Le sopravvissute. Final girls di Riley Sager | Recensione di Sandy

“È vicina a una strada? Lo spera con tutto il cuore. Insieme alla memoria ha perso anche il senso dell’orientamento.”

IL ROMANZO

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Un gruppo di adolescenti, un weekend in un cottage nel bosco per festeggiare il compleanno di Janelle, ma in men che non si dica, la festa si trasforma in un film dell’orrore: un uomo fa irruzione e ammazza tutti i presenti, tranne una ragazza che riesce miracolosamente a fuggire. Sono passati dieci anni dal massacro di Pine Cottage, e Quincy Carpenter soffre ancora di amnesie legate a quella tragedia.

Per i media internazionali, Quincy è una “final girl”, una sopravvissuta, insieme a Lisa e Samantha, sfuggite anche loro a due sanguinosi massacri. Le tre ragazze non si sono mai incontrate, anche se per un periodo si sono scritte per sostenersi a vicenda. Ma quando Quincy riceve la notizia che Lisa si è tolta la vita non prima di aver cercato di contattarla con urgenza, la ragazza ripiomba nell’incubo…

Let’s talk about “Final Girls”

Accelera il passo, grida più forte, si precipita verso la luce.

Oggi apriamo le danze con un thriller; si tratta dell’esordio di Riley Sager, un’autrice sotto pseudonimo che con “Final Girls” ci catapulta in un mondo offuscato dall’amnesia di Quincy e del suo passato, che ancora la perseguita.

Dieci anni fa a Pine Cottage si respirava aria di festa. Era il compleanno di Janelle, la migliore amica di Quincy Carpenter, ma quella che doveva essere una festa si trasforma in un incubo cruento che segnerà per sempre Quincy. Il massacro di Pine Cottage è passato alla storia come uno dei crimini cruenti che ha reso famosa la ragazza, definita dalla stampa “Final Girl”. Non è l’unica a portare questo marchio addosso, insieme a lei anche Samantha Boyd e Lisa Milner. Queste tre ragazze sono sopravvissute a massacri e ora cercano a loro modo di superare il trauma, a loro modo, circondandosi di persone che possano in qualche modo ristabilire l’equilibrio che quella tragedia ha strappato via.

Quegli zeri al posto delle O sono come occhi che sostengono il mio sguardo.

Dieci anni più tardi Quincy non ricorda nulla di quel terribile massacro, ma ha cercato di voltare pagina, evitando a tutti i costi di essere ricondotta alle Final Girls, nonostante sia inevitabile. Ora vive in un bellissimo appartamento con il fidanzato e cerca di portare avanti il suo blog. Sotto consiglio di Coop, colui che si è occupato del caso, la ragazza ha mantenuto in contatto con le altre ragazze, in special modo con Lisa. Come nei peggiori film, il passato torna a presentarle il conto. L’unica persona con la quale avesse stretto un legame solido all’improvviso muore, il caso viene archiviato come suicidio ed è allora che Samantha bussa alla sua porta. La presenza di Samantha e il suo bisogno di parlare, costringe Quincy a rivivere il suo passato. Per avere qualcosa bisogna dare sempre altro in cambio. I ricordi andati di Quincy rappresentano la meta da raggiungere ma qual è il prezzo da pagare? È disposta ad addentrarsi tra le pieghe della sua mente?

Quincy non urlò. Il dolore era troppo e il grido le rimase intrappolato dentro.

Final girls è un romanzo che ingrana con lentezza, architettato per depistare in continuazione il lettore e non portarlo a cogliere nulla, ma solo ad avere una vaga idea su ciò che sta accadendo. È un terribile gioco di illusioni che a tratti mi ricordava “Scream”, solo più noioso. Per questo motivo Riley Sager sceglie due tipi di narrazione, in prima persona quando è Quincy a parlare nel presente e la terza persona quando si tratta del passato. Questo permettere di cogliere quei piccoli particolari sfuggiti, ma procedono con estrema lentezza, appesantendo la lettura piano piano che si procede. Questo è un romanzo sul quale nutrivo moltissime speranze, che si è rivelato, nonostante tutto, un romanzo apprezzabile, ma niente più di questo.

Un debutto non è mai perfetto, sicuramente lo stile della Sager mi resterà impresso, in alcune scene è riuscita a trasmettere il senso di smarrimento e disagio, ma poi la musica cambia e diventa più caotica, si fatica a cogliere le parole, è solo caos allo stato puro.

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