BLOGTOUR: Autonomous di Annalee Newitz – Focus on: Setting e Worldbuilding

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Benvenuti alla terza tappa del blogtour dedicata al romanzo “Autonomous” diAnnalee Newitz, pubblicato in Italia da Fanucci Editore.

Oggi ci immegiarmo nel cuore del romanzo.
Siete pronti a scoprire di più sull’ambientazione?

IL ROMANZO

Acquistalo subito: Autonomous (Fanucci Editore)

Editore: Fanucci
Data di uscita: 26 Ottobre

Prezzo: € 16,00
Pagine: 432

Terra, 2144. Judith ‘Jack’ Chen è una vera e propria scienziata-pirata: la sua base operativa è un sottomarino, la sua missione piratare costosi farmaci e produrne delle alternative a basso costo, accessibili a tutti. Una sorta di Robin Hood in un mondo dominato dalle case farmaceutiche. Eppure, qualcosa è andato storto con la sua ultima partita di Zacuity: coloro che ne hanno fatto uso, sono andati incontro a effetti collaterali imprevisti, ridotti a veri e propri automi costretti ad azioni meccaniche e ripetitive che conducono la mente alla follia. Jack sa che se il farmaco da lei messo a punto si diffondesse, l’umanità intera ne sarebbe minacciata. Sulle tracce della scienziata, una coppia alquanto improbabile al soldo delle case farmaceutiche: Eliasz, un tormentato agente sotto copertura, e il suo fedele partner Paladin, un robot. Sarà nella frenetica ricerca di informazioni sul misterioso e potente farmaco di Jack che Eliasz e Paladin riusciranno a stabilire un legame inaspettato, oltre i confini tracciati dalle loro nature così diverse.

COPERTINE A CONFRONTO

Autonomous


Let’s talk about “Setting e Worldbuilding”

 

«Il libro è ambientato circa 125 anni nel futuro, e non c’è stata una qualche apocalisse che ha resettato il corso della storia. Non volevo che il “mio futuro” fosse una parodia di come si sviluppa realmente la storia del mondo.»

 

Annalee Newitz durante un’intervista a Slater.com ha spiegato a grandi linee la logica dietro al mondo di “Autonomous”, il suo primo romanzo di fantascienza. All’interno del libro la storia non si interrompe, non c’è un grande cataclisma che ci catapulta nel paleolitico, non ci sono guerre nucleari o incidenti a livello planetario che decimano il genere umano e uccidono il pianeta, no. Qui si parla soltanto del progresso storico così come è sempre avvenuto fino ad ora: un susseguirsi di cause ed effetti che hanno portato a certe innovazioni tecnologiche ed ambientali piuttosto che ad altre.

In questo contesto si parla di una vera e propria “evoluzione naturale” degli eventi, come se questo futuro fosse veramente ciò che potrebbe accadere al nostro mondo fra 125 anni, per intenderci un po’ com’è successo in “Ritorno al Futuro”, che nel predire il nostro 2015 ha azzeccato molti dei suoi pronostici, anche se non tutti.

Nella stessa intervista l’autrice ha dichiarato di aver fatto un particolare ragionamento per arrivare a costruire questo mondo futuro, partendo dalla ricerca degli elementi della nostra società che sono rimasti invariati da 125 anni fa sino ad oggi. Da questo presupposto ha potuto constatare sono tantissime le cose che sono rimaste inalterate nel tempo e quindi ipotizzare quali saranno quelle che non cambieranno nei prossimi 125 anni della nostra storia.

L’unica pecca che trovo in questo ragionamento è che seppure in passato l’intervallo di tempo fra una scoperta e l’altra fosse molto ampio è anche vero che al giorno d’oggi, invece, le nuove scoperte tecnologiche si susseguono ad una velocità impressionante. Basti pensare che nel giro di vent’anni siamo passati dai primi cellulari che avevano batterie grandi come valigie a smartphone che pesano pochi grammi e che hanno la stessa potenza di calcolo di un computer portatile.

Nel futuro immaginato dall’autrice le nazioni non esistono più e le persone hanno deciso di cancellarle definitivamente per rimpiazzarle con diverse coalizioni economiche indipendenti l’una dall’altra, oltre a questo le intelligenze artificiali sono progredite sviluppando una coscienza simile a quella umana e il mondo si è aperto anche alle biotecnologie.

“A giudicare dai metadati della mappa, si trovavano in una grande base militare gestita dal governo della Federazione Africana, e pareva che lì i bot svolgessero il genere di lavoro per cui lui era in fase di addestramento: esplorazione, analisi delle informazioni e combattimento.”

Camp Tunisia

“Adesso poteva visualizzare sotto Camp Tunisia un enorme magazzino che aveva la forma di una bolla appiattita e di cui aveva ignorato l’esistenza fino a un secondo prima.”

Campo Tunisia è una base militare dei membri della CIP, che si occupano di scoprire dove si celi l’inventrice dello Zacuity, la droga della produttività che sta continuando a mietere vittime, una dopo l’altra. È qui che Paladin conosce Eliasz, il suo nuovo partner.

