TGIF – Book Whispers #30: I libri consigliati di questa settimana

Giuro solennemente di avere buoni consigli…

È venerdì e questo significa che io Sara di Bookspedia siamo pronte a condividere con voi i nostri romanzi preferiti. Questa settimana vi consiglio tre romanzi, un paio di thriller e un classico.

Non sono un mostro di Carme Chaparro

Pagine: 312
In un centro commerciale di Madrid, nel mezzo della confusione di un pomeriggio di acquisti, qualcuno osserva i bambini che giocano. Sarebbe facile sceglierne uno e rapirlo. Molto facile, se solo la mamma si allontanasse… Ecco, una mamma si distrae. Per un attimo lascia la mano del suo piccolo per guardare una vetrina. Abiti colorati, scarpe meravigliose. È lontana. Quanto basta. Al mostro bastano pochi secondi. Qui inizia l’incubo, all’improvviso. Eppure c’è qualcosa di peggio d’un incubo che ha per involontario protagonista un bambino indifeso. È quando lo stesso incubo si ripete a distanza di tempo. Prima uno, poi un altro… Non c’è nemmeno il tempo di respirare per i personaggi principali di questo thriller che ha convinto i lettori spagnoli salendo al vertice della classifica dei libri più venduti: Ana Arén, ispettore di polizia, e Ines Grau, giornalista e scrittrice, sprofondano in un’indagine ad alta tensione che le vede allo stesso tempo predatrici e prede.

Magari questo è il mio giorno fortunato. Al solo pensiero mi viene l’acquolina in bocca e fremo come una foglia. Lo riguardo e scatta il colpo di fulmine. Sì, è lui. Quel bambino sarà la salvezza. Il gioco ha inizio. Questa volta sul serio. È il punto di non ritorno.

Questo è un romanzo che affonda gli artigli in un aspetto inquietanti e preoccupante della società odierna, ovvero, tratta in maniera approfondita ed introspettiva di tutto ciò che accade intorno ad un caso di cronaca nera, tutta l’attenzione dei media che fuorvia le menti degli spettatori e lo fa utilizzando uno dei crimini più tremendi fra tutti, il rapimento di bambini. Ma non si ferma qui, allo stesso tempo mostra il rovescio della medaglia, le forze dell’ordine impegnate ad acciuffare un criminale inafferrabile, invisibile, Slenderman.

Il termine “slenderman” significa “uomo magro”, quasi a suggerire che questa sua condizione sia dovuta alla sua grande “fame”, una voglia matta e sconsiderata di ottenere ciò che cerca, di affondare i denti nel frutto più proibito fra tutti quanti.

Non a caso il romanzo si apre con il predatore alla ricerca della sua prossima vittima, un bambino di quatto anni chiamato Kike, poi dopo scompare anche Pablo. Eppure prima di ritornare ad occupare una grossa fetta dei media, Slenderman ha “dormito” per due anni, tenendosi stretta la sua prima vittima, trascinandola con sé in un lungo letargo costellato da orrori.

Stavolta, come spesso accade nel mondo reale, qualcuno ha voluto disturbare il cane che dormiva, provocandolo, lanciandogli un sassolino e questo solo per poter vedere le sue zanne. Il problema è che una figura del suo calibro non si limita solo a mostrarli i denti, ma è così bramoso, così arrabbiato che li affonda nella carne del primo che passa.  È proprio così che i media passano da messaggeri diventano micce pronte a far esplodere la follia predatoria di questo criminale.

La fattoria dei gelsomini di Elizabeth von Arnim

Pagine: 348

Lady Daisy e sua figlia Terry hanno invitato alcuni ospiti a trascorrere il fine settimana nella loro dimora di campagna. Ma la padrona di casa, di solito ineccepibile, non si rivela all’altezza. Più passa il tempo, più il soggiorno, che culmina in un interminabile pranzo, diventa un supplizio per tutti: il caldo è insopportabile, le interazioni obbligate alla lunga sfiancano, e il dolce all’uva spina, causa di imbarazzanti malesseri, è il colpo di grazia. Sempre più insofferenti, Mr Topham e il misterioso Andrew trovano rifugio in una lunga partita a scacchi, che si protrae fino a notte inoltrata, quando tutti gli altri sono già a letto. Peccato solo che la candida Terry, il mattino dopo, sappia chi ha vinto. A questo punto i sospetti di adulterio della moglie di Andrew diventano certezza: alla giovane Rosie non resta che mettere a punto la vendetta. E quale miglior alleata, se non la madre, l’esuberante Mrs de Lacy, scaltra come poche, che non vede l’ora di irrompere sulla scena, avendo già fiutato l’occasione per guadagnarci qualcosa?
Con la sua eleganza e la sua ironia tagliente, Elizabeth von Arnim ci racconta tutto quello che si nasconde dietro l’ipocrisia dei salotti dell’aristocrazia inglese in un romanzo che fa ridere e sorridere spesso, pervaso di un allegro cinismo e di un’irriverente satira sociale.

