Attualmente in campagna su BookRoad c’è un progetto a sostegno del sistema bibliotecario dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, il thriller di Luca Marchesi, “Un lingotto rosso sangue”. Ho avuto modo di porre qualche domanda all’autore sull’opera e devo dirvelo, sono già curiosa. Pronti a dare una sbirciata?
Scopri la campagna: Un lingotto rosso sangue
Editore: BookRoad
Genere: Thriller
Pagine: 247
Prezzo: € 6,99 | € 12,90
Lascio ora la parola a Luca Marchesi per conoscere più da vicino “Un lingotto rosso sangue”, un thriller che si prospetta ricco di sorprese.
Cosa ispira i tuoi romanzi?
«I miei romanzi nascono dall’osservazione della realtà che poi elaboro e “condisco” aggiungendo un pizzico di fantasia perché a volte è bello credere che ci sia un altro mondo nascosto, un po’ in ombra, che non tutti riescono a vedere. Mi piace ambientarli in piccole comunità che sono dei microcosmi, in cui si trova una umanità variegata, rappresentata in tutti i suoi splendori e le sue miserie. Mi diverto anche a mescolare i generi come in questo caso, in cui thriller e fantasy convivono, spero in modo efficace».
Questo sarà l’inizio di una serie di più libri con protagonista il maresciallo Milano?
«Potrebbe essere, anche se in realtà il maresciallo Milano viene dalla mia precedente trilogia ambientata nella Bassa modenese e pubblicata da Leone Editore. Era un personaggio a cui mi sono molto affezionato, che mi ha accompagnato per anni e mi dispiaceva abbandonarlo. Sarebbe stato come perdere un amico».
Cosa ti ha spinto a cambiare genere passando dal fantasy della Trilogia della Bassa al giallo del libro in campagna?
«Il desiderio di mettermi alla prova scrivendo qualcosa di diverso, non più solo rivolto ai ragazzi, ma pensato per un pubblico di persone più grandi. Sarò comunque sempre grato a Leone Editore
che ha pubblicato la mia trilogia che mi sta dando enormi soddisfazioni. Anche quest’anno scolastico, come succede da diversi anni, il mio primo romanzo, “L’ultima notte di nebbia” viene letto in classe in una decina di quinte elementari del territorio, mentre il terzo “La battaglia finale” è stato adottato in una scuola media del Ferrarese. Pensare che dei ragazzi crescano leggendo le mie storie è una grande emozione e anche una bella responsabilità. Ma nessuno, fino ad ora almeno (ride), si è lamentato, quindi vuole dire che io e l’editore abbiamo fatto un buon lavoro».
Nel romanzo affronti il tema del terremoto che nel 2012 ha colpito l’Emilia. Come mai hai deciso di trattare un argomento così delicato e difficile?
«Il terremoto è stato per la mia terra, per me, un’esperienza devastante. Ci sarà sempre un prima e un dopo, perché è stato uno spartiacque della vita di tutti noi. Io sono un giornalista professionista e lavoro nell’ufficio stampa del Comune di Mirandola, proprio nel cuore del cratere sismico. Inoltre mia moglie è rimasta ferita seriamente nel terremoto. L’ho quindi vissuto, mio malgrado, davvero a fondo. A casa e sul lavoro. Nella scuola media in cui era stato allestito il municipio di Mirandola decine di persone venivano ogni giorno a chiedere aiuto, anche se eravamo tutti nella medesima condizione, cioè terremotati. Impossibile quindi non scriverne, un modo anche per rendere omaggio alla mia gente e alla Bassa che hanno risposto con tanta dignità e coraggio a questa sciagura, riuscendo a risollevarsi e a ripartire. Ma raccontarlo in un romanzo è stato anche un modo per esorcizzarlo, perché, dopo quasi sette anni, io dormo ancora con la torcia sul comodino, non si sa mai…».
Sappiamo che i diritti d’autore di “Un lingotto rosso sangue” saranno devoluti a sostegno del Sistema bibliotecario intercomunale dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord. Perché questa scelta?
«L’idea, parlando con la responsabile del Sistema Antonietta Furini, è stata quella di sostenere i progetti “Nati per leggere” e “Nati per la musica”, che il Sistema porta avanti da anni, con notevole successo. Sono iniziative per avvicinare i bambini fin da molto piccoli alla lettura e alla musica. Progetti meritori visto che tutti sappiamo quanto poco si legge in Italia. Dal 2019 finanziare queste iniziative sarà più complicato per il Sistema bibliotecario, quindi abbiamo pensato di intervenire. Dipenderà anche, ovviamente, da quante copie del mio libro saranno vendute. Solamente raggiungendo l’obiettivo delle 200 copie preordinate il libro andrà in stampa e potrà sostenere questi progetti.».
Come descriveresti il tuo libro con tre aggettivi e perché i lettori dovrebbero sostenere la tua campagna?
«Un lingotto rosso sangue è intrigante, fantasioso e senz’altro sorprendente. Credo che i lettori dovrebbero sostenere la campagna perché, come ho detto prima, i diritti d’autore vanno a progetti educativi che meritano di continuare e che, pubblicando e vendendo il romanzo, avrebbero un po’ di linfa vitale per proseguire. Poi direi per l’originalità: di thriller ambientati ai tempi del terremoto non credo ce ne siano tanti.».
“Nessuno aveva visto o sentito niente. Di tutta la variegata fauna di jogger, ciclisti, camminatori, con e senza cani, in perenne transito sulla ciclabile, non uno si era fatto avanti portando qualche informazione utile all’indagine. Solo curiosi che non mancavano mai nel circo della morte, richiamati come squali dall’odore del sangue.”
“Lisa sognò le macerie. Tante, ovunque. Case distrutte, chiese abbattute, edifici rasi al suolo. Il sole era sparito e pesanti nuvole scure soffocavano la terra. Si svegliò in un lago di sudore, gli occhi ancora colmi di rovine.”