#BtiliReadingChallenge: AMOK di Tullio Forgiarini (Camelozampa)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Per la #BtiliReadingChallenge di maggio il protagonista è “un vincitore premio”, quindi come prima lettura ho scelto il romanzo in uscita oggi per Camelozampa, “Amok” di Tullio Forgiarini, vincitore del Premio dell’Unione europea per la letteratura, conosciuto anche come EUPL Award, un riconoscimento volto a promuovere ed aiutare i migliori autori emergenti d’Europa.

Data di uscita: 9 Maggio

Acquistalo subito: Amok

Editore: Camelozampa
Collana: I trapezisti
Traduzione: Christian Welter

Prezzo: € 12,90
Pagine: 120

Sulla violenza, la droga, la pornografia, sa già tutto. Gli fanno schifo i professori, con i loro programmi di recupero. Odia sua madre e i tizi che fanno la fila a casa sua. Per fortuna almeno c’è Shirley. Shirley è superfica. E Johnny. Johnny Chicago. Lui ha un’opinione su tutto ed è sempre lì, nella sua testa, a dirgli cosa deve fare. E dell’aiuto di Johnny ha sempre bisogno. Perché non vuole in nessun caso finire a Dräibuer. Ed è anche stufo di tutto il resto. Tranne che di Shirley, ovviamente. Anche se Shirley è abbastanza sfasata ogni tanto.

Sconvolgente, brutale, un salto nel mondo interiore di due adolescenti senza vie d’uscita. Se non una fuga scomposta, condannata in partenza, in cerca di un’illusione di felicità.

Di solito scelgo di parlare dei romanzi scelti per la #BtiliReadingChallenge, iniziativa creata da @misstortellino e @booktubeitaindie_, a fine mese, ma questa volta mi piacerebbe procedere in maniera diversa, diluendo le mie letture durante tutto il periodo di maggio e poi riassumerle su Instagram.

Non mentirò, non leggo molti vincitori di premi, ma è uno dei lati positivi di questa challenge. Mi da la possibilità di esplorare nuovi territori e uscire dalla mia comfort zone oppure ritornarci. Quindi per questa categoria ho stilato una piccola lista di titoli che hanno stuzzicato la mia attenzione, partendo proprio dal protagonista di oggi, il romanzo di Tullio Forgiarini, lo scrittore italo-lussemburghese che si è aggiudicato il Premio dell’Unione europea per la letteratura, portato in Italia da Camelozampa e che arricchisce di un altro importante tassello la collana dedicata alla narrativa per gli adulti, I Trapezisti.

Sono riuscita a capire il significato della collana leggendo questo romanzo. I trapezisti sono degli acrobati formidabili che eseguono meravigliosi esercizi sul trapezio, senza temere l’altezza o forse si, sfidando la sorte ad ogni slancio o presa. È un salto nel vuoto che richiede fiducia nella propria arte e nei propri compagni. È durante la loro performance che chi osserva viene rapito dalle acrobazie senza mai capire se il trapezista cadrà oppure proseguirà l’esercizio. Nel limbo tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, è lì, che si nasconde la vera essenza di questa collana e di conseguenza anche del romanzo che ho scelto: Amok.

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Non fraintendetemi, il libro non parla di trapezisti, ma la situazione che vivono i protagonisti è molto simile a quel brivido che si sente quando un trapezista si lancia nel vuoto, lo spettatore prova paura perchè non sa se ce la farà ad arrivare dall’altra parte o cadrà nel vuoto, e la stessa cosa vale per gli adolescenti che spesso vengono salvati da una brutta strada venendo tirati per i capelli, come se ci fosse una rete invisibile sotto di loro, ma nessuno sa con certezza mentre sta cadendo se questa rete esiste davvero o se si schianterà al suolo.

Tullio Forgiarini mette in scena uno squarcio di vita dal retrogusto amaro e crudo, dove ci sono i cosiddetti ragazzi difficili e senza speranza, che abbandonano la retta vita barcollando attraverso pericoli e incertezze, mostrando quanto sia facile vedere soltanto la parte positiva del mondo, tralasciando quello che c’è in ombra, da dove non si riesce a scappare e l’unica soluzione per sopravvivere è quella di mostrarsi forti e scaltri abbastanza da non morire durante una rissa. 

Johnny Chicago è uno di loro. Uno di quei ragazzi che odia la sua vita, dove a scuola non gliene va bene una e ci sono i corsi di recupero ad attenderlo, sua madre è disperata dalle mille delusioni che hanno portato con sè gli uomini della sua vita, i quali – uno alla volta-, hanno preferito darsela a gambe piuttosto che stare con lei e questo ha portato le altre persone a darle un’etichetta, a definirla come una poco di buono che non viene rispettata da nessuno e neanche dal suo stesso figlio. 

Stesso discorso per Shirley, la superfica, dal quale Jonnny Chicago non riesce a staccarsi. Anche lei ha le sue cicatrici ben evidenti, ma le maschera dietro il sorriso, l’oblio dovuto all’alcool e qualche canna, che nei momenti più bui possono essere l’appiglio perfetto per smarrire se stessi e fingere che la Terra sia un paradiso, un’oasi che dura fino a quando gli effetti non svaniscono e Dräibuer piomba sulla sua esistenza e quella degli altri, spegnendo nuovamente i colori, trasformando l’illusione in una dolorosa ferita dove continuamente qualcuno sparge sale per ricordare che il sogno è soltanto per gli illusi, per i codardi, per coloro che cercano di distogliere l’attenzione dalla realtà in cui vivono veramente, un posto dimenticato da Dio.

Un flusso di pensieri che scorre, sovrasta, è questo il nuovo romanzo di Forgiarini. Travolge come un fiume in piena che distrugge tutti gli ostacoli lungo il suo cammino, inondando ogni cosa con il disperato bisogno di trovare, seppure in un terreno arido, l’illusione. In un atto di ribellione, una sfida persa in partenza, i protagonisti rincorrono la felicità per assaporarne il gusto, lasciare che sia questa a destabilizzare le loro esistenze. La vita è sempre stata difficile, ma per qualcuno lo è stata forse più di altri, evadere è l’unico modo per poter ricominciare dalle piccole cose, una possibilità che dovrebbe essere data a chiunque, però che a volte non capita ed è con crudezza che Forgiarini non ha paura di mostrarlo. 

Dal romanzo è stato tratto anche un film, Baby(a)lone, per la regia di Donato Rotunno, dove prende vita la storia di Forgiarini, una possibilità che non voglio lasciarmi sfuggire e per cui incrocio le dita. Dare voce a questo genere di storie, a permettere a chi osserva di fare i conti anche con questa parte dura della vita, è un’occasione che tutti dovrebbero cogliere perchè questo romanzo grida a gran voce la sua rabbia, il suo dolore, la disillusione di giovani abbandonati al loro destino, che spesso non riescono a capire cosa vogliono o a raggiungere i propri traguardi. 

Amok è un giro sulle montagne russe di una giostra difettata a cui nessuno presta attenzione, ma che ogni tanto torna in funzione da sola per ricordare a chiunque che, nonostante gli anni, può farcela, cerca solo un’occasione per essere scelta e rimessa a nuovo, in un utopia dove c’è ancora spazio per la spensieratezza e la gioia, un luogo dove creare nuovi splendidi ricordi.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Camelozampa per la copia omaggio.

 

 

May the Force be with you!
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