Absence – La memoria che resta di Chiara Panzuti | Recensione di Deborah

 

Ero fuori. Mi era chiaro da settimane, ma solo dopo l’ultima conversazione con Jared era risultato lampante. Il modo per salvare la mia famiglia era nelle mie mani sotto forma di mappa, ma ero stata troppo orgogliosa per servirmene. Perché volevo restare, perché volevo provare, perché volevo…pretendere. Così come era accaduto col siero, tornare indietro non era la soluzione perché nella vita non esiste indietro. Si può solo andare avanti e diventare chi siamo.

 

Editore: LainYA
Data di uscita: 9 maggio 2019
Pagine: 300
Prezzo: 15.00 €
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Faith Meyers è diventata invisibile. Un’organizzazione sconosciuta le ha somministrato un siero che l’ha fatta scomparire agli occhi del mondo e dalla memoria dei suoi cari. Insieme a Jared, Scott e Christabel, vittime come lei della stessa sorte, la ragazza è stata coinvolta in un esperimento di cui non conosce le regole né lo scopo. Unici indizi: i biglietti di uno sconosciuto vestito di nero, il solo in grado di vederli, che conduce Faith e i suoi compagni, con altri due gruppi di ragazzi, ai quattro angoli del pianeta, alla ricerca dell’antidoto che permetterà ai migliori di loro di tornare visibili.Nel volume conclusivo della trilogia, tutti i tasselli andranno finalmente a posto componendo il disegno crudele di un uomo ossessionato dal proprio passato e divorato dal desiderio di vendetta. Tornare visibili è davvero essenziale per realizzare se stessi?Fino a che punto il giudizio degli altri determina la nostra esistenza?La memoria che resta è l’ultimo capitolo di un percorso di crescita personale,che dallo smarrimento dell’infanzia, dalla rabbia dell’adolescenza,approda finalmente alla consapevolezza dell’età adulta. Un finale inaspettato dove l’obiettivo non è più tornare ciò che si era, ma accettare ciò che si è diventati.NH

 

Oggi è una giornata importante, è l’inizio di una nuova avvincente avventura e la fine di un viaggio che ci ha condotto ai quattro angoli del pianeta, tra incertezza e paura, unione e amicizia, insieme a Faith, Scott, Jared e Christabel, i protagonisti della serie di Absence. Oggi esce in tutte le librerie il terzo ed ultimo volume della trilogia di Chiara Panzuti, con La memoria che resta scopriremo cosa si nasconde dietro questo folle viaggio e soprattutto dietro il siero per l’invisibilità, l’NH1.

 

Lasciai la presa sulla mano di Jared, e quel gesto rappresentò una separazione completa: decisi di liberarlo non solo dalla mia stretta, ma anche dall’ombra che rappresentavo. Fu un lasciarsi quando mai eravamo stati insieme, un perdersi senza mai essersi trovati, ed era l’unico modo per restituire a lui il suo Nord.

 

Non vedevo l’ora arrivasse la data di uscita dell’ultimo volume della serie Absence, ho letto questo romanzo con impazienza e trepidazione, ma anche con un pò di malinconia perché ero consapevole che l’epilogo avrebbe portato con sé la parola fine. Il termine di un ciclo e di un viaggio, l’addio a personaggi che mi sono entrati nel cuore e che mi hanno trasportato in giro per il mondo, il dover salutare situazioni che mi hanno intrigata e appassionata; la fine però in alcuni casi è necessaria, bisogna avere la forza di mettere un punto e lasciare andare, Chiara nella conclusione della sua saga è stata davvero magistrale. Il suo sitle di scrittura si conferma molto fluido ed appassionante, riesce a trasportare il lettore al di fuori dalla realtà e ad avvolgerlo in una spirale di emozioni, pagina dopo pagina ci ancora alla sua storia, rivelando la gusta dose di informazioni per mantenere alta l’attenzione e la voglia continua di sapere. La memoria che resta è un perfetto mix di emozioni e colpi di scena, finalmente tutte le tessere del puzzle saranno messe al proprio posto per dare un volto e un’identità a tutto il peregrinare in giro per il mondo. La memoria che resta mi ha lasciato una forte sensazione di crescita, ho percepito una crescita da parte dei personaggi, da parte dell’autrice e da parte mia come lettrice. Ho incontrato molte riflessioni riguardo l’identità personale, l’essere e il divenire, l’accettarsi e l’andare avanti che mi hanno colpita moltissimo e spinta a riflettere; durante la lettura era necessario avere vicino il telefono per fotografare questi frammenti del romanzo, per non perderli, proprio come le lontre.

 

Era quello l’obbiettivo: essere visti. Per quanto ci girassero attorno, non stavano cercando la rivoluzione, ma solo un modo per tornare a esistere, per tornare indietro, alle loro case, alle loro abitudini, a un passato che l’NH1 aveva contribuito a cancellare per sempre.

