Interview Tour: Movida di Andrea Campucci – la nightlife di Firenze

Continuiamo questa intervista a tappe focalizzandoci su Firenze, ambientazione del romanzo di Andrea Campucci, Movida, edito da BookRoad.

Data di uscita: 4 Luglio

Acquistalo subito: Movida

Editore: BookRoad
Genere: Narrativa
Pagine: 232
Prezzo: € 6,99 € 12,90

Un gruppo di amici si ritrova abitualmente al Pappagallo verde, e da lì, nel fine settimana, si dirige a Firenze. Qui, all’interno di un locale ogni volta diverso, tortura e uccide un numero sempre maggiore di persone. Ogni serata è scandita da un antefatto e da una cena in uno dei migliori ristoranti della città, in un crescendo vertiginoso che conduce all’ultimo episodio: una fuga attraverso i quartieri di una Firenze ormai devastata.
Con una scrittura iperbolica, Andrea Campucci mette in scena un romanzo pulp e grottesco che, fra un pezzo acid house e una ballata balcanica, tra lustrini e pailettes, tra fiumi d’alcol e corse in autostrada, non smetterà di stupire

Come mai Movida è ambientato a Firenze e non in un’altra metropoli?

Ho deciso di ambientare questo mio ultimo romanzo all’interno del contesto che conosco meglio e in cui sono cresciuto. Ho però voluto rappresentare uno spaccato di quelle che sono le mode, le tendenze e gli atteggiamenti più comuni – attraversando i capitoli di Movida si passa dal locale mainstream, per serate dance o elettrohouse, ad altri che ti rifilano afrobeat o cyberpunk. Ogni città ha le sue classificazioni da questo punto di vista e le sue “zone”, Milano e Roma ma anche città più piccole ormai vengono coinvolte dalla nightlife distruttiva dei giovani. La scelta di Firenze è stata puramente funzionale. Certo, sicuramente non le mancano delle peculiarità sociali – che ho cercato di descrivere con ironia – ma penso che il fenomeno della movida sia essenzialmente lo stesso ad ogni latitudine. 

“Ed ecco che il Mastica, feroce per essersi perso anche stavolta la Terrazza e carogna quanto basta, gli va incontro deciso e imperterrito, e prima che il malcapitato possa anche rendersene conto, questi gli sferra un violento cazzotto sul naso che gli fa volar via gli occhiali e qualche pezzo di gengiva. Il disgraziato barcolla sul marciapiede, una massa tumefatta color terra di Siena affumicata al posto del naso, il foulard gli vola via come quelle cartacce di American beauty. Si porta una mano sul volto ma ecco che gli arriva un upright sul mento che lo fa volare addosso a un cassonetto, dove tra le altre cose si sente un preoccupante crack scheletrico e il coglione è andato. «Perché?» mi domando, prima di capire che in effetti è iniziata la stagione degli amori: quello era un PittiUomo! Qualcuno mi deve aver detto che la malattia è insorta nel 1952, quando ancora c’era il delitto d’onore e le ultime incerte fiammelle de Lacerba si erano ormai consumate ed estinte in cenere. Novoli era una città a venire e a Campi across the Bisenzio prima dei Gigli, dell’Ikea e delle terme dell’Asmana, c’eran solo le pecore a ruminar sterpaglie. Che farsene di un Tavolato e dei suoi elogi della prostituzione? Il fiacco colpo di fulmine fra Firenze e il futurismo puzzava già in partenza di adulterio, di un ménage consumato di fretta in ascensore e al riparo da sguardi indiscreti, finché a sera non si torna a farci preparare il brodino di carne della sora Teresa, Carolina o Giselda che tra i fornelli è proprio impareggiabile e «l’ho sposata proprio per questo.»”

Andrea Campucci è nato a Incisa in Val d’Arno (Firenze) nel 1983. è laureato in filosofia e attualmente collabora con alcuni editori fiorentini. Con Leone Editore ha pubblicato i suoi successi Plastic shop (2016) e Porn food (2017). Il 4 luglio è finalmente uscito il suo nuovo romanzo Movida, edito da BookRoad.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di BookRoad per la disponibilità.

 

 

 

 

May the Force be with you!
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