Delitto sotto l’albero: un natale da brivido in compagnia di Agatha Christie

14a-il-natale-di-poirot

A Natale impera lo spirito di buona volontà. Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la pace. Sia pure provvisoriamente le famiglie che sono state separate per tutto l’anno si raccolgono ancora una volta… […] Persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C’è in loro molta ipocrisia, a Natale, onorolevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia “pour le bon motif”, ma sempre ipocrisia. E lo sforzo per essere buoni e amabili crea un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno e presto o tardi la caldaia scoppierà provocando un disastro.

Il libro – Il natale di Poirot:

A Natale, secondo la tradizione, le famiglie che sono state separate tutto l’anno, dopo aver messo da parte ogni contrasto, si riuniscono per festeggiare. Tutto questo, però, a volte ha solo lo scopo di mascherare odi e rivalità feroci. Come fa notare un acuto osservatore del carattere umano come Poirot: “A Natale c’è molta ipocrisia… e lo sforzo per essere amabili crea un malessere che può essere in definitiva pericoloso.” Quasi a dimostrare la validità di questa riflessione la riunione familiare voluta dal vecchio e tirannico Simeon Lee, che ha chiamato attorno a sé tutti i figli e i nipoti, anche quelli che un tempo si erano ribellati a lui e lo avevano abbandonato, si trasforma ben presto in dramma. A farne le spese è proprio il vecchio patriarca, misteriosamente assassinato alla vigilia di Natale in una stanza chiusa dall’interno. Ma è possibile che l’assassino sia proprio un membro della famiglia? Tutti sono sospettabili, tutti avevano un motivo per volere la sua morte. Un caso complicato, ma nessun criminale può sperare di ingannare il grande Poirot. Scritto nel 1939, l’epoca d’oro del giallo classico, Il Natale di Poirot, è un romanzo di grande suggestione nel quale la Christie ha utilizzato, con eccezionale bravura, tutti gli elementi più tipici della sua narrativa.

Il natale secondo Agatha Christie:

Quando arriva il Natale si torna bambini e tutto attorno si alleggerisce un po’. Un posto in più a tavola viene aggiunto. L’eco delle risate e il vociare riempiono la tavola gremita di leccornie. Ogni anno, per almeno una volta, i problemi scivolano via come se niente fosse. Attraverso gli occhi dei bambini diventa un periodo indimenticabile, un caleidoscopio ricco di odori e sapori. C’è chi è intento a masticare un bastoncino di zucchero mentre qualcun altro è alle prese con gli acquisti dell’ultimo minuto. Questa è la magia del Natale.

Per Agatha Christie dietro questa soffice e tiepida illusione si cela molto di più.  Il Natale diventa un’occasione per ricordare al mondo che il male non si ferma mai, neanche nel periodo più magico dell’anno. Il rancore che alimenta l’animo umano talvolta emerge durante le festività, sfociando in terribili drammi e distruggendo così l’atmosfera che dovrebbe invece esserci.  Dato che concordo con l’autrice, la mia scelta non poteva che ricadere su questo grande classico.

Simon Lee invita i quattro figli Alfred, David, George ed Harry, con le loro rispettive consorti, a trascorrere le vacanze di Natale insieme presso la lussuosa tenuta di famiglia. Al raduno si presentano anche la nipote Pilar, e un ignoto Stephen Farr, figlio di un vecchio socio di affari.

Dietro l’apparente intento di passare il periodo natalizio per avvicinarsi a loro si nasconde una terribile verità, quella di voler cambiare il testamento a discapito di ogni suo familiare. La rivelazione scatena l’ira funesta dei presenti che cominciano a scontrarsi l’uno contro l’altro. A regnare sovrano è il caos in quello che avrebbe dovuto essere un periodo di pace e serenità.

La sera della Vigilia di Natale (quindi questa sera. Lol!) il patriarca si ritira in camera propria per non essere disturbato. Un rumore molesto attira l’attenzione dei presenti. Lee subito dopo viene trovato morto in una pozza di sangue, in camera sua, chiusa a chiave. Tutti i presenti hanno un motivo per voler morto Lee, ma uno più di tutti. Le domande che dobbiamo porci sono le seguenti: Chi? Come? Con cosa? Perché?

“Accidenti! Un delitto. Proprio alla vigilia di Natale!”

È durante questo periodo infatti che è più facile commettere crimini di qualsiasi tipo. Come è Poirot stesso a spiegare al colonello Johnson, lo spirito natalizio non è altro che finzione. La buona volontà non è altro che ipocrisia, “onorevole”, ma pur sempre ipocrisia.

Le indagini rivelano gli scheletri nell’armadio dei presenti ed è attraverso i dialoghi, soprattutto quelli della vittima, che si riesce ad intuire la vera natura di ciascun personaggio. Simeon Lee si è trasformato da carnefice a vittima, trasformando qualcosa di magico in tetro. In questa logica dei contrasti Agatha Christie gioca in casa, regalando al lettore qualcosa su cui riflettere. Sono queste luci ed ombre che aiutano ad osservare con attenzione ogni singolo elemento.  Prima di indagare a fondo Poirot si concentra sulla psicologia dei presenti, aiutando il lettore a comprendere meglio ciascuna sfumatura, sempre in contrasto con l’apparenza.

La contrapposizione netta tra la magia natalizia e il crimine violento sono di forte impatto. La storia fila liscia senza alcun intoppo grazie allo stile dell’autrice sempre minuziosa nei dettagli e nella caratterizzazione dei personaggi. Oltre ad essere brillante, è anche originale. La soluzione non è mai quella che sembra. Poirot come al solito è stato fantastico. Quando rimette ogni cosa al suo posto si colgono dettagli prima sfuggiti. I delitti a stanza chiusa sono sempre stati tra i miei preferiti perché non sono così semplici da districare.

Il tema della giustizia emerge sempre nei suoi lavori. Nessun criminale la fa franca se c’è Poirot nei paraggi. Ho notato però che in questo caso l’omicida non ha alcun rimorso di aver ucciso la vittima, qualcosa di nuovo. Questo dimostra che ogni lavoro supera il precedente e in qualche modo l’autrice si supera sempre, come se i suoi lavori fossero una sfida continua.

“Il natale di Poirot” è la mia alternativa a “Un canto di Natale” di Charles Dickens, letto e riletto ogni anno. Dickens è magnifico, ma il fascino del delitto ha superato di gran lunga le mie aspettative. Credo che leggerò qualcos’altro della Christie per tenermi compagnia. E voi cosa leggerete a Natale?

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

May the Force be with you!
Precedente Book Tag #6 – “Mean Girls” Successivo Feline di Sarah Bianca | Recensione di Deborah

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.