto, è fresca ed intrigante, questo l’ha resa scorrevole e adatta ad una serata spensierata in cui non si ha niente da fare. Il film non è soltanto un tappabuchi per le serate noise ma anche un interessante spunto per la riflessione sulla condizione umana attuale e la nostra dipendenza dalla tecnologia. Spunto che ci suggerisce lo stesso regista anche nel finale, quando ci propone una visione alternativa del cosa sarebbe successo se questo gioco non fosse mai iniziato. La mia paura di essere delusa è stata accantonata e devo dire che lo rivedrei volentieri.

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