#Leistantanee: Paris mon amour

Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.
– Agostino d’Ippona

 

È giunto il tempo di condividere un’altra grande passione che ci lega, la passione per i viaggi e per le avventure oltre la carta e l’inchiostro, le emozioni che nascono dallo scoprire qualcosa di nuovo, che sia un luogo vicino o lontano poco importa, l’importante è essere liberi e non porsi confini. I limiti esistono solo nella mente di alcune persone, viaggiamo ed esploriamo per arricchirci ed emozionarci, proprio come quando ci tuffiamo tra le pagine di un romanzo. È arrivata l’ora per la Stamberga di muovere le sue fondamenta scricchiolanti per approdare in nuovi luoghi, sempre in compagnia dei nostri inseparabili amici di carta e inchiostro.

 

 

 

Parigi, la città dell’amore, è possibile restare immuni al fascino dell’imponenza dei suoi edifici monumentali e ai suoi angolini romantici? Io me ne sono innamorata follemente. Se mi avessero assicurato che questa città sarebbe riuscita ad incantarmi ed emozionarmi con tanta forza non ci avrei mai creduto. Mai, per davvero. Sono partita felicissima all’idea di esplorare la capitale francese, ben custodita in valigia la speranza di riuscire a trovare un posticino per me in questa città sconosciuta e il timore di sentirmi fuori luogo. La Francia è una meta indubbiamenta affascinante e meravigliosa, le poche incursioni che ho fatto qui in passato mi hanno regalato la possibilità di vedere scorci bellissimi ma allo stesso tempo mi hanno lasciato un retrogusto amaro, quello di non essere la benvenuta. Parigi, dopo poche ore dall’atterraggio, è riuscita a spazzare via ogni traccia dei pregiudizi che covavo da tempo, mostrando umanità e accoglienza.

Le sensazioni e le emozioni che ho provato durante questo viaggio mi hanno riportata in uno dei miei romanzi preferiti, in un luogo arido e lontano, un luogo completamente diverso da Parigi: il Deserto di James Anderson. Perché? Credo sia la domanda più appropriata per sottolineare l’apparente incompatibilità di questi due luoghi; non sono in grado di rispondere in modo “scientifico” a questo interrogativo, basandomi su ciò che ho esperienziato il collegamento con il Deserto è stato folgorante, Parigi si è rivelata essere tutto l’opposto, ma in alcuni casi molto simile.

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Il Deserto è un luogo aspro e impervio, l’uomo è solo un ospite di passaggio che deve adattare la propria vita ai ritmi scanditi dalla natura selvaggia, la solita arroganza che ci caratterizza qui non è ammessa. L’unica soluzione per provare a mettere radici nella terra arida e polverosa è rispettare la natura, in caso contrario la vita dell’insubordinato sarà spazzata via con facilità, come se fosse un fragile rotolacampo. Il Deserto non è per tutti, è solitudine ed isolamento, è vivere alla giornata senza sapere bene cosa riserverà il domani; nel Deserto si nasce oppure ci si prova ad isolare dal mondo, se si viene accettati. Parigi invece è una grande metropoli: calda, colorata e accogliente. È una città elegante, raffinata e monumentale, plasmata durante i secoli da i più grandi artisti. Parigi è armonia: gli edifici, i monumenti, i grandi viali, le piccole stradine, gli ampi parchi e i grattaceli moderni; tutti questi luoghi così differenti regalano un senso di sicurezza e continuità, niente è fuori posto, nemmeno tu, turista.

Una delle caratteristiche che mi ha lasciata maggiormente spiazzata di questa città è la diversità, ma soprattutto la sensazione che la diversità sia in realtà, come è giusto che sia, vissuta come normalità. Parigi è una metropoli multiculturale, i turisti e i suoi cittadini sembrano perfettamente integrati a prescindere dal colore della pelle e dalla provenienza; è stato meraviglioso percepire questa forte sensazione di integrazione che spero corrisponda davvero alla realtà. Parigi ti fa sentire a casa, appena si inizia a passeggiare tra i suoi viali non ci si sente mai fuori luogo, si ha la sensazione che sia impossibile perdersi e impaurirsi camminando e guardando tutto con meraviglia. Ogni strada pare quella giusta e, qualora non lo fosse, sarà la stessa città ad indicarti la via permettendoti di scoprire bellissimi angolini romantici. Ho avuto la sensazione di poter essere sempre tranquilla e al sicuro a tutte le ore, non ho mai avuto l’istinto di guardarmi intorno con circospezione.

 

 

La capitale francese è brulicante di vita, quasi ad ogni ora del giorno e della notte le persone si riversano tra le strade, nei parchi e nei bellissimi caratteristici cafè; se abitassi a Parigi penso proprio che non riuscirei mai a chiudermi in casa circondata da tutta quella bellezza. La vita nel Deserto è molto ricca ma ha una diversa modalità di espressione, segue ritmi precisi annidandosi nel sottosuolo fino a che giunge il momento di sbocciare in perfetto equilibrio. Parigi e il Deserto, due luoghi così diversi ma ugualmente ricchi di vita e meraviglia. Ricordo la meraviglia che mi ha pervasa nel trovarmi finalmente ai piedi della Tour Eiffell, quando si inizia ad intravedere tra gli edifici e in mezzo alle fronde dei grandi alberi degli Champ de Mars, un’emozione unica. La Tour Eiffell è sicuramente il luogo che mi è rimasto più a cuore, non pensavo fosse così magica e maestosa, specialmente quando viene illuminata, lentamente con il calar del sole diventa il faro che illumina Parigi e affascina tutti i passanti. È impossibile restare immuni al suo fascino, salire in cima e vedere la città da lassù è stata un’esperienza indescrivibile, amore a prima vista, tanto che è stato impossibile non ripetere l’esperienza in notturna. Sono sicura che anche di fronte al Deserto rimarrei senza parole, estasita da una bellezza completamente diversa ma non per questo meno impattante. Il Deserto è riuscito ad affascinarmi attraverso una storia di carta e inchiostro, la voce di Anderson mi ha fatto fortemente desiderare di visitare quel luogo remoto, ammirare i suoi colori, percorrere la 117 e fermarmi ad ammirare il tramonto con il vento tra i capelli. Insomma, due realtà differenti e due bellezze diverse da scoprire

 

 

Dire “Au revoir” a Parigi e alla Tour Eiffell è stato veramente difficile, non ero ancora salita sull’aereo diretto a casa che già desideravo ritornare. Ritornare in quella città che inaspettatamente mi ha fatto sentire a tutti gli effetti a casa, ritornare in quella città che mi ha letteralmente rubato il cuore.

 

Al prossimo viaggio!

 

 

 

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