BLOGTOUR: Il bivio di Kathleen Barber – Approfondimento: Cold Case

 

Benvenuti alla quarta tappa del blogtour dedicata al romanzo “Il bivio” di Kathleen Barber, edito Corbaccio.
Pronti a parlare di Cold Case?

IL ROMANZO

Acquistalo subito: Il bivio

Editore: Corbaccio
Collana: Narratori Corbaccio
Data di uscita: 14 Settembre
Prezzo: € 17,90

Pagine: 360
ISBN: 9788867002412

Josie Buhrman ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita cercando di cancellare il ricordo della sua famiglia d’origine. Dopo l’assassinio del padre, avvenuto tredici anni prima, la madre aveva avuto una terribile crisi depressiva e la sorella gemella Lanie, una volta migliore amica e unica confidente, l’aveva tradita nel peggiore dei modi.
Adesso Josie ha finalmente trovato la serenità a New York, dove vive con il compagno Caleb, a cui ha però mentito sul proprio passato. E quando Poppy Parnell – giornalista senza scrupoli ideatrice di un fortunato podcast incentrato su dei cold case -, ottiene la riapertura delle indagini sull’omicidio del padre, Josie sente che la vita che si è costruita le sta franando addosso. Costretta a rientrare nella cittadina dell’Illinois dove è cresciuta, si trova irrimediabilmente invischiata nel passato da cui aveva voluto fuggire e il podcast esibisce impietosamente davanti a tutti. Josie dovrà misurarsi con i segreti inconfessabili che si nascondono dietro l’apparenza di una famiglia normale e cercare di comprendere il legame profondissimo ma irrisolto che la lega alla sorella. E intanto si fa strada l’idea devastante che per anni un innocente abbia pagato per un crimine mai commesso mentre un omicida, forse, è ancora a piede libero…

Let’s talk about “Cold Case”

Il termine “cold case” è diventato un termine popolare nella nostra cultura, grazie anche ai telefilm o film che lo citano in continuazione, ma cosa sono in realtà queste “piste fredde”?

I cold case non sono altro che omicidi o delitti gravi rimasti irrisolti per anni rimasti senza un colpevole a cui attribuire le colpe di un determinato crimine. Sono casi che non cadono in prescrizione, come nel caso di omicidi o reati gravi, di conseguenza, se ci sono sviluppi che possono portare alla luce una nuova pista da seguire possono essere riaperti immediatamente. Anche i casi di persone scomparse da moltissimi anni possono diventare dei cold case.

Come ho precedentemente detto, un caso di questo genere viene riaperto quando emergono nuovi dettagli oppure quando vengono scoperti nuovi metodi per analizzare le varie scene del crimine, tecniche che magari al tempo del delitto non esistevano e che oggi potrebbero portare a concreti sviluppi. Le prove sono dunque fondamentali per poter continuare a investigare. Non devono essere circostanziali, anzi, devono essere schiaccianti e concrete.

Oltre alle prove, anche il ritrovamento del corpo è essenziale. Attraverso svariate analisi è possibile riuscire ad elaborare uno scenario ipotetico. Se il cadavere racconta una storia diversa dallo scenario ipotizzato, che ha portato le autorità ad archiviare il caso come suicidio o incidente, rappresenta un’occasione per ricostruire con scrupolosa attenzione gli eventi che hanno portato alla morte della vittima. Può quindi capitare che analizzando le prove sotto un’altra prospettiva questa possa condurre a trovare il vero colpevole.

II DNA è la chiave di tutto. Il ritrovamento di tracce organiche di vario tipo hanno permesso di consegnare alla giustizia moltissimi criminali. Ma questo non basta, per poter riaprire un caso, un detective deve avere intuito e cogliere i dettagli che magari sono sfuggiti ad altri prima di lui. Provare ad interrogare nuovamente un sospettato può essere controproducente, prima bisogna rileggere scrupolosamente i vari verbali per trovare incongruenze e falle, solo allora si potrà raccogliere la deposizione del sospettato.

Questo ce lo dimostrano telefilm come Criminal Minds, dove non sempre i cold case sono al centro delle loro indagini, però quando è capitato di trovarsi di fronte ad uno di essi, i profiler sono riusciti brillantemente a raccogliere una miriade di informazioni utili a risolvere il caso. Sicuramente il profiling è una tecnica non infallibile perché non è una scienza esatta, ma se unita ad un intuito affinato da una lunga esperienza ed il supporto di più di una voce, può essere decisivo per la chiusura di un caso.

In quanto a cold case sicuramente la serie per eccellenza è quella che porta lo stesso nome. Lilly Rush e la squadra specializzata in questo genere di casi portano alla luce omicidi irrisolti puntata dopo puntata, riuscendo a mettere la parola “fine” a omicidi rimasti nel dimenticatoio e che non vedevano l’ora di essere riportati alla luce. Altra serie, è True Detective, parlo soprattutto della prima stagione. Il cadavere di Dora Lange era stato rinvenuto nel 1995, sotto un albero, dalla scena tutti i segni facevano intendere che si trattasse di un macabro rituale. Sembrava che stesse pregando davanti all’albero, la sua schiena era ricoperta di segni simili a graffi e sulla testa l’assassino aveva appoggiato una sorta di corona fatta con corna di cervo.

Ultimo esempio che mi sento di citare è la serie “Bosch” tratta dai romanzi di Michael Connelly. Il detective, nella prima stagione, si trovava dinnanzi al cold case più agghiacciante di sempre: il caso di un bambino scappato di casa nel 1989. L’osso appartenente al corpo viene ritrovato su una collina e dalle indagini emergono una serie di tracce di abusi e molestie.

Se parliamo di fatti di cronaca vera, il cold case più famoso di sempre è quello di Gary Ridgway, il mostro di Green River, serial killer prolifico che vanta più di 70 omicidi commessi tra il 1982 e il 1990. A condannarlo furono proprio le analisi del DNA, che permisero le autorità di identificare il colpevole.

Come avrete potuto intuire sono una fanatica del genere thriller e per questo motivo sono felice di aver preso parte al blogtour dedicato al debutto di Kathleen Barber, dove presente e passato si fondono per dare alla luce una crescente sensazione di angoscia che invade la protagonista, la stessa che ho avuto anche io nella lettura. Sicuramente “Il bivio” è uno di quei romanzi che non deve mancare nelle librerie di nessuno, l’autrice riesce a dosare la giusta quantità di suspense, senza mai esagerare e voler strafare, arrivando in fretta alla conclusione. Il bivio è il viaggio che si compie con Josie , alla ricerca della verità. Non è detto che una volta saputa possa essere piacevole. Buona lettura!

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia di “Il bivio”.
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

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