 

Ritroviamo la squadra Gamma, unita ma allo stesso tempo divisa nel profondo, la coesione dell’inizio del viaggio sembra sfumata, come le speranze di ritornare visibili e di riappropriarsi della propria identità. Jared e Christabel sono i due membri che più stanno soffrendo gli effetti del siero NH1, sono entrambi molto debilitati, sia nel corpo ma soprattutto nello spirito, l’intruglio che scorre nel loro sangue li spinge a dubitare della loro compagna Faith. Faith è cambiata moltissimo da quando è diventata invisibile, non è la stessa ragazza di quando è partita ed è arrivata ad accettare la consapevolezza che non lo sarà mai più, è inutile combattere per cercare di tornare ad essere quello che si era perché è impossibile dopo il percorso e i cambiamenti affrontati. La vita scorre a senso unico, sempre in avanti. Dopo essere stata prigioniera della squadra Alpha, la protagonista viene guardata con sospetto dalla propria, specialmente in Jared e Christabel si è insinuato il mordente tarlo del sospetto che Faith possa essere una traditrice, e forse lo è sempre stata, fin dall’inizio in conbutta con i temuti avversari. Il clima tra i Gamma, già difficile per l’assurda situazione in cui i ragazzi si trovano, è reso soffocante da dubbi e rancori; ormai il viaggio sta volgendo al termine, tra qualche settimana avrebbe avuto luogo l’ultima prova nelle inospitali e selvagge lande gelate del Canada. L’atto finale avrebbe deciso chi sarebbe perito e chi sarebbe sopravvissuto a questo incomprensibile test del destino.

 

In quel clima rigido trovai una sorta di ispirazione, e imparai da freddo quanto fosse importante saper aspettare; quanto il ghiaccio fosse in grado di formarsi, irrobustirsi e modificarsi prima di scegliere la forma dell’acqua. Volevo fare lo stesso, immersa nel mio inverno, dopo continue crepe e crepacci, e speravo di diventare acqua limpida, libera di scorrere verso una nuova realtà.

 

Nonostante la distanza tra lei e i suoi compagni, Faith è determinata a salvarli perché loro sono la sua famiglia, ed è pronta ad andare nella tana dei leoni pur di riuscire a carpire informazioni chiave per la salvezza. Armata di coraggio e di una nuova concezione di sé stessa, in accordo con Scott, Faith abbandona la propria squadra per presentarsi alla base degli Alpha, basterà la sua formidabile tolleranza al siero per essere accolta da chi stringe le redini del gioco? Nonostante il forte sospetto di Abigail, degli altri membri del team e dei coreani coinvolti nell’operazione, Faith entra a far parte degli Alpha, ovviamente ha tutti i riflettori puntati addosso, la sua libertà è molto limitata, un solo passo falso sarebbe fatale per lei. Gli unici che la accolgono di buon grado sono l’uomo in nero e Ephraim. Ephraim mi piace molto come personaggio, è molto complesso e nasconde molto di più di quanto lascia intravedere, lo vedo molto in armonia con Faith, nonostante sono nemici hanno qualcosa che li accomuna nel profondo. Durante il soggiorno con la squadra Alpha, Faith riesce a mettere le mani su molte informazioni, e piano piano inzia a conquistare la fiducia o almeno l’accettazione dei membri della nuova squadra. La protagonista scopre che c’è molto più dell’illusionista e dell’uomo in nero dietro l’assurdo esperimento che li ha privati delle loro vite: una lotta di potere e supremazia, da ottenere attraverso la conoscienza, la scienza e il tradimento. L’ultima prova sarà la più difficle, decreterà vita o morte, i protagonisti dovranno semplicemente sopravvivere, una sfida contro la natura selvaggia, contro sé stessi e contro gli effetti del siero NH1.

 

Ero pronta per l’ultima prova, che altro non era se non una offa imitazione della vita: andare avanti, nella consapevolezza di essere soli con noi stessi; visibili, senza bisogno di conferme da parte dell’esterno, reali e veri in ogni nostra imperfezione. Ero pronta per avanzare nel nulla, preoccupandomi sole dei miei passi, ed ero pronta anche a dimenticare, a essere dimenticata. A un certo punto, dovremo tutti dirci addio.

 

La memoria che resta è un concentrato di pura emozione, è vivere le avventure direttamente al fianco dei protagonisti; è cambiamento e accettazione, è il guardare avanti verso quello che sarà, senza crogiolarsi nel passato, è costruire ma soprattutto consolidare la propria identità personale, quell’essenza di cui nulla e nessuno ci può privare.

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di LainYA per la copia omaggio

 

 

May the Force be with you!
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