Review Party: Delitto in riva al mare di Antonio Lanzetta

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Il protagonista di oggi è il romanzo di Antonio Lanzetta, “Delitto in riva al mare”, pubblicato da Newton Compton Editori. 

Data di uscita: 9 Maggio

Acquistalo subito: Delitto in riva al mare

Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Genere: Thriller

Prezzo: € 5,99 | € 9,90
Pagine: 256

Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Senza averla mai vista. Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta. Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo? Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino…

Come una discesa nei gironi infernali danteschi il protagonista di oggi ci guida fino in fondo tra gli strati di oscurità e paura che può affrontare un essere umano prima di sconfinare in quella che definiamo comunemente come follia. Quasi come se fosse un film, Antonio Lanzetta racconta scenari raccapriccianti come un cantastorie che, nonostante la forte tematica narrata, riesce a rendere il tutto piacevole intonando una melodia irresistibile.

Ci troviamo in una Salerno grottesca, risvegliata bruscamente dal ritrovamento del corpo di Elena Perna, una giovane promessa della pallavolo con il sogno di diventare veterinaria. Ad indagare sulla prematura scomparsa ci sono il commissario Massimo Trotta e Lidia Basso, consulente della questura in quanto psicologa forense. E così una giovane come tante diventa il titolo principale della cronaca nera locale e purtroppo non così distante dal mondo reale.

Si sente spesso parlare di “una ragazza” che subisce le angherie di un sistema patriarcale, nel quale il nome stesso di una vittima donna vale molto meno di quello di un uomo, non soltanto sulle pagine di un giornale, ma anche nel pettegolezzo. Elena non si è nemmeno resa conto di ciò che le stava accadendo, ha subito senza poter reagire, la brutalità della sua aggressione ha paralizzato non solo il suo corpo ma anche la sua coscienza, fino a farla cadere lentamente nell’oblio di una morte dolorosa.

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Lidia Basso porta sulle spalle un passato pesante, uno di quelli da film americano, dove gli orrori dell’infanzia e quelli dell’età adulta si fondono fino a diventare le radici consunte che la tengono in piedi. Nonostante tutto ciò che ha subito riesce ancora a fare il suo lavoro, anche se ogni caso le si attacca addosso come una minuscola scheggia di vetro conficcata in una mano, per quanto cerchi di liberarsene resta lì come un dolore di sottofondo dal quale è impossibile sfuggire.

Questo non è un caso come tutti gli altri, però, mentre lei e Trotta cercano di mettere insieme i puzzle sfuggenti della vita di Elena Perna, al Santacroce, Matteo o meglio X disegna incessantemente una giovane ragazza riversa sulla spiaggia. La somiglianza con la vittima è impressionante quasi come se fosse sempre stato presente ma nessuno se ne sia accorto. Una strada biforcata conduce alla medesima meta, tra frammenti del passato Lidia vede la sua intera esistenza scomposta e al tempo stesso ripercorre una strada tortuosa per permettersi di cogliere ciò che sfugge agli altri, per capire chi possa aver ucciso Elena e perché Matteo la disegna insistentemente. 

Dal titolo sembra quasi un giallo, uno di quelli da leggere d’estate sotto l’ombrellone, ma una volta inoltratisi all’interno della sua storia ci si rende conto che non c’è niente di così spensierato, non è un omicidio semplice da risolvere questo, è un crimine che sembra quasi non finire mai di essere commesso, il fatto che Matteo continui a disegnare Elena fa sì che la ruota continui a girare, che gli ingranaggi del meccanismo non si fermino mai, quasi a rendere quel determinato evento un loop perché a sua volta è Matteo ad alimentare una giostra infinita fatta di atroci ricordi. È proprio in questo a rendere differente questo romanzo da un “comune giallo” da ombrellone, con Lanzetta ci si ritrova ad essere catapultati una dimensione più oscura, una bolla dentro la quale si fatica a respirare.

Un delitto in riva al mare è quello che ci fa pensare a un tragico evento che avviene in un posto meraviglioso, in cui il detective è un tipo da spiaggia che però non smette mai di cimentarsi con l’ennesimo enigma da risolvere, ma qui è tutto diverso: il crimine non è un semplice rompicapo, è una vera e propria discesa nella memoria e nella crudeltà che risiedono nel cuore di coloro che si avvicinano in questo caso.

«La paura a volte ha un odore di ferro, come gli spiccioli che tintinnano nella tasca dei pantaloni di Andrea, come il sangue. La paura ha l’odore del sangue. Sì, il sangue. In fondo, tutti hanno paura».

 

 

 

 

 

 

 

 

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