Iqaluit

“Iqaluit è una brutta città. Le sue cupole sono modellate a imitazione di quelle di Las Vegas. È il centro dell’industria delle risorse umane. Là ci sono un sacco di brutti ceffi. Mercato nero degli schiavi e roba del genere. Laggiù non danno valore alla vita umana.”

Benvenuti a Iqaluit, sull’isola di Baffin. Una città dimenticata da Dio, covo di pirati della peggior specie. Il mercato nero si scaglia come una grande ombra per tutto il centro abitato. Le cupole sono costruite con materiali scadenti che sono in grado di filtrare molti più raggi UV delle altre isole.

 

Inuvik

“Inuvik era il posto perfetto per scomparire. Il suo furgone era parcheggiato là, in un garage sotto un folle groviglio di porte di servizio che un tempo collegavano gli edifici come passerelle psicotiche, incannalando l’acqua, i rifiuti e l’energia della città attraverso tubi riscaldati al di sopra del terreno indurito dal gelo. La maggior parte delle porte di servizio di Inuvik era scomparsa da tempo, ma i preservazionisti avevano ottenuto che quelle venissero dichiarate luogo storico, una sorta di monumento preantropocenici.”

Jack è alla ricerca di risposte e insieme a Trezeta sceglie di scomparire nell’ombra per proseguire la sua raccolta di informazioni sulla droga, ma anche per poter creare un antidoto efficace in grado di guarire i dipendenti. Il vero problema dello Zacuity è che ormai è diventata richiesta, pur volendo estirpare il male alla radice, ci sarà sempre qualcuno pronto a commerciarla sottobanco o di provare a fabbricarla male, poco importa, l’importante è che abbia gli stessi effetti.

Yellowknife

“Yellowknife era una città di snelli grattacieli e case di vero legno antiche di secoli che cingevano le rive dello Slave Lake, una popolare località turistica della Zona settentrionale in quel periodo stracolma di turisti e di ragazzi del college, che nell’estate lavoravano come apprendisti camerieri e guide nei villaggi turistici. ”

Yellowknife è una delle tappe per Jack di rivedere la sua vecchia amica Mila e potersi riposare. Gli eventi sono degenerati così in fretta da non averle dato modo di pensare, mettere insieme le idee e contrattaccare. Finora si è sempre mossa seguendo il suo istinto e lasciandosi guidare dalla sua intelligenza.

Casablanca

“Casablanca era uno dei porti chiave della Federazione africana, ricca di capitali internazionali. In un angolo dove le pareti di schiuma sgretolata di un condominio incontravano la strada, un ragazzo stava disponendo alcune delle merci da vendere. ”

Dopo il Collasso della fine del XXI secolo che ha impoverito la maggior parte delle città, la nuova Federazione africana ha elaborato un piano decennale per trasformare tutto il continente in una zona economica, favorendo l’agricoltura. Questa particolare riforma non prevede alcun tipo di regolamentazione per ricerche che potessero favorire il fiorire dell’agricoltura. Ogni tipo di ricerca era concessa purché potesse portare risvolti economici.

Queste sono alcune delle ambientazioni presenti in “Autonomous”, un romanzo che mostra come il progresso e determinate scelte possano portare a conseguenze irreversibili. In un mondo dominato dalle biotecnologie e dalle case farmaceutiche, le persone non hanno speranza di poter sopravvivere. I farmaci sono sempre più costosi e la vita più cara, una scienziata sceglie di produrli a bassi costi, permettendo al genere umano, almeno a quelli che non hanno un redito più basso, di potersi curare.

Il suo ultimo tentativo è svanito quando ha fatto la sua comparsa lo Zacuity, una versione rielaborata del suo farmaco, che è in grado di rendere più produttivi coloro che lo assumono, portandoli però ad avere devastanti effetti collaterali.

Vi ricordo che una copia del romanzo cerca casa!
Partecipare è semplicissimo.

Obbligatorie:
– Diventare lettori fissi dei blog partecipanti
– Seguire @carlo.salvato su Instagram
– Commentare tutte le tappe
– Mettere mi piace alla pagina Facebook di Fanucci Editore

Facoltative:
– Condividere le tappe e taggare almeno due persone

Il giveaway inizia il 16/10 e finisce il 24/10

a Rafflecopter giveaway

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia di “Autonomous”.
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

 

 

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3 commenti su “BLOGTOUR: Autonomous di Annalee Newitz – Focus on: Setting e Worldbuilding

  1. Crystal Breeze il said:

    La tappa è stata davvero molto interessante. Mi è piaciuto dare uno sguardo sulle città nel quale si svolge la storia; sono molto attratta dalle città futuristiche, mi piace immaginarle: enormi, asimmetriche, fatte un po’ strane onestamente e piane di luce e tecnologia in ogni dove.

  2. Chevy Mayu il said:

    Grazie per questo sguardo alle città del libro, belle anche le immagini accostate. Tutte le città sono molto particolari e sembrano tutte interessanti, sarà bello scoprirle :)

  3. Marco Smeraldi il said:

    Wow che bel worldbuilding! Anche se faccio sempre fatica a leggere (o perlomeno, a entrare nel romanzo…) libri con un worldbuilding così complesso

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