Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve| Recensione di Deborah

A cura di Deborah - Probabile Firma

 

 

allan

 

 

IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE

 

Si ritrovarono tutti e tre sul marciapiede, due in piedi e uno per terra, e Allan si chiese quale sarebbe stata la prossima azione di Julius. “Non muoverti,” disse questi ad Allan. “E neanche tu”.

 

Julius, Allan e il morto procedevano sui binari attraverso i boschi del Sörmland.

 

Genere: Avventura, comico, thriller,

Editore: Bompiani

Pagine: 446

Prezzo: 15,00 €

 

TRAMA: Alla festa di compleanno di Allan ci sono proprio tutti, dal sindaco alla stampa, alla direttrice della casa di riposo. In fin dei conti non si compiono cent’anni tutti i gironi. Allan, invece è di un’altra idea. Dopo una vita lunga e avventurosa non ha certo tempo per le sciocchezze. Così, invece di spegnere le candeline, scavalca la finestra e, in pantofole, se ne va. Un incontro imprevisto, un malinteso e qualche provvidenziale colpo di fortuna trasformeranno quest’ultima avventura nella più ingarbugliata e indimenticabile della sua vita.

 

RECENSIONE: Ho molti dubbi su questo romanzo che ho appena finito di leggere. Premetto che avevo grandi aspettative, lo ho acquistato la scorsa estate con una promo per cui vi erano due libri a 15 €, il romanzo che mi portò a sfruttare l’offerta è stato Teorema Catherine di J. Green e, tra tutti gli altri titoli proposti l’unico che ha catturato la mia attenzione in modo particolare è stato questo. Ero felice del mio acquisto, in quel periodo lessi solo libri di King e della Cornwell, così avrei  ricominciato a spaziare tra i  vari generi e questa commedia mi sembrava allettante. Aspettai diversi mesi prima di iniziarlo, tra una cosa e l’altra si accumulano sempre letture su letture, fatto sta che sono partita con Allan per la sua ultima grande avventura, ero entusiasmata e alla fine sono rimasta un pό delusa. Inizialmente le vicende mi hanno colpita e attirata tra le loro pagine, senza dubbio si tratta di una storia particolare. Il protagonista è un anziano svedese di ben cento anni che, proprio nel giorno del compimento del secolare compleanno, decide di fuggire dalla finestra della casa di riposo dove viveva. Cosa mi aspettavo? Mi aspettavo di leggere le peripezie affrontate da nostro arzillo vecchietto e, in alcuni capitoli di conoscere qualcosa del suo lungo passato. Senza entrare troppo nel dettaglio per evitare spoiler, i primi capitoli sono incentrati sulla sua fuga, siamo subito messi di fronte a situazioni molto inverosimili ma allo stesso tempo divertenti, incontriamo personaggi importanti, uno in particolare che diventerà amico si Allan e lo accompagnerà per tutto il viaggio. La storia si svolge in un lasso di tempo molto contenuto, è abbastanza carina: si incontrano personaggi molto particolari che seguiremo in questa avventura, si creeranno moltissime situazioni tragicomiche. A mio parere la vicenda presente diventa via via un po’ monotona, ad un certo punto mi è sembrato non succedesse nulla, purtroppo è stato un calando parlando della mia attenzione e dell’interesse che suscitava in me il romanzo. La storia è rimpolpata principalmente dal racconto del passato del protagonista, i capitoli flash back diventano presto più consistenti di quelli relativi alla sua fuga. Premettendo che non mi piacciono particolarmente i romanzi dove sono narrate con alternanza regolare più storie, ma in questo caso particolare condividevo questa scelta fino a constatare che eclissa la vicenda principale. In più la vita di questo signore svedese ha dell’incredibile, non ha quasi nulla che sia verosimile perché nel corso degli anni continua a vagare senza sosta per il mondo, conoscendo, in un modo o nell’altro, la maggior parte dei maggiori esponenti politici del 900. Su di me ciò ha avuto un effetto a doppio taglio, purtroppo più tendente ad un aspetto negativo. Cerco di spiegarmi meglio, mi è piaciuto che una persona normale, comune, proveniente da un paese che non è stato più che tanto protagonista degli eventi più importanti del secolo passato, incontrasse tutti i politici di spicco; gli incontri e scontri sono narrati in chiave divertente e risultano piacevoli. Una delle cose che mi perplessa di più è il fatto che sia gli Stati Uniti sia l’Urss sono riusciti ad assemblare la bomba nucleare grazie all’esperienza di Allan, so che è un romanzo e in quanto tale non è necessario che sia realistico però non so, toccare argomenti sensibili come i bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki e le varie tensioni della guerra fredda in chiave comica mi sembra quasi che vengano minimizzate. Quasi tutti protagonisti politici incontrati da Franco, Truman, Johnson, Mao Tse Tung, Stalin, Kim il Sung vengono “intortati” e in un certo senso piegati alla volontà di Allan. Alcuni di essi vengono descritti in modo molto umoristico, vi riposto uno scorcio del romanzo riferito a Stalin: Già pochi minuti dopo l’arrivo della portata principale, Stalin aveva imparato a cantare in svedese “Trinca, trinca, trinca E buttalo giù con una spinta” ogni volta che si alzava il bicchiere. Detto questo, si alzò e gli mostrò la sua abilità, mettendosi a zampettare per la stanza, agitando gambe e braccia e cantando una melodia che ad Allan sembrò quasi…indiana…ma bella!
Mi è parso quasi richiamasse la fattoria degli animali di George Orwell per l’humor utilizzato nella descrizione e nel rapporto del protagonista con tutti i personaggi storici, ma molto alla lontana. Inoltre quando l’autore racconta il passato anche la stessa figura di Allan diventa quasi secondaria, sembra che si trasformi in un romanzo storico-politico narrato in modo leggero. Mi ha trasmesso questa sensazione, infatti le parti di questi capitoli dove il protagonista viene accantonato le ho lette velocemente, senza particolare interesse perché non era quello che mi aspettavo. Procedendo con la storia vi ho accennato al fatto che gli step relativi al viaggio del centenario diventano in un certo senso più “vuoti” e molto più brevi comparati alla ricostruzione, ecco verso la fine diversi sono dedicati alle vicende del GIP svedese impegnato a ricostruire e far luce sulla vicenda intricata. Questo quasi mi da l’idea che l’autore non abbia più molto da dire sul quella che dovrebbe essere stata la vicenda principale del romanzo secondo la trama e il titolo. Non mi sento di sconsigliarlo proprio totalemnte perché comunque mi ha regalato momenti di divertimento che ho apprezzato, ma attenzione. Se siete appassionati di storia e politica del 900 con questo romanzo ne avrete una visione decisamente comica e potrebbe fare per voi. La narrazione non è mai pesante anche quando tocca i temi più impegnativi risulta fluida e scorrevole. La ricostruzione finale che tutti i protagonisti hanno fornito al GIP è davvero divertente e in un certo senso coerente, anche il finale in sé è proprio carino. Questo romanzo è leggibile, merita due dei nostri libricini.

Stamberga - Voto 2

 

NOTA SULL’AUTORE: Jonas Jonasson è nato nel sud della Svezia nel 1961, è giornalista e consulente medie. Il centenario che saltò giù dalla finestra e scomparve, suo esordio letterario, ha venduto 6 milioni di copie nel mondo e 200 mila in Italia, ed è diventato un film. Nel 2013 ha pubblicato per Bompiani il romanzo L’analfabeta che sapeva contare.

 

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