Domino Letterario: Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven

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Posso farti una domanda?
Secondo te esiste un giorno perfetto? Un giorno perfetto, dall’inizio alla fine.
Un giorno in cui non succede niente di tragico, o di triste, o di ordinario. Secondo te, esiste?
– Non lo so…
– Te ne è mi capitato uno?
– No.
– Nemmeno a me. Ma lo sto cercando.

Pagine: 398

Acquistalo subito: Raccontami di un giorno perfetto

Editore: De Agostini
Collana: DeA Best
Genere: YA
Traduttore: S. Mambrini

Data di uscita: 2015
Prezzo: € 10,90
Pagine: 398

È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.

Non sono un composto chimico venuto male. Non sono un problema. Non sono qualcosa da salvare. Sono una persona.”

Sarò onesta, il genere young adult è uno di quelli con cui ho un rapporto sia d’amore che d’odio; ci sono state delle volte in cui mi sono ritrovata fra le mani qualcosa che non riuscivo neanche a descrivere (trashate assurde) e che puntualmente si accompagnavano al blocco del lettore, per questo motivo sono sempre stata restìa a leggere qualcosa di questa categoria, ormai dando per scontato che fossero tutti fatti con lo stampino. Invece mi sbagliavo e sono felice che sia stato così, altrimenti non avrei potuto scoprire romanzi come “The hate that you give”, “Noi siamo tutto” o “Nowhere Girls”.

Source: Pinterest

La mia tessera per il mese di marzo è il libro di Jennifer Niven, “Raccontami di un giorno perfetto”, romanzo di cui ho sempre sentito parlare bene, come accade sempre con i libri che diventano popolari, ma ho preferito prima farmi un’opinione mia piuttosto che seguire la massa. Ho evitato di farmi spoiler nonostante di questo romanzo esistano fanart su fanart, foto su foto sui social network, soprattutto su instagram.

L’anno scorso ho avuto la fortuna di incontrare l’autrice a Mare di Libri e sentire la presentazione sia di questo che de “L’universo nei tuoi occhi”, le sue parole mi hanno colpita nel profondo. Jennifer Niven si è presentata da subito come una persona qualunque, priva di quell’aura di superiorità che molti altri autori usano come scudo da rivolgere verso i loro fan, infatti lei si è dimostrata calorosa e ben disposta nei confronti dei presenti, anche quando significava rispondere a domande scontate o già poste. Non ha mai smesso di incoraggiare tutti i giovani presenti a seguire i loro sogni e vivere la vita al massimo, cercando per quanto possibile di non lasciarsi alle spalle le persone importanti e allo stesso tempo ha condiviso la sua esperienza come scrittrice dando qualche consiglio a chi vuole intraprendere questo tipo di percorso.

Per chi ha giocato a Life is Strange il paragone con Chloe nasce spontaneo, sia lei che Finch sono due personaggi che soffrono, ma che nascondo il dolore dietro la faccia tosta, nel caso di Theodore Finch è il volersi mimetizzare agli occhi di tutti, anche se significa apparire strambo e allungare ancora di più la distanza fra lui e i suoi compagni di scuola. Violet, invece, indossa la maschera da brava ragazza popolare che dietro un sorriso nasconde il suo dolore per la perdita di una persona a lei cara. Sono due personaggi opposti come il giorno e la notte eppure in qualche modo entrando a contatto fra di loro scoprono di avere molto più in comune, nonostante le differenze che li separano.

“Corro finchè il tempo non si ferma. Finchè la mia mente non si ferma. Corro finchè l’unica cosa che sento è il freddo metallo della targa che stringo nella mano e il sangue che mi pulsa nelle vene.”

Source: Pinterest

Leggendo “Raccontami di un giorno perfetto” ho percepito l’amore per la letteratura e la musica, ma anche il dolore di una perdita e l’orribile sensazione di non avere un posto nel mondo. Scegliere dei personaggi come Violet e Finch è stata una scelta non soltanto azzeccata per il pubblico verso il quale è destinato, ma permette anche di immedesimarsi in uno dei due. Per me questo è accaduto con Finch, un personaggio controverso.

Agli occhi di chiunque Theodore Finch è un ragazzo strambo, il classico individuo da evitare per svariati motivi, molti dei quali si sono persi fra una conversazione e l’altra di un lunghissimo telefono senza fili. Ad alimentare altri pettegolezzi sul ragazzo più bizzarro della scuola è anche la sua abilità da camaleonte, il suo reinventarsi anno dopo anno, una volta con un accento diverso oppure con un look completamente fuori dal comune.

Dietro le mille maschere che indossa Theodore non è altro che un ragazzo vulnerabile, il cui corpo ormai è al limite, non riesce più a gestire il dolore che si propaga lungo tutto il corpo e i suoi continui sbalzi d’umore. In balìa di giorni di sole e delle tenebre, Finch non riesce più a trovare qualcosa per cui valga la pena vivere ed è per questa ragione che morire sembra essere la sola e unica opzione per mettere a tacere il dolore, le voci che tormentano la sua mente e che lo dipingono già morto e sepolto.