“Vedeva una donna che era diventata meschina per essersi negata ogni impeto, nell’amore come nel perdono; una donna manierata, con ambizioni degne del più oscuri arrivista; e stupida, perchè ogni volta si era lasciata sfuggire la sostanza cercando di afferrarne l’ombra.”

Com’è finora accaduto nei romanzi che ho letto dell’autrice, un luogo diventa un punto di partenza per lavorare su sé stessi e qui si nota anche la sfumatura marcata del fiore, un intenso profumo che oltre a riportare alla mente ricordi purifica l’animo della protagonista o almeno ci prova.

Il vero punto di forza della scrittrice sono i suoi personaggi, finora ho sempre avuto fra le mani donne spezzate, impaurite e annoiate, a caccia di qualcosa di più di ciò che può offrire la borghesia, donne che anche se hanno paura di remare controcorrente si buttano e cambiano le loro esistenze.

Questo è un romanzo che coglie l’essenza della società e della sua struttura, radicate nei preconcetti degli esseri umani fin dall’alba dei tempi. L’autrice però va oltre, usando questo come copertina diun libro che invece racconta la difficoltà del rapporto fra una madre e una figlia, in particolar modo quando la comunicazione incontra barriere troppo grandi da abbattere.

La fattoria dei gelsomini è un viaggio che parte da un mondo effimero e frivolo attraversando tantissimi ostacoli fino ad arrivare a colpire il cuore delle persone, strappando loro le maschere che hanno deciso di indossare.

Ti sto guardando di Teresa Driscoll

Pagine: 336

Durante un viaggio in treno Ella Longfield nota due uomini che flirtano con delle adolescenti. Inizialmente non dà molto peso alla cosa, ma quando comincia a mettere meglio a fuoco la situazione il suo istinto le dice che dovrebbe intervenire. È sul punto di chiamare aiuto quando qualcosa la ferma. Il giorno successivo, al risveglio, scopre che Anna Ballard, una delle ragazze del treno che l’aveva colpita per i suoi splendidi occhi verdi, è scomparsa. Trascorso un anno, Ella non ha ancora trovato il coraggio di perdonarsi, ma c’è anche qualcun altro che non ha dimenticato. Ella inizia infatti a ricevere inquietanti lettere piene di minacce. Lettere che le fanno temere per la sua stessa vita. È la paranoia a convincerla che persino le persone che la circondano sappiano qualcosa di cui lei è all’oscuro? L’unica cosa certa è che qualcuno la sorveglia e sa sempre esattamente dove si trova. Perché la sta guardando. La sta guardando.

Allora me la sento calare addosso: l’ombra del coperchio rassicurante della mia vita, che assomiglia a una scatola di cioccolatini. Mi sento rimpicciolire sempre più nel buio.

Questo è un romanzo che regala attimi suspense e allo stesso tempo assuefazione, sì, perché si rimane incollati alle pagine, non si può far a meno di andare avanti per scoprire la realtà che si cela questo crimine.

Sicuramente in quanto a personaggi non si può dire che siano tutti piatti, Ella, ad esempio, evolve nel corso della storia, anche quando il caso cade nel dimenticatoio e viene rispolverato dal talk show di turno.

Sicuramente in quanto a personaggi non si può dire che siano tutti piatti, Ella, ad esempio, evolve nel corso della storia, anche quando il caso cade nel dimenticatoio e viene rispolverato dal talk show di turno.

Come esordio nel thriller sicuramente Teresa Driscoll è un nome che bisogna ricordare, in attesa del suo prossimo romanzo dal titolo “The Friend”, in uscita a maggio di quest’anno all’estero e che io non vedo l’ora di scoprire.

Ti sto guardando non è soltanto il titolo di questo romanzo, ma un’arma a doppio taglio, un gioco di specchi nel quale è difficile distinguere i riflessi che vi si specchiano dento.

Per questo appuntamento è tutto. Ricordatevi di passare da Sara di Bookspedia per scoprire i suoi consigli!
A venerdì prossimo!

May the Force be with you!
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