Review Party: Una cittadina tranquilla di Elsebeth Egholm

“Ed era durante l’attesa che le cose si mettevano in moto. Il bimbo sul canale; la scritta sulla fronte del neonato. A un tratto, del tutto inaspettatamente, aveva avuto la sensazione che le pareti si richiudessero su di lei.”

Pagine: 384

Acquistalo subito: Una cittadina tranquilla

Editore: Newton Compton Editori
Data di uscita: 23 Novembre
Prezzo: € 10,00
Pagine: 384

Dicte Svendsen, giornalista di Århus, una cittadina della Danimarca, insieme alle amiche Ida Marie e Anne, sta festeggiando il compleanno in un delizioso caffè in riva al fiume, quando una bacinella compare sulle acque, suscitando la loro curiosità.
La sorpresa, però, diventa subito orrore quando si scopre che dentro c’è il corpo senza vita di un neonato, accompagnato dalla copia di una pagina del Corano. Il commissario Wagner viene incaricato del caso e a Dicte viene assegnato dal suo giornale il compito di scriverne. Ma i particolari inquietanti non smettono di ossessionare le tre amiche, visto che nella clinica in cui Ida Marie sta per partorire qualcuno ha tracciato delle agghiaccianti scritte sulle fronti di alcuni neonati. Poco dopo, appena nato, lo stesso figlio di Ida Marie viene rapito e Dicte si ritrova sempre più invischiata nelle indagini. Dovrà trovare la forza di affrontare il proprio passato, fare finalmente pace con i suoi fantasmi interiori. Ma per farlo dovrà imparare a guardare oltre le apparenze.

 

 

Source: Google Images

“Un’unica parola. Cinque lettere. E niente era più come prima, sempre che lo fosse mai stato.”

Oggi in occasione del review party parliamo di “Una cittadina tranquilla” di Elsebeth Egholm, pubblicato in Italia da Newton Compton. Dai suoi romanzi è stata tratta una serie televisiva, “Dicte”, che segue le vicende della giornalista di cronaca nera, Dicte Svendsen, trasmessa su Fox Crime l’anno scorso.

Solitamente, quando arriva una nuova serie su Fox Crime tendo a buttarmici a capofitto, attirata dai trailer che girano in continuazione sul canale. È così che mi sono innamorata anche di “Candice Renoir” e di altre bellissime serie, ma leggere i casi è diverso dal guardarli, quindi non potevo non appassionarmi a Dicte. Sono felice che Newton abbia portato in Italia il primo romanzo e non vedo l’ora di leggere i prossimi.

La serie mi aveva intrigata moltissimo, i casi erano veramente complessi e soprattutto ho apprezzato tanto seguire le indagini dal punto di vista di una giornalista piuttosto che del detective di turno. Non fraintendetemi, amo i profiler e detective in generale, ma trovo affascinante assistere ai fatti da una diversa prospettiva, scoprire dove si focalizza lo sguardo del protagonista per riuscire a risolvere un caso, in questo particolare romanzo, serve per poter scrivere un articolo di cronaca, che non è mai facile, anzi spesso è più difficile filtrare l’intera indagine in un trafiletto, lasciando da parte i sentimenti soprattutto quando coinvolgono un bambino.

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“Lei rimase zitta e immobile, come se rischiasse di rompersi. Una clessidra che sarebbe andata in frantumi al più piccolo movimento.”

Questa volta, infatti, la quiete di Århus viene turbata dal ritrovamento del cadavere di un neonato all’interno di una bacinella che galleggiava lungo un canale. A fare la macabra scoperta è stata proprio la protagonista, Dicte Svendsen, giornalista di cronaca nera, che si stava godendo una colazione con le sue amiche, Ida Marie e Anne. Per le tre amiche sarà soltanto l’inizio di un terribile incubo, che dovranno affrontare l’immensa crudeltà del genere umano.

Ormai è risaputo che le vittime di crimini sono proprio i bambini, creature innocenti e vulnerabili, che ogni giorno pagano per i nostri errori. Sulla fronte del neonato è stata scritta la parola “Muori”, un imperativo tanto crudele quanto categorico, un ordine o una condanna?

Non è soltanto il caso a colpire gli abitanti di Århus quanto l’impatto emotivo che quella tragedia porta con sé. A Dicte viene affidato l’ingrato compito di scrivere della tragedia e di seguire le indagini per riportare i fatti nei suoi articoli.

La sua carriera è messa a dura prova dal caso perché è innanzitutto una madre e ragionando come tale, non riesce a distaccarsi da ciò che è successo ed è per questa ragione che farà l’impossibile per venirne a capo. Ogni volta che si avvicina alla verità qualcosa del suo passato riemerge, il bambino diventa a tutti gli effetti la motivazione necessaria per affrontare ciò che continua a lasciarsi alle spalle.

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“Non le voleva, quelle storie. Non voleva farle sue. Ma più tentava di bloccarle, più gli interrogativi si facevano insistenti, più la sua resistenza veniva fiaccata.”

Non è il solito debutto che deve impressionare i lettori con tanto intrigo e suspense, ma è uno di quei casi in cui il protagonista deve affrontare qualcosa che lo farà crescere, aiutandolo allo stesso tempo a risolvere l’indagine, indizio dopo indizio, cercando di andare oltre il punto di vista risolutivo della polizia, ma entrando più a fondo con la cronaca.

 Elsebeth Egholm ci offre non solo la possibilità di riflettere ma anche di conoscere meglio e più approfonditamente la sua protagonista, Dicte Svendsen e il suo mondo traballante, sempre in bilico tra parole e crimini.

Una domanda sorge spontanea arrivati a questo punto: chi è Dicte Svendsen?

La giornalista di cronaca nera è una donna spezzata, che nonostante le avversità della vita continua a chiudere e richiudere le sue ferite, andando avanti, come qualunque altro e svolgendo un lavoro che per quanto appassionante, ogni volta le porta via qualcosa.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia de “Una cittadina tranquilla”.
Non perdetevi tutte le recensioni del review party!

May the Force be with you!
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