Recensione: Zio Paperone & Co. – La dinastia dei paperi di Don Rosa

 

“Che mi serva di lezione! La vita è piena di lavori duri e ci saranno sempre dei furbi pronti a imbrogliarmi! Be’, sarò più duro dei duri e più furbo dei furbi… e farò quadrare i miei conti!”

 

Titolo originale: The Life and Times of $crooge McDuck

Autore: Don Rosa

Genere: Fumetto di avventura

Editore: Disney

Pagine: 347

Prezzo: Mercatini dell’usato

 

 

Il Fumetto  Trama:

Il piccolo Paperone, per aiutare il misero bilancio familiare, è costretto fin da piccolissimo a lavorare come lustrascarpe per le vie di Glasgow; sarà proprio in quest’occasione che il futuro miliardario riuscirà ad entrare in possesso della celeberrima Numero Uno.
Il decino è americano, inutilizzabile in Scozia, è sarà proprio questo a ispirare a Paperone una massima di inestimabile valore: dovrà essere il più duro dei duri ed il più furbo dei furbi, e far quadrare sempre i suoi conti. La piccola truffa subita lo motiverà, ed in breve riuscirà a raccogliere quanto necessario per lasciare la terra natia (a soli tredici anni) per far rotta verso Louisville, negli Stati Uniti d’America. Da lì incomincerà un tortuoso ed emozionante percorso verso la ricerca della ricchezza che porterà il nostro eroe nei luoghi più disparati del globo: sarà navigatore fluviale del Mississippi e cowboy delle Terre Maledette; terrore del Transvaal sudafricano e leggendario papero del deserto d’Australia; vigilante di Pizen Bluff, capitano del mitico Cutty Sark ed, infine, cercatore d’oro nel Klondike, dove riuscirà a trovare una pepita d’oro massiccio, la prima base della sua futura ricchezza. Diventato finalmente ricco, il papero continuerà a girare il mondo per completare quella grande avventura che è la sua vita e per arricchirsi ancora di più. Ma quello che Don Rosa vuol trasmettere al lettore è che Paperone non è solo un personaggio avaro, ma bensì egli ama immensamente il suo denaro perché per lui ogni singola monetina rappresenta il ricordo dell’incredibile avventura che è stata la sua vita.

Recensione:

Tutti conosciamo Zio Paperone per come ci viene mostrato nelle moderne storie degli autori di Topolino o dei vari magazine dedicati all’universo dei paperi della Disney e spesso associamo la sua figura a quella del più avido, spilorcio, egiosta e taccagno papero mai apparso sulla faccia della terra. Ma è davvero questa l’essenza di Paperon De’ Paperoni? Di solito nessuno si chiede mai come sia diventato così ricco o, se qualcuno lo fa, si risponde subito dicendo “Beh, ha trovato l’oro nello Yukon ed è diventato ricco senza sforzo e senza fatica”… Non c’è niente di più sbagliato!

Don Rosa, uno dei più grandi autori che hanno militato nelle fila dei fumettisti Disney, ha scritto e disegnato tutta la storia di Paperone, partendo da quando era un bambino e finendo con l’incontro di Paperino e dei suoi nipoti Qui, Quo e Qua.  A loro zio Paperone si presenta come un vecchio stanco e burbero, lontano da tutti i suoi familiari e tormentato dai ricordi della sua avventurosa e tristissima gioventù, costellata di insuccessi, fallimenti e perdite.

Ebbene si, al contrario di quanto molti pensano Paperone ha un cuore, ma durante la sua lunga e difficile vita è stato spezzato più volte dalla tremenda mano del destino che ha riservato per lui un carico di sofferenze che avrebbe portato ognuno di noi al suicidio al solo pensiero.

Paperon De’ Paperoni è nato in una famiglia poverissima di Glasgow, il cui albero genealogico annovera alcuni fra i più coraggiosi e ambiziosi paperi del mondo conosciuto, ma anche il coraggio più vigoroso non può molto contro il fato (e la tipica tirchieria scozzese).
Ogni membro della famiglia infatti ha tentato in maniera disperata di portarla alla grandezza, finendo sempre per fallire e mollare, lasciando andare sogni e speranze. Con questa pesante eredità sulle spalle il giovane Paperone appena compiuti i suoi 10 anni decide di mettersi al lavoro per aiutare i suoi genitori a pagare i debiti che soffocano la sua famiglia e per farlo si fa costruire da suo padre un kit da lustrascarpe.

Il suo primo “cliente”, uno scavafossi con gli stivali incrostati di fango pietrificato, viene mandato da lui da suo padre assieme ad una dura lezione. Dopo ore di faticoso lavoro lo scavafossi paga Paperone con una inutile moneta americana da 10 centesimi, data a lui da padre del povero ragazzo nella speranza che potesse essere di qualche ispirazione al figio.

