Sento la neve cadere di Domenico Infante | Recensione di Sandy

“Esilio è la vita mia, nascere con il mare negli occhi e morire con la terra nel naso e i monti sopra e sotto di sè.”

IL ROMANZO

Prezzo: € 11,50

Sento la neve cadere

di Domenico Infante

Acquistalo subito: Sento la neve cadere

Pagine: 128
Collana: Voci
Genere: Romanzo

Nel microcosmo di una provincia si muovono le vicende di Salvatore Salvati, di due bambini che crescono insieme, dell’amicizia inossidabile tra Gaspare, Esilio e Peppina.
In quel morso di cielo vivono anche la famiglia Diotallevi, un vecchio centenario, un barone e sua nipote Giulia.
Qualcosa travolgerà quel confine abbattuto solo per decreto, dove tutti conoscono tutti. Una rivelazione, arrivata da molto lontano, porterà un vento folle, finora distante, che ne sconvolgerà la vita.
Torna, questa volta con il romanzo, la scrittura magnetica di Domenico Infante.

Let’s talk about “Sento la neve cadere”

 

“Sento la neve cadere, sto un poco con gli occhi chiusi a sentire i fiocchi che cadono per terra.”

Vi avevo anticipato che vi avrei parlato di due romanzi peculiari. Dopo “Il nido” vi racconto di questa meravigliosa scoperta: “Sento la neve cadere”. Scrittura & Scritture è una voce fuori dal coro, sempre alla ricerca di storie particolari, perle un po’ sporche il cui tessuto madreperlato è scheggiato, ma con la dovuta cura, possono tornare a brillare e splendere come prima. Eliana e Chantal Corrado scelgono di andare controvento, tuffandosi dentro le storie che raccontano qualcosa di vero e prezioso e non le futilità della vita.

Domenico Infante cattura momenti, attimi in fuga, per raccontare storie. Proprio come un abile cantastorie il suo potere risiede nella sua penna che tratteggia i suoi personaggi con maestria, giostrandosi tra le righe che trasudano poesia.

“Esilio è la vita mia, nascere con il mare negli occhi e morire con la terra nel naso e i monti sopra e sotto di sè.”

Un graffio nel tessuto siciliano, Petrolia Sottana, un paesino sospeso nel tempo, dove la vita scorre spontanea, dettata dal ritmo della routine dei suoi abitanti.

Un errore all’anagrafe cambia il nome di uno dei protagonisti di questa storia, rendendolo qualcosa di strano e singolare. Ersilio diventa Esilio. Un nome particolare che richiama una condizione da esule, come quella di un reietto strappato dalla sua terra. Il giovane diventa il pretesto per raccontare la vita di un piccolo paesino che sembra essere a malapena cosciente di essere sull’orlo di un’imminente guerra. Ciò nonostante non si ferma alla sua vita il racconto ma ingloba tutto ciò che ha attorno, amicizie e familiari compresi. Diventa dunque un romanzo corale, dove le voci di sfondo hanno la loro importanza, ogni singolo dettaglio o gesto diviene importante ai fini della narrazione. Infante sceglie il dialetto come lingua madre dei suoi personaggi, facendo immergere il lettore sempre più a fondo nella realtà dell’epoca, quasi come si potesse respirare quella stessa aria ad anni di distanza.

“Vent’anni e sentire molte voci: la guerra lontana si era fatta sempre più vicina.”

Proprio come le stagioni le fasi della vita sono in continua evoluzione nel microcosmo costruito dall’autore, che si serve di metafore per descrivere la vita di contadini alle prese con le loro abitudini, in balia dei contrattempi che derivano dalle stagioni e in tutto questo la guerra che sembrava distante comincia ad invadere la loro quiete. Improvvisamente il paesino non è più sotto una cupola apparente.

Ogni individuo è un granello di sabbia dentro la clessidra della vita, che grazie all’autore riusciamo a conoscere meglio, sullo sfondo di fatti storici realmente accaduti.  

La storia non è fatta soltanto di vincitori o guerre, ma di individui che nel loro piccolo hanno rivoluzionato il mondo, tramandando di generazione in generazione la loro storia, in modo che non possa mai morire. Sono gli usi e i costumi dei nostri avi ad averci insegnato ciò che ora sappiamo, ad averci permesso di evolverci (si spera) in meglio. In questo caleidoscopio di colori Domenico Infante riesce alla perfezione a regalarci un piccolo scrigno di verità. È la prima volta che mi imbatto in lui come autore, ma posso dirvi che è unico nel suo genere, proprio come Adriana Assini, i due sembrano essere pittori abilmente capaci di dipingere storie tra le pieghe del tempo, risultando essere intramontabili.

 

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