Dedicarsi ai suoi hobby, ovvero suonare, scrivere o leggere, non bastano. Quando arriva la notte e Finch resta da solo in camera sua ogni cosa viene inghiottita dalle tenebre.

Salire all’ultimo piano della scuola e lasciarsi cadere gli sembra una buona per non svegliarsi mai più in giornate inconsistenti, sature di monotonia. Quello che non si sarebbe mai aspettato di vedere era che anche Violet Markey, una ragazza popolare, fosse lì per lo stesso motivo. In quel momento qualcosa scatta, in una situazione tragica Finch trova un modo per aggrapparsi alla vita per trovare il suo “giorno perfetto”.

“Io non sono perfetta. Ho segreti inconfessati e sono incasinata. E a nessuno piace la gente incasinata. Preferiscono una Violet sorridente.

Source: Pinterest

Dall’altra parte Violet Markey non ha mai avuto nessun motivo per sentirsi un reietto, la sua popolarità le ha sempre permesso di vivere nella luce e non nell’invisibilità come nel caso di Finch. Ciò nonostante, questo non significa che vederla sorridere significhi necessariamente che stia bene, semmai l’opposto. Da quando ha perso la persona più importante della sua vita, fatica persino a pensare. Si nasconde dietro a un “non sono pronta”, sperando che il ricordo della sua perdita faccia allontanare le persone, ma non tutte riescono a lasciar correre. I suoi genitori, ad esempio, sono stanchi di vederla lasciarsi vivere e spegnersi poco a poco, ma per quanto cerchino di aiutarla lei si nasconde dietro un muro spesso di insicurezze e paure.

Incontrare Finch in una situazione delicata quanto tragica le cambia la vita. Tutti sono convinti che quella mattina in cui il ragazzo ha scelto di suicidarsi lei lo abbia salvato, ma nessuno sa che in realtà è stato lui a salvare lei. Da quel momento cominciano a succedere una serie di “sfortunati” eventi, che per quanto assurdi, sono piacevoli e per la prima volta dopo tanto tempo si sente viva, comincia a vedere il bicchiere mezzo pieno e cosa più importante, si diverte.

Ricomincia da Finch, superando paure e ricucendo vecchi sogni che sembravano sfumati. La vecchia Violet piena di vita, sogni e speranze, insieme a lui ritorna. Poco a poco grazie a un progetto scolastico i due si avvicinano, scoprendo di avere più cose in comune. Stare con Theodore significa godersi le piccole cose, svegliarsi col sole e addormentarsi sfiniti dopo una giornata intesa dove però non scompare mai il sorriso.

“Il fatto è che ora ho capito: non è importante quello che si prende, ma quello che ci si lascia dietro.”

Source: Pinterest

“E vissero felici e contenti”. Questa volta non succede. Più che “felici e contenti”, io direi semplicemente che vissero, i ricordi che si sono creati e le avventure vissute riecheggeranno nella mente, come immagini indelebili che non lasceranno mai la sua memoria.

Sono d’accordo quando Violet dice che non importa ciò che la vita si prende ma quello che lascia indietro; ogni qualvolta che qualcuno si toglie la vita lascia un vuoto incolmabile dietro, dove è l’assenza a ferire. I ricordi felici, la vita insieme, spesso non bastano, quando qualcuno se ne va è difficile anche ricominciare.

Penso che il giorno perfetto possa esistere solo se non si pensa al significato letterale del termine, ma se invece si dà valore anche solo alle piccole cose che possono renderlo reale.

Quando ho cominciato questo viaggio intenso insieme a Violet e Finch non mi aspettavo niente di più di una bella lettura e invece mi sono ritrovata a vestire i panni di Theodore e ogni sua parola suonava così vera, forse perché siamo simili, abbiamo vissuto esperienze simili o forse semplicemente perché è caratterizzato così bene da renderlo tangibile. In ogni caso, come prima lettura, questo è un romanzo che mi ha dato veramente tanto e allo stesso tempo mi ha tolto qualcosa, quel macigno che continuo a trascinarmi dietro si è fatto più leggero.

 “Raccontami di un giorno perfetto” è un grido per tutti coloro che si sentono o si sono sentiti soli per dire che non lo sono affatto. Anche nella situazione più disperata o quando tutto sembra farsi nero, prima o poi arriva un raggio di luce ad illuminare le tenebre. Sembrerà scontato ma è così. Ma è anche l’invito a non tenersi tutto dentro per evitare che un carico eccessivo di emozioni esploda all’improvviso, tramutandosi in qualcosa di ingestibile.

Le tappe del domino di questo mese
May the Force be with you!
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