Antologia di Spoon River di Edgard Lee Masters | a cura di Deborah

 

 

 

 

 

 

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

 

Titolo originaleSpoon River Anthology

Autore: Edgard Lee Masters

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 16,00 €

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FRANK DRUMMER

Fuori di una cella in questo spazio oscurato –
la fine a venticinque anni!
La mia lingua non riusciva a pronunciare ciò che si agitava dentro di me
e il villaggio mi prese per matto.
Eppure all’inizio c’era una visione chiara,
un alto e urgente proposito nella mia anima
che mi spingeva a cercare di imparare a memoria
L’Enciclopedia Britannica!

 

Buonasera amici della Stamberga! Oggi voglio parlarvi di un grande classico americano molto particolare, Spoon River di Edgard Lee Masters. Inizio con il precisare che non si tratta di una recensione, voglio essere sincera, non mi sento in grado di affrontare questo romanzo in modo analitico trattandosi di una raccolta di poesie. Pur leggendo praticamente quasi tutti i generi di romanzi, esso evade dalla mia grande e morbida comfort zone; ringrazio tantissimo Mells per avermi messo in contatto con questa opera. Mi piacciono le poesie, se mi capita di leggerne una la apprezzo davvero, ma i miei incontri con la lirica sono molto sporadici, forse dovrei dire casuali; non le affronto in modo approfondito e analitico da quando sedevo sui banchi di scuola. Sì, dovrei aprire i miei orizzonti librosi ancora di più visto quanto mi ha colpito questo romanzo. Come vi dicevo, l’Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie. Fin qui direte niente di strano, perché dovrebbe essere particolare? Bene, si tratta di una serie di epitaffi che raccontano la vita degli abitanti della cittadina immaginaria statunitense. Si tratta di persone morte, esse non hanno più niente da perdere o da nascondere, per questo ci narreranno liberamente i loro segreti più torbidi. Le narrazioni appaiono abbastanza distaccate dai personaggi; è come se essi, essendo morti, siano al di sopra e in un certo senso ormai estranei, alle proprie azioni commesse in vita. Nonostante ci raccontino di tradimenti, violenze, aborti, adulteri, truffe, strozzinaggio e bancarotta, paiono narratori esterni, quasi come se l’obbiettivo fosse l’azione stessa del tramandare. Le poesie sono scritte in uno stile ricercato ma non altolocato, risultano di facile e piacevole lettura. La prosa stessa non è scritta in versi ma appare più come un teso narrativo breve. Sono racconti di una vera quotidianità che si ripete sempre, denunciano soprusi e violenze, capitalismo e corruzione, hanno un impronta pacifista. A causa dei temi trattati l’opera fu messa al bando sotto il dominio del fascismo; fu tradotta da Fernanda Pivano e pubblicata poi sotto falso nome dalla casa editrice Einaudi, con il titolo “Antologia di S. River”. Riuscirono a far credere alla dittatura che il romanzo narrasse i pensieri di un certo San River, purtroppo fu scoperto il raggiro e la Pivano venne arrestata.

« Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare […], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.»

Non posso proprio fare altro se non consigliarvi questo romanzo!

 

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