BLOGTOUR: Una scrittrice troppo bugiarda di Eveline Durand – Estratti

Benvenuti alla quarta tappa del blogtour dedicata al romanzo “Una scrittrice troppo bugiarda” di Eveline Durand, edito Delrai Edizioni.
Pronti ad avere un piccolo assaggio del romanzo?

IL ROMANZO

Serie: Too Much Series
Prezzo E-book: 2,99
Codice ISBN: 978-88-99960-28-5

È il bacio che non ho mai avuto, il tocco di un uomo maturo, tanto esigente quanto generoso. Mi sfiora di nuovo con la punta della lingua, prima di mordere piano, come se fosse pronto per avere tutto il resto.
«Sei migliorato, devi aver fatto molta pratica.»
(…) Potevo restare nell’ignoranza. Invece ho voluto provare la serie A fatta uomo. Ho stipulato io stessa il contratto col diavolo degli amanti, con la clausola riportata in calce a garanzia di non rivederlo mai più.

Patricia ha un sogno: quello di diventare scrittrice. Ma la strada per arrivare al successo non è poi così semplice. Tutti sembrano amare le storie piccanti e lei non è capace di scrivere scene spinte. Capitano a fagiolo, quindi, i diari della zia Brie, erotici e romantici al punto giusto, da cui trarre ispirazione.
Il ritorno di Samuel Fenwick nella sua vita, però, le fa capire che l’erotismo non è soltanto una favola da mettere per iscritto sul suo blog, ma è un desiderio che arde sottopelle e che brucia dentro fino a farle fare scelte azzardate e senza logica.
Una notte ancora, solo una, con un uomo ricco che le ha rubato il cuore da ragazza. Sembra volerlo anche lui, mentre lo sguardo le accarezza il corpo e le dice che non ha dimenticato. Pat non sa cosa fare, ma una cosa è certa: un uomo come Sam non può essere soltanto un’avventura, perché per lei Samuel è ancora il ragazzo sorridente e romantico che l’ha fatta sognare al faro, non l’uomo ricco e snob della famiglia che spadroneggia in paese.

Una storia frizzante e leggera, dai toni dolci, che vi farà sospirare e sorridere insieme. Il primo romanzo autoconclusivo della serie romantica Too Much della scrittrice Eveline Durand, che inaugura con la sua penna talentuosa la collana digitale Vega della Delrai Edizioni.

Let’s talk about “Una scrittrice troppo bugiarda”

Sono già sconfitta.

Ricambio i suoi baci a corto di fiato.

Pensavo davvero di resistergli?

Dove sono finite tutte le dichiarazioni sul fatto che non mi avrebbe fregato!

Il sapore della sua bocca, la ricrescita ruvida della barba e il suo respiro sulla guancia sono il detonatore che accende i miei sensi e uccide il mio orgoglio.

No, Pat, non cascarci! Mi suggerisce la coniglietta codarda che vuole preservare il suo onore.

So bene cosa mi aspetta se non scivolo via dal calore delle sue mani. Non sono più riuscita a farmi una doccia in modo innocente a causa del ricordo dei suoi muscoli in movimento, delle sensazioni che mi hanno marchiata.

Samuel intanto accarezza pigramente le mie cosce; sembra voglia sfiorarmi con lentezza, risalendo fino all’orlo smerigliato della mia gonna di jeans.

È con un gemito roco, di gola, che solleva il tessuto fino alla vita, guadagnando il libero accesso alle mie natiche.

«Dio mio, volevo farlo da quando ti ho vista» mi confida affondando le dita sulla mia carne morbida.

Anticipazione: ho deciso di dare un nome al fuoco che mi sta consumando, rendendomi malleabile come il burro.

Il calore maschile che emana dal torace si fonde col suo odore, m’investe quando spinge i fianchi contro il mio bacino, annientandomi con quella prepotenza che Sam sa rendere eccitante.

Mi solleva con un gesto deciso, afferrandomi da dietro per costringermi a circondarlo con le gambe.

Siamo entrambi in piedi.

L’unica fonte di luce proviene dal basso, l’unico appoggio per i nostri corpi intrecciati è il vetro della lanterna alle mie spalle.

«Sei adorabile, piccola Clayton.»

«Ti odierò per questo» rispondo io, lasciandomi condurre in basso, sulla panca imbottita che una vita fa usavamo come vedetta.

Sam ignora le mie blande minacce. Scioglie i miei capelli ancor prima di sbarazzarsi della mia maglietta, poi passa le dita sulla lunghezza delle ciocche, rendendomi docile e spingendomi a inarcare la schiena.

«Cristo, dovresti vedere come ti muovi, Pat!»

L’effetto della sua voce su di me è erosivo, riesce a consumarmi a ogni sillaba pronunciata.

Quando decido di aprire gli occhi mi ritrovo addosso il suo respiro, lo osservo a braccia tese, i palmi ai lati della mia testa, immerso completamente nel mio sguardo.

«Non fermarti proprio adesso: coraggio, fa’ quello che ci si aspetta dall’ultimo dei Fenwick.»

«Signorina Patricia, mi permetta di presentarle l’avvocato Frances Garrison.»

«Avvocato?» compito io, prima di collegare la bocca al cervello e dotarlo di un filtro.

Cala il gelo.

I tre si lanciano occhiate cariche di parole in sospeso, ma è solo lei a sorridere apertamente.

«Piacere, signorina Clayton. Il mio cliente sta arrivando in questo momento, solo un attimo di pazienza.»

Sento odore di intrigo, ma mi limito a impugnare forte i manici della mia borsa, sentendo il sudore diventare condensa contro la camicia.

Un avvocato.

Chi sarebbe il cliente?

Alle mie spalle qualcuno bussa ed entra senza attendere risposta.

«Vi prego di scusarmi per il ritardo.»

Il suo timbro di voce all’inizio non mi rivela l’arcano, poi giro su me stessa e avvengono un’infinità di cose nello stesso momento.

La mandibola scende in basso, il sangue risale dal collo fino alle tempie, sento le pupille dilatarsi in modo da sfidare la fisica e la mia mente inizia la corsa contro il tempo per realizzare cosa stia succedendo.

«Signor Fenwick, non c’è alcun problema, si accomodi» lo accoglie il direttore.

È lui, anche se stento a riconoscerlo.

Troppo curato, pettinato come un modello, trasuda eleganza e sicurezza, e cosa più sconcertante, mi degna appena di un’occhiata.

Perché Samuel si trova in quell’ufficio?

L’avvocato diventa una gatta in calore e ancheggia fino a lui per salutarlo. Lo sguardo che si scambiano mi secca la gola e di colpo ho l’immediata necessità di guardare in basso.

È proprio Bates a spiegarmi che sono stati contattati dal legale del signor Fenwick, riguardo a una considerevole quantità di congruenze tra i miei personaggi e alcuni membri della sua famiglia.

Il rampollo dei Fenwick, promotore finanziario che non ha ancora proferito parola, si è appena seduto di fronte a me al tavolo delle trattative come se non mi avesse sbattuta giorni fa sul divanetto di casa sua.

Bastardo.

Siamo giunti alla fine.
Non vi resta che procurarvi una copia di “Una scrittrice un po’ troppo bugiarda”.
Vi lascio il calendario con le prossime tappe del blogtour!
Non lasciatevene scappare neanche una!

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