Assaggino Letterario #7: All’ombra di Julius

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Oggi condivido con voi qualche briciola del romanzo che mi ha tenuto compagnia mentre sbrigavo commissioni, prima di andare a dormire e persino a colazione. Se vi ricordate, ve l’ho presentato durante il mio music monday. Sto parlando di “All’ombra di Julius” di Elizabeth Jane Howard in arrivo fra quattro giorni.

Un mattino di novembre. È venerdì.

Si era svegliata alle sette e un quarto precise, in una cameretta della mansarda in Lansdowne Road. Di lì a quindici minuti sarebbe squillato il telefono e una voce maschile – tutta carica di quel senso di emergenza reiterata che lei associava ai film di guerra: «Enemy bearing green 320» – le avrebbe annunciato che erano le sette e trenta, cosa che a quel punto le sarebbe stata già nota. Ma quando aveva provato a cancellare il servizio, poi non le era più riuscito di svegliarsi da sola. Quei quindici minuti, sorta di preludio alla giornata, potevano certamente essere impiegati in qualcosa di utile o piacevole, ma il più delle volte invece rimaneva distesa rigida sotto le coperte, soggiogata dall’imminenza di quel trillo lacerante e, quando il trillo veniva per davvero, sollevava la cornetta con una furia tale che trascorreva sempre qualche secondo prima che l’uomo facesse sentire la sua voce.

Dopodiché si alzava, accendeva la stufa a gas – un trabiccolo dell’anteguerra ostinato e rumoroso che con una certa riluttanza riversava il suo modesto calore in quel buco di stanza – e poi andava alla finestra. La mansarda somigliava a una soffitta, di quelle che in campagna si usano per conservare le mele e il vestiario smesso; la finestra, per giunta, aveva subito un blando ampliamento a opera di sventati muratori inclini a considerare gli spifferi un inconveniente inevitabile di qualunque intervento architettonico. Una decisa, densa corrente d’aria fredda si sprigionava dagli angoli dell’intelaiatura, ma la vista su Londra, una volta scostata la tendina color ruggine con calendule e farfalle (dono di sua madre), non era poi tanto male. Schiere di cortiletti scuri e prati malconci, un vecchio pero ora spoglio, ritorto e bagnato; l’aria spessa e sudicia, il sole simile a un grano di pepe e un inatteso gabbiano – quasi bello visto da lontano – tutto intento a descrivere in aria mirabili ma vane traiettorie circolari.

La macchia sul soffitto – di caffè, si sarebbe detto – pareva si fosse ingrandita durante la notte. Le sarebbe toccato dirlo ai Ballantyne, prospettiva infausta perché il tetto era affare loro e non potevano permettersi di ripararlo, perciò avrebbero chiamato quel muratore sciagurato che Bill Ballantyne aveva conosciuto in guerra, uno con la faccia rubizza di chi ha vissuto nell’abbondanza e un sorriso infido sempre stampato in faccia. Sorrideva, sorrideva, diceva di sì a tutto… poi, passate un paio di settimane, metteva insieme alla bell’e meglio il lavoro che gli era stato assegnato e immancabilmente combinava qualche guaio. Doveva aver fatto fortuna, a forza di rompere roba. Quasi tutti i suoi clienti erano gente che aveva fatto la guerra con lui, cosa che tendeva per qualche ragione a offuscarne il giudizio: proprio come nel caso di Bill, si basavano tutti sulla nostalgia di qualcosa che era solo nella loro immaginazione.

Quando uno è incline a prendere troppo sul serio la propria ossessione, è facile che diventi noioso per gli altri. Decise di mettere alla prova questa teoria: cibo, poesia, politica, amore. Più o meno funzionava per le prime tre cose… ma prendere sul serio un argomento significa considerarne tutti gli aspetti, nel qual caso un lato risibile deve emergere giocoforza. Che Cressy non prenda la questione abbastanza sul serio? Chi si prende sul serio, del resto, difficilmente s’imbatte in qualcosa di cui ridere, il che vuol dire che la sua visione è parziale. Ecco cosa mi piacerebbe, pensò mentre spegneva lo strenuo focherello che in sua assenza doveva aver avuto una specie di collasso e si era ridotto a una fiammella violacea e intermittente.

9 Aprile

Acquistalo subito: All’ombra di Julius

Editore: Fazi Editore
Collana: Le strade

Data di uscita: 9 Aprile
Prezzo: € 20,00
Pagine: 328
ISBN:
9788893253253

Londra, anni Sessanta. Sono trascorsi vent’anni da quando Julius è venuto a mancare, ma il suo ultimo gesto eroico ha lasciato un segno indelebile nelle vite di chi gli era vicino. Emma, la figlia minore, ventisette anni, lavora nella casa editrice di famiglia e non mostra alcun interesse verso il matrimonio. Al contrario, Cressida, la maggiore, è troppo occupata a struggersi a causa dei suoi amanti, spesso uomini sposati, per concentrarsi sulla carriera di pianista. Nel frattempo Esme, la vedova di Julius, ancora attraente alla soglia dei sessant’anni, rifugge la solitudine perdendosi nella routine domestica della sua bellissima casa color rosa pesca. E poi c’è Felix, ex amante di Esme e suo unico vero amore, che l’ha lasciata quando il marito è scomparso e torna in scena dopo vent’anni di assenza. E infine Dan, un estraneo. Le tre donne e i due uomini, legati da un filo che solca presente e passato, si ritrovano a trascorrere un fine settimana tutti insieme in campagna: caratteri e personalità, segreti e lati nascosti, emergeranno attimo dopo attimo in queste giornate intense, disastrose e rivelatrici, sulle quali incombe, prepotente, l’ombra di Julius.

Vi ho incuriositi? Il 9 Aprile vi aspetto sui vari canali social per parlare del romanzo e condividere con voi le citazioni, curiosità e tanto altro.

May the Force be with you!
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