È così che Paperone impara la prima lezione della sua vita:

La vita è piena di lavori duri e ci saranno sempre dei furbi pronti a imbrogliarmi! Be’, sarò più duro dei duri e più furbo dei furbi… e farò quadrare i miei conti!”

Per tre anni il giovane papero lavora duramente come lustrascarpe, dando parte dei suoi guadagni alla sua famiglia e mettendo da parte il resto per partire alla ricerca della fortune in america.

Il giovane Paperone, detto anche “Buck”, appena giunto in America si imbarca con suo zio Manibuche alla ricerca di tesori lungo il Mississipi e qui incontra per la prima volta i suoi acerrimi nemici, i terribili Bassotti, all’epoca pirati fluviali. Questo è solo l’inizio dei suoi viaggi che lo porteranno a cercare fortuna in tutto il mondo.

Paperone infatti diventerà prima cowboy e mandriano nel Montana e nelle Terre Maledette, poi marinaio a bordo del celebre veliero Cutty Sark, alle prese con l’epocale esplosione del Krakatoa, ma queste sono solo alcune delle mille avventure e delle meraviglie che Don Rosa ci regala.

Le avventure lo aiutano di certo a mantenere la sua famiglia a distanza, ma non sono abbastanza remunerative e quindi presto Paperone deve tornare in America per cimentarsi nel durissimo lavoro del cercatore, riuscendo ad impadronirsi (con una sfrenata lotta per difendere il suo terreno) di una ricca vena di rame, ma ahimè il destino è beffardo e Paperone resta ricco solo per pochi minuti. Infatti riceve dalla sua famiglia un telegramma con una richiesta di denaro per pagare le tasse. Così Paperone svende la sua vena di rame per diecimila dollari e corre in Scozia a portare il denaro ai suoi genitori.

Al suo ritorno in patria il giovane papero dovrà affrontare gli antichi nemici del suo Clan, i Whiskervilles, odiosi allevatori di pecore che da secoli tentano di impadronirsi delle terre della famiglia De’ Paperoni. Dopo l’ennesima lotta all’ultimo sangue Buck torna ancora una volta al lavoro ma non può certo immaginare le disgrazie che lo attendono.

Dopo aver mollato la miniera di rame in america per aiutare i suoi genitori e le sue sorelle in Scozia, Paperone inizia a viaggiare nel mondo, dall’Africa all’Australia per poi dirigersi nello Yukon. Purtroppo durante i suoi viaggi il nostro eroe incontra alcuni dei più viscidi truffatori, fra cui il Boero Cuoredipietra Famedoro e lo strozzino Soapy Slick.

 

Proprio mentre si trova nello Yukon Paperone affronta Soapy Slick che cerca di rubare la sua concessione per l’estrazione dell’oro e viene a sapere della morte di sua madre.

Penso sia inutile precisare che uno dei più grandi tabù Disney sia proprio la morte, infatti non se ne parla mai nei fumetti, ma Don Rosa, decide di infrangerne alcuni per dare un tocco veramente realistico alle sue storie.

Infine arriva il successo, Paperone trova la sua “Pepita uovo d’anatra” e diventa ricco, dopo più di trent’anni passati a raccogliere insuccessi nel mondo, ma la ricchezza porta con se anche il gelido vento dell’egoismo. Gli anni passati a lavorare, le mille truffe subite e la crudezza della sopravvivenza hanno reso Paperon De’ Paperoni una persona arida di sentimenti che prova gioia solo di fronte al suo lavoro. Questa è l’ultima dura lezione che Don Rosa insegna a noi e al protagonista delle sue storie.

Ci sarebbero ancora un miliardo di piccole caratteristiche tecniche da discutere e inserire nella recensione ma voglio che siate voi lettori a scoprirle leggendo questa magnifica opera che dovrebbe essere letta da tutti almeno una volta nella vita. Queste vignette mi hanno insegnato tanto e mi hanno portato a vedere il mondo da una diversa prospettiva, facendomi crescere e avanzare nella vita.

È inutile dire che lo consiglio a tutti, ma voglio complimentarmi con Don Rosa e ringraziarlo per questo immenso capolavoro della letteratura mondiale (anche se sicuramente non leggerà questa recensione).

 

Note sull’autore – Don Rosa:

Gioachino “Keno” Don Hugo Rosa (Louisville, 29 giugno 1951), meglio noto come Don Rosa, è un autore di fumetti riguardanti le avventure nell’universo dei paperi. E’ il famoso autore della Saga di Paperon de’ Paperoni, considerata una delle più belle opere Disney (e non) mai scritta.

Da molti considerato l’erede di Carl Barks per la sua specializzazione appunto nelle storie riguardanti i paperi e per il suo fantastico stile d’impostazione sia dal punto di vista grafico che narrativo.

May the Force be with you!
Precedente La città di sabbia di Laini Taylor | a cura di Deborah Successivo #Segnalazione: Le novità di UTET in uscita a marzo

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.