A tu per tu con Vincenzo Galati

 

Vincenzo Galati genovese, nato nel 1971, vive e lavora a Siena ed è impiegato per necessità, lettore per passione e scrittore per vizio. Ha esordito con Lo strano mistero di Torre Mozza, a cui è seguito Chi non muore. È fermamente convinto che l’ironia salverà il mondo.

 

 

Editore: Oakmond Publishing
Data di uscita: 15 giugno 2019
Pagine: 203
Prezzo: 4.99 € ebook ; 14.90 € cartaceo

Protagonisti di questa storia ironica e fuori degli schemi un gruppo di strampalati amici, un po’ in là con gli anni ma con l’entusiasmo di ragazzini scatenati, alle prese
con un’incredibile avventura. Tra una partita a carte e un cruciverba, i nostri s’imbattono in un omicidio e nel furto di una vecchia moneta di enorme valore.
Capitanati dall’impavida Olga, gli arzilli vecchietti mettono in atto un ingegnoso piano che proverà a trasformarli in intrepidi giustizieri dai capelli d’argento. Ma sulla loro strada si presentano ostacoli e imprevisti di ogni tipo. Riuscirà la sgangherata banda di nonnetti a dipanare il bandolo della matassa?

 

Benvenuto Vincenzo nella nostra piccola Stamberga, è un vero piacere fare la tua conoscenza e chiacchierare insieme del tuo romanzo, Beata gioventù

 

  • Come è nata l’idea di Beata gioventù?

Beata gioventù è un romanzo scritto per divertirmi e far divertire. Nasce dall’idea di creare un contenitore, una sorta di pentolone, all’interno del quale mettere un po’ di cose che mi piacciono, a cominciare dalla farsa comica, sotto forma delle avventure, che in certi casi diventano disavventure, di un gruppo di vecchietti, incoscienti, coraggiosi ma anche irrimediabilmente pazzerelloni. A tutto ciò ho aggiunto l’intreccio investigativo tipico del giallo, anche se in questo caso possiamo definirlo un giallo paglierino. Infine, ho messo dentro anche un pizzico di commedia d’ambiente, per portare in scena uno spaccato di Liguria, in cui lo sfondo e il contesto sociale avessero un ruolo di primo piano.

Il tutto è stato mescolato, o remesciato, come si dice a Genova, sino a ottenere un composto omogeneo… sale e pepe a volontà e… voilà, a tavola, Beata gioventù è servita!

Da divorare senza moderazione!

 

 

  • C’è un episodio che ti si è delineato prima degli altri?

Quando inizio la stesura di un nuovo romanzo ho un’idea di massima, la storia si dipana nella mia testa man mano che la scrivo. Mi concentro su un singolo episodio alla volta e mi piace procedere seguendo un ipotetico ordine cronologico degli eventi. Non so bene neanch’io cosa succederà nel capitolo successivo fino a quando non ci arrivo.

Tutto questo preambolo per dire che l’episodio che si è delineato per primo nella mia mente è stato l’incipit.

A questo punto, chi non ha letto il libro potrà nutrire la curiosità di leggere questo fantomatico incipit, ebbene, vi rivelo un segreto ma, mi raccomando, non ditelo a nessuno… I primi capitoli li trovate gratis online… cercateli!

 

 

  • Come mai hai scelto di ambientare il tuo romanzo a Genova?

Perché Genova è la città in cui sono nato e cresciuto e, anche se non vivo più là da una quindicina d’anni e ci torno raramente, resta una città di cui conosco curiosità, vizi e virtù; poi per una storia come questa rappresenta l’ambientazione ideale.

 

 

  • Quale dei tuoi personaggi è il tuo preferito? Hai qualcosa in comune con lei/lui?

Sono molto legato a Olga, la protagonista principale del romanzo. Una Miss Marple in versione rock e in salsa al pesto, con una personalità folle e irresistibile. Purtroppo non ho quasi nulla in comune con lei però mi piacerebbe avere la sua risolutezza, la sua capacità di non darsi mai per vinta e di affrontare le situazioni, anche le più estreme, con lucidità; ma soprattutto mi piacerebbe arrivare alla sua età in quelle condizioni fisiche e mentali, però con una vita un poco più tranquilla, quello sì!

 

 

  • Descrivici Olga con tre aggettivi.

Folle, ribelle e coraggiosa.

 

 

  • Quale reputi la difficoltà più grande affrontata da Olga?

Olga nelle difficoltà ci sguazza e lo fa con maestria e nonchalance.

Se questa fosse un’intervista doppia, sono convinto che io e Olga risponderemmo diversamente a questa domanda: io ti direi il suo tentato omicidio lei invece ti direbbe calarsi da un’impalcatura al terzo piano.

 

 

  • Come mai hai reso protagonista del giallo una moneta antica?

L’idea di scrivere una storia che ruotasse attorno a una moneta antica mi è venuta andando a venderne una; purtroppo per me, però, il valore non si avvicinava per nulla a quello della moneta protagonista del romanzo. Ricordo che, mentre l’esperto sezionava con lo sguardo la moneta, a me è partita la fantasia: a quel punto io non lo seguivo più, in quel momento non mi importava più della valutazione, io ero ormai nel mio mondo, perso dietro alla mia nuova storia…

Comunque poi la moneta l’ho venduta.

 

 

  • Hai incontrato particolari difficoltà nella stesura del tuo romanzo?

Diciamo che Olga mi ha aiutato molto a superare le difficoltà, quando incontravo un intoppo era lei a spronarmi, mi mettevo nei suoi panni e lasciavo da parte lo sconforto, attingendo alla sua risolutezza e testardaggine nel perseguire l’obiettivo.

 

 

  • Cosa ti ha spinto a scrivere un giallo?

Il giallo e il mistero mi intrigano da sempre, tuttavia questo forse potrebbe essere visto anche come un romanzo a più anime o una storia travestita da giallo. Alla fine, la definizione più giusta, forse, è quella di commedia poliziesca, una storia a metà strada tra il giallo e la narrativa umoristica.

 

 

  • Se dovessi associare una canzone al tuo romanzo quale sceglieresti?

Sicuramente Smisurata Preghiera di Fabrizio De André. Lo spirito del romanzo è racchiuso tutto in questo verso:

Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità.

 

 

  • C’è qualche curiosità che non hai scritto nel romanzo e vuoi condividere con i lettori?

C’è una cosa che non ho ancora rivelato nelle interviste e nelle presentazioni… Nel romanzo mi sono divertito a inserire tra le righe una critica ironica a un giallo italiano contemporaneo. Sta a voi scoprire quale. Qualcuno tra i più attenti l’ha notato.

 

 

  • Cosa significa per te la scrittura?

Per me la scrittura è libertà: io scrivo se ne ho voglia, quando ho voglia e scrivo ciò che voglio. Se ci pensi non sono molti i momenti della vita adulta che ci permettono di fare queste cose, soprattutto contemporaneamente.

 

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il progetto numero uno è quello di fare un 6 al Superenalotto, ma senza giocarci mi dicono che sia difficile. Nel frattempo mi accontento di attendere l’uscita del prossimo romanzo. Non posso dirvi ancora nulla ma sappiate che ci saranno ancora Olga & friends protagonisti e, udite, udite… No, vabbè dai, non ve lo dico… Dovrete aspettare ancora un pochino!

 

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, è stato un vero piacere conoscerti!

 

 

 

 

May the Force be with you!
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