Let’s talk about: La fattoria dei gelsomini di Elizabeth von Arnim

Instagram: @brivididicarta | @stambergadinchiostro

Il dolce fu la goccia che fece traboccare il vaso. Gli ospiti erano arrivati venersì, spensierati, pieni di fiducia e di gradevoli aspettative; felici di tornare in quel lugo, […] eppure, nonostante ciò ciascuno di loro sentiva che la misura era colma.

Pagine: 348

Acquistalo subito: La fattoria dei gelsomini

Editore: Fazi Editore
Collana: Le Strade
Data di uscita: 11 Gennaio 2018
Prezzo: € 15,00
Pagine: 348
ISBN:
9788893253222

Lady Daisy e sua figlia Terry hanno invitato alcuni ospiti a trascorrere il fine settimana nella loro dimora di campagna. Ma la padrona di casa, di solito ineccepibile, non si rivela all’altezza. Più passa il tempo, più il soggiorno, che culmina in un interminabile pranzo, diventa un supplizio per tutti: il caldo è insopportabile, le interazioni obbligate alla lunga sfiancano, e il dolce all’uva spina, causa di imbarazzanti malesseri, è il colpo di grazia. Sempre più insofferenti, Mr Topham e il misterioso Andrew trovano rifugio in una lunga partita a scacchi, che si protrae fino a notte inoltrata, quando tutti gli altri sono già a letto. Peccato solo che la candida Terry, il mattino dopo, sappia chi ha vinto. A questo punto i sospetti di adulterio della moglie di Andrew diventano certezza: alla giovane Rosie non resta che mettere a punto la vendetta. E quale miglior alleata, se non la madre, l’esuberante Mrs de Lacy, scaltra come poche, che non vede l’ora di irrompere sulla scena, avendo già fiutato l’occasione per guadagnarci qualcosa?
Con la sua eleganza e la sua ironia tagliente, Elizabeth von Arnim ci racconta tutto quello che si nasconde dietro l’ipocrisia dei salotti dell’aristocrazia inglese in un romanzo che fa ridere e sorridere spesso, pervaso di un allegro cinismo e di un’irriverente satira sociale.
 


Le sembrò di essere sola con le parole tremende che le erano sfuggite, ormai cristallizzate e sospese comeragnatele alle volte di una cripta.

Source: Pinterest

Alla fine quella di ieri si è rivelata una giornata pesante, è stato difficile affrontarla senza perdere per un momento la speranza che qualcosa di positivo potesse accadere, ma alla fine è stato un piccolo gesto a migliorarla.  

Questa mattina si riparte da capo con un classico, La fattoria dei gelsomini di Elizabeth von Arnim, pubblicato da Fazi Editore.

Se mi seguite da un po’ questa è un’autrice che ormai vi dovrebbe essere nota, “Un incantevole aprile” e “Il giardino di Elizabeth” sono gli altri due romanzi che ho avuto il piacere di leggere, da quelli è scaturito il mio interesse per ogni cosa della scrittrice, anche la più piccola. Si può quindi dire che la von Arnim occupi uno spazio fra le mie scrittrici preferite.

A renderla una scelta perfetta per ogni occasione è il suo stile, contornato da un’azzeccata cornice floreale. Non importa cosa descriva, i fiori saranno sempre e comunque protagonisti di ogni narrazione ed è importante imparare a coglierne ogni aspetto, ogni sottile sfumatura e ogni profumo.

Questa volta tocca al gelsomino, un fiore associato all’amore, ma che spesso rappresenta anche la bellezza in tutta la sua purezza, tuttavia c’è un significato più recondito e spirituale, in alcune culture viene usato per purificarsi e se pensiamo alla storia di Lady Daisy, dovrebbe servire a questo, a portarla verso la purificazione e rendersi finalmente conto che l’immagine non è tutto nella vita.

“La vita che conduceva l’aveva corrotta e rammollita al punto di considerare il suo corpo la cosa più importante, al punto che lo spirito non riusciva più a raggiungere le vette prospettate dal dolore morale? Si chiese se fosse completamente priva di valori.”

Source: Pinterest

Immaginate di essere seduti a tavola, una timida brezza estiva vi accarezza la schiena, rinfrescandovi per alcuni secondi, poi torna il caldo e la situazione degenera. Poco a poco cominciate ad udire il chiacchiericcio delle persone che vi circondano e le risate di alcune ragazze intente a criticare alcuni dei presenti.

Un meraviglioso fine settimana vi attende nella tenuta di Lady Daisy e all’inizio è così, l’atmosfera, la compagnia e la musica, riescono ad allontanare la stressante vita urbana eppure, in qualche modo, quella magica illusione sfuma, infranta da un continuo ciarlare riguardo la figlia della padrona di casa. E così, come una partita di scacchi mal giocata, le pedine non trovano collocazione, vengono posizionate a caso e alcune addirittura cadono frantumandosi sul pavimento.

C’è qualcosa di affascinante e allo stesso tempo malsano nel “telefono senza fili”, non importa quale sia la verità, in qualche modo verrà sempre e comunque distorta.

La vita di un’importante tassello della società borghese si incrina e per impedire che questo accada, Lady Daisy decide di darsi alla fuga, scappare è l’unico modo che conosce per ricominciare, darsi del tempo e sperare che le cose si rimettano a posto. La vecchia fattoria è l’unico rifugio che conosce, un posto ricevuto come regalo di nozze e rimasto abbandonato a sè stesso, un po’ come lei, che ora è in balìa di una tempesta.

“Vedeva una donna che era diventata meschina per essersi negata ogni impeto, nell’amore come nel perdono; una donna manierata, con ambizioni degne del più oscuri arrivista; e stupida, perchè ogni volta si era lasciata sfuggire la sostanza cercando di afferrarne l’ombra.”

Source: Pinterest

Com’è finora accaduto nei romanzi che ho letto dell’autrice, un luogo diventa un punto di partenza per lavorare su sé stessi e qui si nota anche la sfumatura marcata del fiore, un intenso profumo che oltre a riportare alla mente ricordi purifica l’animo della protagonista o almeno ci prova.

Il vero punto di forza della scrittrice sono i suoi personaggi, finora ho sempre avuto fra le mani donne spezzate, impaurite e annoiate, a caccia di qualcosa di più di ciò che può offrire la borghesia, donne che anche se hanno paura di remare controcorrente si buttano e cambiano le loro esistenze.

Questo è un romanzo che coglie l’essenza della società e della sua struttura, radicate nei preconcetti degli esseri umani fin dall’alba dei tempi. L’autrice però va oltre, usando questo come copertina diun libro che invece racconta la difficoltà del rapporto fra una madre e una figlia, in particolar modo quando la comunicazione incontra barriere troppo grandi da abbattere.

La fattoria dei gelsomini è un viaggio che parte da un mondo effimero e frivolo attraversando tantissimi ostacoli fino ad arrivare a colpire il cuore delle persone, strappando loro le maschere che hanno deciso di indossare.

May the Force be with you!
Precedente Chi cerca trova – Day #29: Il tesoro del Capitano Jack O' Book Successivo The whispering room: Cenere sulla brughiera di Francesca De Angelis

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.