Araldi del vuoto: Freaks di Tod Robbins

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Il protagonista di oggi ha un involucro particolare perché richiama al film cult di Tod Browning, “Freaks”, che a sua volta è stato ispirato dal racconto di Tod Robbins. La raccolta proposta da La Biblioteca di Lovecraft include sia Freaks che altri due racconti, questa volta tradotti da Gianluca Venditti.

Pagine: 208

Acquistalo subito: Freaks

Editore: Edizioni Arcoiris
Collana: La Biblioteca di Lovecraft
Traduzione: Gianluca Venditti

Prezzo: € 13,00

La sesta uscita de La Biblioteca di Lovecraft propone un trittico a firma Tod Robbins. Freaks (titolo originale: “Spurs”) è il racconto che ispirò il film “maledetto” di Tod Browning del 1932, bandito in molti Paesi (in Inghilterra per oltre trent’anni) e trasmesso dalla nostra televisione solo nei primi anni ’80. Lo affiancano due novelette, anch’esse ripescate dalle riviste pulp dell’epoca, di cui H.P. Lovecraft fu appassionato lettore e collaboratore: “Il ritratto vivente” e “I giocattoli del Destino”, entrambe inedite in Italia. La macabra fiaba sulla diversità di Freaks, dall’esito beffardo, trova degna compagnia in queste due corpose escursioni nel soprannaturale, dai toni ora più canonici per il weird (il perturbante dei quadri animati), ora bizzarri e giocosi, ma solo in apparenza (lo straniante di un destino dai disegni imperscrutabili e crudeli). L’edizione è illustrata, introdotta da Harden Harrison (membro fondatore della thrash band Rigor Mortis, che a Freaks dedicò un omonimo EP) e arricchita da una postfazione di Walter Catalano. La traduzione è a cura di Gianluca Venditti.

A guardarlo ne resti ammaliato. L’involucro di Freaks è retrò, mette al centro un frammento del film di Tod Browning e lo rende ancora più accattivante con quella scritta rossa che pare quasi una cicatrice aperta su un bianco dominante e su un nero avvolgente che crea un contrasto visivo forte. Come dicevo ha un involucro degno di nota perché si aggrappa al genio di Tod Robbins evidenziando chiaramente come questo abbia influenzato registi come Browning nel realizzare un’opera così controversa e che in qualche modo è riuscita a diventare un punto di riferimento per il cinema nonostante i vari tentativi di soffocare il lungometraggio e di effettuare innumerevoli tagli, Freaks comunque emerge e questo mi ha portata ad apprezzare la raccolta che ho avuto sottomano, a perdermi volentieri in quella nebbia così fitta che però mostra volti bizzarri alle prese con situazioni “fuori dal comune”.

La biblioteca di Lovecraft quindi affianca a Freaks altri due racconti weird permettendo così di viaggiare nelle dimensioni oscure addentrandoci tra la nebbia, scoprendo il piacere dell’inquietudine e di uno stile pungente che dimostra soltanto la bravura di Robbins nel saper raccontare di personaggi anomali, analizzandoli fino in fondo ma senza farlo intuire, portandoli quasi al limite per mettere in discussione ogni cosa: non c’è giusto o sbagliato, c’è una sottile linea chiamata Robbins. L’esperienza che si crea è suggestiva, inquieta, pervade tutto il corpo e mai è stato così lieto il piacere della scoperta.

In un certo senso “Il ritratto vivente” è il traghettatore perfetto all’interno di questa raccolta, un racconto così cupo e angosciante, narrato in prima persona, un delirio apparente che ci porta a scoprire la bizzarra storia dietro l’accusa di omicidio.

Gustave Ericson, infatti, è tutto fuorché un personaggio positivo, sin dal momento in cui la sua collaborazione con il collega Paul Grey viene interrotta a causa del matrimonio di lui con Evelyn qualcosa tra i due si spezza del tutto, è costretto a fuggire e cercare di sgomberare la mente altrove ed è nel suo cercare stabilità che incontra un curioso ritrattista, capace di imprimere su carta la vera essenza delle persone e poco importa, almeno all’inizio, che tutti quelli ritratti di lui abbiano commesso atrocità.  Il fatto che il pittore si sia interessato a Gustave come soggetto della sua opera fa sorgere alcuni interessanti interrogativi: che il vero animo di Ericson sia celato così in profondità da rendere necessaria l’opera di questo misterioso figuro per portarlo a galla? Che anche lui, un po’ come tutti, nasconda un’irrefrenabile sete di vendetta e di odio nei confronti del suo ex collega? O semplicemente è il pennello dell’artista che stravolge l’animo dei suoi soggetti portandoli a commettere atrocità? Un ritratto è stato in grado di catturare Gustave nel momento in cui il suo odio nei confronti di Paul Grey era al suo apice e sembra essere questo sentimento negativo a diventare la linfa del ritratto, a renderlo sempre più dettagliato e “vivo”.

Questo è solo un esempio dei racconti racchiusi in questa raccolta, storie che scavano a fondo dentro l’uomo, ne ricavano l’essenza e la mutano in qualcos’altro, trasformano ciò che è positivo in qualcosa di aberrante, distruggendo completamente ogni speranza di tornare indietro dal fondo del baratro. In alcuni casi è la disperazione stessa a muovere i fili del destino, portando gli sventurati protagonisti a ricercare qualcosa di proibito per tentare di migliorare la propria situazione, purtroppo invano, come accade anche in Freaks, dove l’avidità porta ad essere schiavi di ciò che si intendeva possedere. È infatti quest’ultimo racconto ad essere la vera ciliegina sulla torta, l’ambientazione circense popolata dai cosiddetti “fenomeni da baraccone” incontra la penna tagliente di Robbins, che nel tratteggiare una storia bizzarra, dove l’amore sembrava essere quel raggio di sole in grado di donare serenità, lui la stravolge mettendo dinnanzi a ognuno di loro uno specchio, riversando così ogni mostruosità scaturita da quegli angoli oscuri apparentemente celati e che invece emergono sempre di più.

Sempre più fitta è la nebbia che accompagna chiunque osi avventurarsi tra le pagine di questa raccolta, man mano che ci si addentra nelle profondità dell’animo umano la luce sembra sparire, lasciando il posto all’oscurità più cupa, la vera essenza di ognuno di noi.

«L’arte del ritrattista è smascherare l’umanità. Deve vedere oltre la superficie; deve cogliere un barlume dell’anima, altrimenti è solo un fotografo».

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Edizioni Arcoiris e Jacopo Corazza per la copia omaggio.

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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