Review Party: Il cielo è ovunque di Jandy Nelson

“Il dolore è una casa dove gli specchi non sanno più riflettere i nostri volti, le sedie non sanno più sostenerci, le pareti non sanno più accoglierci.”

Pagine: 349

Acquistalo subito: Il cielo è ovunque

Editore: Rizzoli
Data di uscita: 16 Novembre

Prezzo: € 17,50
Pagine: 349

Lennie, 16 anni, ha sempre vissuto dietro le quinte, ben contenta di lasciare le luci dei riflettori alla sorella maggiore Bailey. Così, quando quest’ultima muore all’improvviso, Lennie si ritrova scaraventata in un mondo di cui non ha mappe né riferimenti, completamente alla deriva. Per tenere ferma la barca della vita, Lennie si rende conto di aver bisogno di cose molte diverse, praticamente opposte, che solo due persone sembrano capaci di offrirle: Toby, l’ex ragazzo di Bailey, è l’unico che capisce il suo dolore, e Joe, che si è appena trasferito in città, ha da regalarle quella energia e quella musica che lei teme di aver perso per sempre. Ma sole e luna non possono stare nello stesso cielo, e Lennie si ritroverà a dover affrontare il più antico dei dilemmi: stare accovacciati di fronte alla piccola luce di un fuoco che muore, o prendere il coraggio a due mani e alzarsi ad affrontare il buio, in cerca di una luce più grande?

 

 

Source: Pinterest

“Il dolore è una casa che scompare ogni volta che qualcuno bussa alla porta […] e si nasconde sotto terra quando tutti dormono.”

Oggi in occasione del review party parliamo de “Il cielo è ovunque”, debutto di Jandy Nelson, ristampato da Rizzoli quest’anno. Non ho mai avuto modo di leggere “Il cielo ti darò”, ma dopo aver letto questo romanzo, non vedo l’ora di recuperarlo.

Jandy Nelson riesce ad essere delicata e intensa quando si tratta di parlare di un argomento straziante quanto complesso della perdita di una persona cara.

Ognuno di noi affronta il lutto alla propria maniera, c’è chi preferisce seppellirlo tra le pieghe della mente e chi ancora non ha il coraggio di affrontarlo, poi ci sono quelle persone che sperano ancora di rivedere la persona cara almeno un’ultima volta e chi continua a negare che la perdita non ci sia.

In qualunque maniera si decida di affrontarla, l’assenza di quella persona lascerà un vuoto perenne e che non andrà mai via. Anche le persone che credono di comprendere il dolore non riusciranno mai a vestire i panni di chi soffre, soltanto coloro che hanno subito a loro volta una perdita sapranno cosa si prova a vivere un lutto.

L’autrice sceglie di dare voce non soltanto alla perdita in quanto tale, ma anche a ciò che c’è dopo, a quella fastidiosa sensazione di non riuscire a trovare un proprio equilibrio nel mondo e sentirsi sempre sull’orlo di un baratro.

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“Il dolore è una casa dove nessuno può proteggerti dove la sorella più piccola diventerà più grande della sorella grande, dove le porte non fanno più entrare né uscire nessuno.”

A sedici anni perdere la propria figura di riferimento significa andare alla deriva, non sapere che rotte prendere e restare costantemente in quel limbo dove il dolore è una fitta costante e non ci sono più sogni e speranze a colorare il mondo.

Lennie perde sua sorella maggiore Bailey, la sua amica e confidente, la sua roccia e modello d’ispirazione e da quel momento, musica e vita sono soltanto echi distanti che giungono ovattati mentre la nostra protagonista percorre la via del dolore, l’unica che le resta.

La sua luce si spegne insieme a Bailey, era lei che portava il sole a casa in mancanza della loro figura materna ed è con lei che la sua parte migliore va via, trascinata dal vento mentre sale, sale ancora più in alto e si trasforma in un ricordo lontano di una Lennie ormai lontana, distaccata dalla realtà.

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“Le stelle hanno stregato il cielo rischiarando le tenebre. È una notte che scintilla di luci.”

La scrittura ancora una volta diviene un mezzo per esternare il dolore, non importa dove, importa soltanto che le parole fluiscano e riecheggino di odori, sensazioni e colori, gli stessi che ora nella sua vita mancano e di cui ha bisogno.

In questo momento così delicato, Lennie, si ritrova dinnanzi a un bivio: vivere attaccata ai ricordi di sua sorella o lasciarsi travolgere dalla novità che porta con sé un nuovo arrivato.

Da una parte abbiamo Toby, il ragazzo di Bailey, che è l’unico che riesce a capire cosa si prova a perdere qualcuno di importante, in quanto la sorella di Lennie era l’amore della sua vita e tutto ciò che gli resta è aggrapparsi ai ricordi dei bei tempi andati con la sorella minore, ma se ci pensate è come vivere dentro a un loop e non uscirne, circondati da lei, lei che ora non c’è e che tutti e due vorrebbe accanto.

Dall’altra abbiamo Joe, un nuovo ragazzo che si è appena trasferito e che porta con sé una ventata di freschezza e musica, la stessa che un tempo Lennie adorava e della quale resta un flebile accenno.

È difficile scegliere quale via percorrere, entrambe rappresentano qualcosa di importante, ma possono dare a Lennie l’occasione di riscattarsi e riuscire a mettere un piede dietro l’altro per tornare alla normalità e poter vivere finalmente i suoi sedici anni.

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“È la mia storia dopotutto, e sono io che deciso come raccontarla.”

Jandy Nelson è suggestiva e intensa, riesce a trasmettere forti emozioni attraverso le parole. Ogni dialogo e pensiero di Lennie è così reale e allo stesso cattura il lettore, che resta affascinato dall’essenza della sua prosa.

È questo il genere di romanzo che si fa largo fra la miriade di pubblicazioni che escono ogni anno, un romanzo in grado di raccontare non soltanto una storia, ma che riesce a dimostrare in maniera quasi concreta che nonostante a volte la vita sia dura alla fine sempre e comunque riusciamo a sollevarci.

Diviene fondamentale non chiudersi soltanto in sé stessi, ma lasciare che altri ci offrano il loro aiuto. Il dolore non scomparirà del tutto, questa è una certezza, ma diventerà qualcosa con cui nel tempo si riuscirà a convivere.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia de “Il cielo è ovunque”.
Non perdetevi tutte le recensioni del review party!

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