Che razza di libro! di Jason Mott | Recensione di Deborah

Jason Mott è uno scrittore americano, autore di romanzi e poesie. Che razza di libro! è stato selezionato in diversi premi, tra cui il Carnegie Medals for Excellence in Fiction, l’Aspen Words Literary Prize, il Joyce Carol Oates Prize. Ha vinto il Sir Walter Raleigh Prize for Fiction e il National Book Award for Fiction 2021.

 

Essere ubriachi vuol dire semplicemente definire un istante. E poiché ogni istante è già passato nel momento in cui siamo in grado di riconoscerne l’esistenza, può mai una persona essere davvero ubriaca? Sono quasi certo che sia scritto anche nella Bibbia, Renny.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 12 maggio 2022
Pagine: 320
Prezzo: 19.00 €

Uno scrittore americano ha appena pubblicato un libro di successo: durante il tour promozionale, fra interviste, avventure amorose e sbronze colossali, incontra un ragazzino dalla pelle nerissima che da quel momento in poi lo segue come un’ombra. A ogni tappa il Ragazzino racconta qualcosa di sé, affermando che i suoi genitori gli hanno insegnato a diventare invisibile, per proteggersi dalla brutalità del mondo. E in effetti, lo scrittore è l’unico in grado di vederlo, ma poiché è affetto da una strana malattia che gli impedisce di distinguere la realtà dal sogno è certo che si tratti di una semplice allucinazione.
Ben presto, però, le sue visioni hanno il sopravvento, mettendolo di fronte a un passato che da sempre cerca di sfuggire, una verità che preme per liberarsi e ritrovare corpo e voce.

 

Il 12 maggio è approdato nelle nostre librerie un romanzo davvero particolare, si tratta di Che razza di libro! di Jason Mott, un’opera geniale, commovente e visionaria che racconta un mondo in cui la diversità costringe a nascondersi a se stessi, un viaggio d’amore e fantasia per sopravvivere alla brutalità del reale.

Importantissimo, Che razza di libro! (Hell of a Book) è vincitore del National Book Award 2021 per la categoria fiction.

Appena mi sono imbattuta nella trama di questo romanzo sono rimasta molto incuriosita, mi sembrava quasi strano essere attratta da un’opera così lontana dall’appartenere alla mia comfort zone di lettura, eppure una volta tuffata tra le pagine sono rimasta molto contenta di aver fatto questo salto. Che razza di libro! è un libro a dir poco unico, è difficile spiegare a parole tutte le sue particolarità perché non è solo un romanzo ma è un’esperienza da fare in prima persona. Sono rimasta sorpresa e stupefatta da quante volte durante la lettura ho mormorato tra me e me “Ma che razza di libro!”

 

Ma visto che sono nero posso scrivere solo della nerezza? Mi è permesso scrivere altre cose? Mi è permesso essere altro, a parte il colore della mia pelle? Voglio dire, non saprei citarlo parola per parola, ma non è di questo che parlava il famoso discorso I have a dream?

 

Il protagonista del romanzo è uno scrittore americano del quale non conosceremo mai il nome, impegnato nel tour promozionale del suo primo libro che si è rivelato un enorme successo. La sua voce narrante ci guida per mano tra le pagine, è una voce pungente, a tratti ironica che racchiude però molta sofferenza. Il protagonista è nero, noi scopriamo quest’informazione circa a metà del romanzo come se lui stesso voglia nascondere questa sua caratteristica, a tal proposito mi ha colpito molto la frase se che vi ho riportato sopra, l’autore si chiede se gli è permesso essere altro a parte il colore delle sua pelle. Ho trovato questa domanda di una potenza disarmante, mi ha fatto riflettere sul fatto che io non riuscirò mai veramente a capire cosa le persone nere devono affrontare per tutta la vita, purtroppo il razzismo nel mondo e nella modernissima America non è stato per nulla debellato. È davvero terrificante l’idea di dover essere giudicato, di doversi giustificare a priori non per la persona che si è o per quello che si è fatto ma per il proprio colore della pelle, questa caratteristica personale può repentinamente trasformarsi in un grande pericolo.

L’autore protagonista di Che razza di libro! è una persona che cela in sé una grandissima sofferenza che cerca di lenire ubriacandosi e nascondendosi dal mondo nella sua realtà immaginaria che coltiva fin da quando era bambino; ed è proprio in questo mondo che l’autore conoscerà Nerofumo, il ragazzino che lo accompagnerà per tutto il viaggio.

 

 

La storia di Nerofumo è la storia di tantissime persone delle quali non ci si ricorda più il nome, persone che hanno pagato a caro prezzo l’essere nati con un determinato colore della pelle. Ho avuto l’idea che Nerofumo fosse una sorta di coscienza per l’autore, l’input per il protagonista di riflettere realmente sulla realtà che lo circonda e restarne aggrappato. Inizialmente il ragazzino ci viene presentato come frutto dell’immaginazione dell’autore, a mano a mano che ci troviamo a scavare nella sua storia Jason Mott fa diventare sempre più nitidi e reali i contorni di questo bambino, tanto che a un certo punto mi sono domandata se l’autore e il ragazzino fossero la stessa persona, e vi dirò di più mi sono chiesta se Jason Mott, il protagonista di Che razza di libro! e Nerofumo fossero una cosa sola.

Leggendo Che razza di libro! non è chiaro il confine tra l’autore protagonista e Jason Mott, più volte mi sono chiesta se parte di questo strano e particolare romanzo sia d’ispirazione autobiografica. Quello di cui sono sicura è Che razza di libro! è una lettura strana, particolare e unica che spinge a riflettere in profondità sul problema del razzismo che purtroppo imperversa ancora nelle nostre società; Jason Mott dà vita a una lettura che è un’esperienza che secondo me ci dovremmo regalare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore di  per la copia omaggio

 

 

 

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