A tu per tu con Massimo Piccolo

 

Massimo Piccolo: Nato a Pomigliano D’Arco (Na). Per i tipi della Cuzzolin ha pubblicato “Estelle. Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon” nel 2018.

 

 

Editore: Cuzzolin
Data di uscita: ottobre 2018
Pagine: 390
Prezzo: 14.90 €

In una Napoli vera e contemporanea (lontana dal folclore o dal racconto di Gomorra),
nel normale scorrere delle giornate di cinque ragazzi, tra passioni, desideri e i naturali intoppi del diventare adulti, si insinua una realtà fatta di misteri e accadimenti inspiegabili e spaventosi. Chi è Layla e quali segreti nasconde? E chi si cela dietro il personaggio de la sposa, una sacerdotessa amorevole che ha saputo decifrare i mille indizi che la città conserva (ora in una cappella chiusa del Duomo, ora in un dipinto, ora nelle fattezze di una Madonna col Melograno) o una spietata dispensatrice di morte? E Gabriel, mente brillante e razionale immune anche al più piccolo tentennamento, che già a cinque anni ai cartoni animati preferiva i programmi di Piero e Alberto Angela (e socio del Cicap a dodici), riuscirà a interrompere quanto di drammatico e incomprensibile sembra destinato a succedere?

 

 

Benvenuto nuovamente Massimo nella nostra piccola Stamberga, è davvero un piacere ritrovarci per una chiacchierata riguardo la sua nuova opera, Layla.

Grazie moltissime a voi per avermi voluto ospitare ancora, è davvero un piacere.

 

  • Come è nata l’idea di Layla?

La prima immagine di Layla è arrivata a corredo di un pensiero esile, sottile e forte come la tela di un ragno. La ragnatela, vista dall’esterno, appare così impalpabile e inconsistente da sembrare effimera, ma la stessa ragnatela, considerata dal punto di vista del ragno o degli insetti che vi restano intrappolati, è indistruttibile, mortale. Da questa piccola riflessione si sono sviluppati i tre anni di lavoro e le 380 pagine di Layla. Con l’obiettivo di raccontare una storia che, se dall’esterno apparisse come qualcosa di normale, per lettori e personaggi funzionasse proprio come la tela di un ragno.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Sì. Il risveglio di Layla a Napoli, il primo giorno nella sua nuova città. Lo sviluppo cronologico della storia (il libro si apre col diciassettesimo compleanno di Layla e si chiude esattamente 365 giorni dopo), mi ha permesso di scrivere rispettando l’andare dell’anno.

 

 

  • Ci descriva brevemente i protagonisti della storia.

I protagonisti assoluti sono 5 ragazzi – Gabriel, Sara, Pisto, Bianca e Layla – e 3 adulti – Anna, Alessandro e la Sposa. Gabriel e Pisto (Tommaso Pistone) sono all’ultimo anno. Sara, Bianca e Layla al penultimo. Gabriel è la persona più razionale del mondo, tanto che come regalo dei suoi 12anni si fece regalare la tessera del Cicap di Piero Angela. Ha un blog che smaschera bufale, credenze e superstizioni. Pisto è suo amico da sempre. Ha un’intelligenza molto sopra la media che coltiva con attenzione perché sa che è l’unico modo per poter uscire da una famiglia che attraversa un periodo di indigenza. Fino al terzo anno delle superiori era in perfetta sintonia col suo amico perché entrambi un po’ nerd, ma negli ultimi due anni Gabriel ha perso un po’ di chili, si è irrobustito facendo piscina e si è fidanzato con Sara. Quindi Pisto, a tratti, si sente un po’ tradito nella sua amicizia. Sara adora la moda, ha un blog e un profilo instagram che cura in maniera maniacale. Bianca, la sua migliore amica, è la ragazza più chiacchierata del liceo per via di un paio di relazioni avute con ragazzi che si sono scoperti poco seri. Adesso vive (male) il rapporto con un ragazzo molto più grande. Layla è il “corpo estraneo” che, casualmente, arriva nel gruppo. Timidissima, sempre pronta ad arrossire, si sente così trasparente e poco interessante – anche perché sembra più piccola della sua età – da pensare a sé stessa come a un fantasma.  Alessando, il Notaio D’Ambrosio è il padre di Layla. Un personaggio ambiguo. A tratti violento a tratti molto remissivo. Vive da solo con la figlia da quando la moglie (Layla aveva 12 anni) è morta. Anna è una giovane e affasciante signora che abita vicino l’abitazione che il notaio ha preso in affitto. Cerca in tutti i modi di diventare amica di Layla così come è diventata amica del padre.

