Araldi del vuoto: I racconti del Grand Guignol (Edizioni Arcoiris)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Il protagonista di oggi ha un volto indimenticabile. Il nono volume de  La biblioteca di Lovecraft è dedicato al Théâtre du Grand Guignol. Siete pronti a scoprire I racconti del Grand Guignol?

Pagine: 280

Acquistalo subito: I racconti del Grand Guignol

Editore: Edizioni Arcoiris
Collana: La Biblioteca di Lovecraft
Traduzione: Lucio Besana 

Prezzo: € 14,00

In sessantasei anni di attività il Théâtre du Grand Guignol ha sia drammatizzato narrativa esistente (anche nomi del calibro di Poe e Maupassant), sia imperniato narrativa nuova sui copioni portati in scena. L’antologia, per la prima volta nel mercato italiano, combina racconti uniti da questo legame a doppio senso, e per la quasi totalità inediti. Gli autori inclusi sono Maurice Level, apprezzato da Lovecraft nel suo saggio “Supernatural Horror in Literature”, Maurice Renard, André de Lorde, Tristan Bernard e Jean Sartène.
Una carrellata di folli esperimenti, torture, atroci vendette, tragici equivoci, ritorni dalla tomba: tòpoi che trovarono degno suggello nelle scioccanti rappresentazioni teatrali, in una combinazione di reale e soprannaturale che lascia al lettore il giudizio finale su quale dei due sappia essere più agghiacciante.
Edizione illustrata, traduzione a cura di Lucio Besana, nota introduttiva di Martin Schirenc (leader dei PUNGENT STENCH), postfazione di Fabrizio Foni.

Si apre il sipario, le luci spente si accendono all’improvviso e illuminano lei, una dama vestita solo di un velo nero e delle scarpette con il tacco, nella sua mano un teschio bianco e pulito come la sua pelle che guarda dritto nelle orbite vuote sussurrando dolci parole, quasi come se la morte fosse il suo amante. Una scena breve ma intensa, il sipario si chiude nuovamente per aprirsi su una serie di racconti che lascerà nei lettori il segno, come un tempo faceva il piccolo Théâtre du Grand Guignol.

Per parlarvi della raccolta di oggi dobbiamo fare un viaggio indietro nel tempo. La biblioteca di Lovecraft, infatti, con il suo nono volume intitolato “I racconti del Grand Guignol”, ci porta tra le strade parigine del XIX secolo deliziandoci con una raccolta pregiata, un capolavoro su carta stampata, tradotta questa volta da Lucio Besana.

Il nome Guignol deriva dalla famosa marionetta costruita da Laurent Mourguet, rappresentava i lavoratori dell’industria della seta ed è diventata una figura iconica tanto che nel nel 1897, Oscar Métenier fonda il Théâtre du Grand Guignol, un piccolo teatro che poteva ospitare circa 300 spettatori. Métenier si cuce addosso la veste da drammaturgo, portando una visione unica nel panorama teatrale, le sue rappresentazioni miravano a creare scalpore in quanto erano una sorta di lente d’ingrandimento della società dell’epoca e portavano sul palco personaggi mai visti fino a quel momento. Controversa fu la scelta di mettere in primo piano la figura di una prostituta in uno sceneggiato “classico” eppure fu questo tipo di direzione artistica a fare da apripista a quello che è diventato un vero e proprio genere, padre dell’horror moderno e splatter.

Importante fu la direzione di Max Maurey, per ben quindici anni ha portato avanti il progetto di Métenier, servendosi della penna di André de Lorde, non solo rispettandone i canoni, ma aggiungendone di nuovi, facendone evolvere quelli vecchi e creando così qualcosa di ancora più raccapricciante. Lo stile quindi si evolve, la cornice diventa ancora più tetra e le sue rappresentazioni toccano l’apice del realismo, gli spettatori al tempo stesso sono più coinvolti e possono godere appieno dell’esperienza offerta da questa piccola realtà. Purtroppo con l’avvento della guerra, l’orrore entra a far parte della vita quotidiana delle persone, la paura e la disperazione diventano così forte nel superare addirittura quelle generate dagli spettacoli del teatro, il quale inesorabilmente inizia il suo percorso verso il declino, spegnendosi definitivamente nel 1963.

Ma se in tempo di guerra gli orrori sono così grandi da voler allontanare la gente dal brivido del teatro nella nostra epoca ci siamo riscoperti un po’ “archeologi” della letteratura, andando a ripercorrere ciò che è stato e rivivendolo con una chiave di lettura moderna. È proprio questo che fa questa piccola raccolta, imbriglia tutto l’orrore, la perversione e la deviazione che sono state messe in scena nel piccolo Grand Guignol nei suoi momenti d’oro e ce le rende pronte da assaporare un po’ come se fossimo seduti in sala in mezzo a tutte quelle persone che ogni sera partecipavano a quegli spettacoli per farsi stravolgere, dilaniare l’animo dagli orrori portati sul palco e farsi intrigare dalle perverse storie raccontate dagli autori di questa raccolta.

Ogni autore da il suo contributo per farci calare sempre più a fondo nei panni del tipico spettatore del Guignol, ogni storia raccontata per quanto misteriosa nasconde un lato violento, sadico e perverso: di sicuro questa non è un’esperienza per i deboli di cuore e di stomaco, ma per tutti gli altri è senza dubbio un’occasione per fare un tuffo nel passato, vivere qualcosa di altrimenti impossibile da replicare. Il volume non si compone solo di racconti, come sempre La biblioteca di Lovecraft si è premurata di spingerci ancora più a fondo in questo processo di immedesimazione, infatti ci propone illustrazioni e curiosità, manifesti delle varie opere e gli appunti, testimonianza del duro lavoro di tutti coloro che hanno dato un contributo per far credere agli spettatori che fosse tutto vero. Promosso con lode.

“La paura è dentro di noi”, riprese Pierre. “Non viene dagli oggetti che ci circondano né dal tempo che fa. Quando abbiamo paura, abbiamo paura di tutto e niente, senza motivo. Non sappiamo più vedere, non sappiamo più ascoltare. La paura è semplicemente una malattia nervosa. Nervi troppo sensibili, troppo deboli, sovreccitati. Un uomo sano di corpo e di spirito non ha paura, ma il pauroso è un malato, e spesso un malato inguaribile.”

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Edizioni Arcoiris e Jacopo Corazza per la copia omaggio.

 

 

 

 

May the Force be with you!
Precedente Paper Voices: P.S. Ti amo ancora di Jenny Han (Audiolibro) Successivo Paper Corn: Pattini d'argento di Michail Lokšin (2020)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.