A metà tra cronaca e saggio, narrativa e reportage, il 15 novembre arriva per gran vía il romanzo di Julián Herbert, La casa del dolore altrui, secondo titolo per la collana diagonal, con la traduzione di Francesco Fava.
Acquistalo subito: La casa del dolore altrui
Titolo originale: La casa del dolor ajeno
Editore: gran vía
Collana: diagonal
Traduzione: Francesco Fava
Pagine: 320
Prezzo: € 17,00
La casa del dolore altrui non è solo il racconto di un “piccolo genocidio” dimenticato o la ricerca di una verità storica, è soprattutto il tentativo di dare dignità a un gruppo di migranti.
«La strage di cinesi di Torreón è un episodio rivelatore e dimenticato della Rivoluzione messicana, e non si può dire che il suo mancato riconoscimento storico sia dovuto all’assenza di testimonianze. Tra il 1911 e il 1934 sono circolate distinte versioni orali e scritte. Sono stati vari – ma non direi molti – gli accademici che si sono occupati del tema tra il 1979 e il 2012. Leggendola in termini borgesiani, si direbbe che è una storia che vuole essere raccontata: ogni po’ di anni si rifiuta di morire. Questo libro non è altro che una versione di quel rifiuto».
Julián Herbert è nato ad Acapulco nel 1971. Poeta, scrittore, musicista, è uno dei più poliedrici esponenti culturali del suo Paese. Ha al suo attivo diversi libri di poesie, saggi, il romanzo Un mundo infiel del 2004 e la raccolta di racconti Cocaína (Manual de usuario)del 2006, di cui «Granta Italia» ha pubblicato nel 2013 un racconto nel numero dedicato al tema delle “Dipendenze”. Ballata per mia madre (gran vía, 2014) ha vinto nel 2011 il Premio Jaén de Novela Inédita e l’anno successivo il Premio de Novela Elena Poniatowska, diventando uno dei romanzi rivelazione della recente letteratura messicana.
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