E poi c’è la Sposa Vergine. Un personaggio molto ambiguo che “corre” nell’anno raccontato di Layla in maniera del tutto indipendente. È una sorta di sacerdotessa della religione più profonda e antica che permea Napoli.

 

 

  • Quale dei suoi personaggi preferisce? Ha qualcosa in comune con lei/lui?

Dopo tre anni di convivenza – in periodi in cui, per causa di forza maggiore, mi è capitato di potermi relazionare solo con loro – ormai questi personaggi mi sono profondamente amici. Con Gabriel condivido la visione razionale e, forse, cinica della vita. La Sposa è una delle donne più sexy che abbia mai conosciuto. Pisto è l’amico che mi ha salvato la vita. Sara e Bianca hanno diverse caratteristiche di storie passate e perdute nel tempo. Anna è la signora che tutti vorrebbero almeno poter cenare una volta nella vita. Di Layla è impossibile non innamorarsi un po’.

 

 

  • Come mai ha scelto di ambientare il suo romanzo a Napoli?

Napoli per Layla non è una semplice ambientazione (o agorà – per quelli che parlano bene), ma è una vera e propria protagonista. Tutta la parte esoterica e misteriosa del romanzo proviene dai 25 secoli di storia di questi luoghi.

 

 

  • In cosa differisce la Napoli che ci racconta in Layla dalla Napoli folcloristica?

La mia è la Napoli vissuta dalla quasi totalità dei cittadini. La Napoli che non ha rapporti con la camorra o con la droga, che non ascolta i cantanti neomelodici e non vive in funzione del calcio. È la Napoli fatta da persone comuni che vanno al lavoro, con i figli che studiano come nella quasi totalità delle città che conosciamo. Una Napoli “normale”, quella che difficilmente viene raccontata.

 

 

  • Una curiosità, secondo lei un ragazzino che vive la propria adolescenza a Napoli può incontrare più difficoltà?

Il problema non è dove vivi ma che tipo di risorse (economiche) hai.

 

  • Qual è la fase più ardua affrontata dai protagonisti nel percorso di crescita verso l’età adulta?

Il distacco dalle abitudini e sicurezze vissute nell’adolescenza per lanciarsi nell’età adulta.

 

 

  • Napoli è una città molto affascinante che custodisce segreti, potrebbe svelarcene uno?

Nel libro ne racconto diversi (tutti – o quasi – scoperti su vecchissimi libri o sul campo). Uno su tutti: nel Duomo di San Gennaro – quello conosciuto per il “miracolo del sangue” – esiste un’unica cappella dall’accesso vietato, e tenuta sotto chiave… in questa cappella sono celati due indizi importantissimi per poter comprendere la realtà esoterica de la Sposa Vergine…

 

 

  • Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?

Come in tutti i miei lavori, anche in Layla la musica è molto presente. Si passa da Jovanotti ai Beatles, da Debussy a Fenesta Vascia…

 

 

  • Ha incontrato difficoltà nella stesura del romanzo?

Tante. È stata un’opera complicatissima. Trattare questa materia in maniera credibile e comprensibile non è stata un’operazione semplice. Non a caso mi sono avvalso di molti betareader tra una stesura e l’altra (ne sono state fatte 7) del testo.

 

 

  • C’è qualche curiosità che non ha scritto nel romanzo e vuole condividere con i lettori?

Come da buona tradizione quando si toccano alcune materie, anche durante la stesura di Layla di cose “strane” ne sono successe diverse… tanto che una persona che stava lavorando a un progetto afferente al romanzo si è così suggestionata da rinunciare all’incarico…

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Riguarda sempre Layla e coinvolge una piattaforma molto conosciuta… ma, al momento, non posso dire nulla.

 

La ringrazio per il tempo che ci ha dedicato, è stato un vero piacere.

 

Piacere assolutamente mio.

 

 

 

 

May the Force be with you!
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