Il Vesuvio sotto le alpi di Domenico Dimase | Recensione di Sandy

“In pratica, stavano lavorando per concretizzare un sogno.”

IL ROMANZO

Prezzo: € 19,00

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Massimo Torciani, giovane ingegnere lodigiano, con le sue due sorelle emigra dal Nord Italia a Napoli, per trovare lavoro e qualcos’altro, con un’ipotetica inversione dei fenomeni migratori del passato. Qui i tre si caleranno in un mondo fatto di personaggi e situazioni che influenzeranno la loro esistenza, con valori e straordinari rapporti che modificheranno profondamente il loro modo di guardare la vita. I tre protagonisti sono accompagnati da altre figure con le quali interagiranno, anche nella cornice dell’America’s Cup. A essi si aggiunge la presenza di personaggi delle comunità straniere migrate nel Bel Paese: cinesi e slavi, il cui ruolo risulterà ingombrante, per certi versi, sui delicati equilibri della società locale, adombrandoli con oscuri disegni, accompagnati da uno scenario fitto di contraddizioni, spionaggi e malaffare. La costruzione di una barca da regata, il cui nome rinsalda l’unità del paese, “Il Vesuvio sotto le Alpi”, e la conquista del prestigioso trofeo velico della Coppa America, organizzata nelle acque del Golfo, diventano i temi principali del romanzo.

Let’s talk about “Il Vesuvio sotto le Alpi”

“L’odore della salsedine marina si confondeva con quello acre delle saldatrici già attive nei cantieri.”

Oggi parliamo del romanzo di Domenico Dimase, scrittore materano che, con il romanzo “Il Vesuvio sotto le Alpi”, racconta una storia che van ben oltre l’America’s Cup, ma che diventa un’opportunità per affrontare la realtà attuale dei fatti, un continuo flusso di persone costrette a migrare da un posto all’altro per trovare un equilibrio che possa permettere loro di sfruttare le proprie capacità e potenzialità in un mondo sempre più alla deriva nel quale ogni risorsa diventa preziosa.

Gli effetti della globalizzazione ci sono ben noti, da che si era cittadini del proprio paese si diventa cittadini del mondo intero, o meglio, cittadini di una realtà allargata che vede tutti come numeri e nessuno è più una persona. L’importanza di ognuno di noi è legata soltanto alla quantità del lavoro che riusciamo a svolgere e non alla qualità di quel lavoro, persone incapaci ma veloci nel fare le cose valgono più di quelle lente ed esperte. Si preferisce una massa di stagisti non pagati a pochi dipendenti esperti, ma ormai la musica è cambiata perchè ora anche la massa di stagisti deve avere esperienze pluriennali per lavorare senza essere pagati o avere stipendi ridicoli, spesso incantenati addirittura ad un voucher. Ma la globalizzazione non  è solo questo, è un fenomeno di massa, grazie al quale a tutti piacciono le stesse cose. Se la tv dice che il giallo è il colore più bello del mondo e gli influencer lo confermano, state pur certi che diventerà il must dell’estate.

“La sua soddisfazione si mischiò presto a un leggere tremore nelle gambe.”

In questo scenario trova la sua massima espressione il personaggio principale Massimo Torciani, giovane ingegnere, costretto migrare insieme alle sue sorelle verso Napoli per trovare un futuro migliore o quanto meno provare a realizzarlo. La città campana è un calderone di diverse culture ed etnie che offre le opportunità di cui abbiamo parlato prima, ma non solo, è il calore della sua gente a stravolgere la visione della vita del protagonista tanto da portarlo a scoprire qualcosa di nuovo oltre il semplice lavoro di cui ha bisogno. Il continuo cambiamento ha arricchito la città di forti presenze provenienti da altri paesi che sembrano quasi “stonare” nel pittoresco quadro descritto dall’autore.

Al centro del romanzo c’è la realizzazione di una barca chiamata “Il Vesuvio sotto le Alpi”, per partecipare alla famosa regata, l’American’s Cup. Il nome stesso dell’imbarcazione è un chiaro simbolismo di unità del paese, che per una volta nella storia -in questa storia- si ritrova a fronte unito per “combattere” per gli stessi ideali.

“Il Vesuvio sotto le Alpi rendeva al meglio con la condizione del vento sostenuto.”

Questo romanzo è un grido della situazione attuale del paese, una nazione divisa da un limite mentale più che geografico. Stereotipi e pregiudizi sono anche alla base di questa netta divisione, uno non riesce a trovare il lato positivo dell’altro estremo, ma lo ignora, rendendo ancora più distante e fragile l’equilibro di un intero paese.

Il romanzo di Domenico Dimase sottolinea gli effetti di questa diviose, ma attraverso le sue riflessioni è possibile anche cogliere il lato malinconico di una nazione frammentata e abbandonata a sè stessa.

È un romanzo che spinge le persone a porsi domande e provare a rispondere ai fatti con ipotesi di cosa sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente. È un romanzo che vibra di storia e anche di attualità, trovando il suo apice in niente poco di meno di una competizione nella quale si è (quasi) costretti a darsi man forte e mostrare al mondo che c’è ancora unità.

Note sull’autore – Domenico Dimase:

 

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