BLOGTOUR: La lancia e la croce di Michele Porcaro – Il centurione romano

Instagram: @carlo.salvato | @stambergadinchiostro

Prosegue il blogtour dedicato al romanzo di Michele Porcaro,La lancia e la croce“, pubblicato da Arbor Sapientiae Editore. In questa tappa vi parlerò della figura del centurione romano.

Acquistalo subito: La lancia e la croce

Editore: Arbor Sapientiae Editore
Genere: Romanzo storico

Data di uscita: 1 Gennaio 2017
Prezzo: € 15,00

Anno 30 d.c. Qvintvs Cassivs Longinvs, centurione della Legio x Fretensis, viene trasferito nella provincia romana della giudea. In quelle terre i cosiddetti zeloti, ebrei ribelli contro il dominio di Roma, stanno causando non pochi problemi al Praefectus Pontivs Pilatvs. Inoltre, per le strade di Gerusalemme si aggira un certo Yeshua Bar Yosef, un predicatore nazareno tanto misterioso quanto carismatico, da molti ritenuto un pericoloso sobillatore. Lo scontro tra queste due civiltà cambierà radicalmente il corso della storia. Con la collaborazione di Mirko Cipettini.

Siamo finalmente giunti alla terza tappa del blogtour dedicato a “La lancia e la croce” e oggi parleremo della figura del centurione romano.

I centurioni erano ufficiali dell’esercito romano (più o meno lo stesso rango di un capitano dei giorni nostri) ed erano a capo di una centuria, un gruppo di soldati che era solitamente costituito dai sessanta ai cento individui. Solitamente le centurie venivano accoppiate, formando un manipolo, e i due centurioni che le guidavano prendevano i nomi di Prior e Posterior, due “gradi” differenti che venivano assegnati in base alla disposizione in battaglia, inoltre il Posterior era anche in grado di sostituire il Prior in caso di necessità.

Il grado più alto fra i centurioni di una legione era il Primus Pilus, il comandante del primo manipolo della prima Coorte, ma questo era l’unico centurione a poter presiedere il gabinetto di guerra della legione a differenza degli altri che avevano la sola funzione di riferire alle truppe gli ordini strategici in battaglia.

Purtroppo le cattive abitudini hanno radici profonde che affondano persino nella storia, infatti i centurioni non erano mai soldati promossi a questo rango, ma sempre giovani aristocratici che entravano nell’esercito partendo da quel grado nella catena di comando, solitamente raccomandati e senza esperienza di guerra. Nell’esercito romano, inoltre, esisteva più di un tipo di centurione, come ad esempio il trecenario, che si pensa fosse legato alle guardie pretoriane e il decurione a capo della cavalleria. 

La paga dei centurioni era di molto maggiore rispetto a quella dei loro sottoposti, infatti a loro spettava anche un alloggio e potevano essere esentati dalla tassa del vacatio munerum, ma anche il loro periodo di attività era più breve e poteva durare fino a 20 anni, ma in alcuni casi ci sono stati alcuni uomini che hanno continuato a militare anche per 30-35 anni consecutivi.

Per quanto riguarda l’equipaggiamento e gli abiti di un centurione, ebbene ora veniamo al punto più interessante e probabilmente a quello che ci interessa di più in relazione al libro.
I centurioni avevano un elmo con criniera come tutti i soldati, con l’unica differenza che il loro aveva la cresta orizzontale per fare in modo che potesse essere riconosciuto immediatamente dai soldati.

Il resto dell’armatura era composta da elementi che ormai conosciamo bene, soprattutto grazie a diverse sculture e ricostruzioni storiche, ovvero un paio di schinieri, la corazza (lorica, squamata o musculata), i calcei, una calzatura unisex di cuoio, e gli pterugi, la famosa gonna a frange tipica delle armature romane, vista spesso nei film o nell’arte.

Fra le armi che il centurione poteva utilizzare in battaglia è ben noto il Gladio, la spada romana, la famosa Vitis, che a me piace chiamare “il bastone del potere” anche se non era proprio un’arma, il Pugio, che era un piccolo pugnale dalla lama larga, e la lancia o Pila, un’arma a lungo raggio che aveva la punta in acciaio non temperato per far si che si piegasse all’impatto causando ferite ed emorragie più gravi nei nemici colpiti oltre a renderne difficile l’estrazione. Ovviamente non poteva mancare lo scudo che riportava il nome della legione di appartenenza, una delle armi più famose dell’esercito romano, che lo distingue da ogni altro.

Credo di aver detto tutto ciò che potevo sulla figura del centurione, ora non ci resta che addentrarci ancora di più in questo romanzo, carichi delle nostre nuove conoscenze, seguendo attentamente le prossime tappe.

Buona lettura!

May the Force be with you!
Precedente Inku Stories #15: Crueler than dead di Tsukasa Saimura e Kizo Takahashi Successivo Let’s talk about: Aspirante fata di Sophie Kinsella (Mondadori)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.