Let’s talk about: Il bambino di carta di Marina Migliavacca Marazza

«Lo sai che i libri possono salvare la vita?» Il bambino lo aveva guardato incuriosito. senza mollare il braccio dell’orso dal quale ormai non si separa nemmeno quando dorme.

Pagine: 284

Acquistalo subito: Il bambino di carta

Editore: Libromania
Data di uscita: 9 Novembre

Prezzo: € 9,99
Pagine: 284

Il romanzo Il bambino di carta racconta la storia appassionante, drammatica e coinvolgente di una famiglia travolta dal successo e di un bambino privato dell’infanzia sullo sfondo della Londra degli Anni Ruggenti. Tate e suffragette, club esclusivi per gentiluomini e reduci feriti nel corpo e nell’anima, scioperi di chi ha fame e le lussuose serate di gala a teatro, la dimensione privata e segreta dei più grandi nomi della letteratura inglese, i perversi meccanismi del successo letterario, la genesi bizzarra di un capolavoro nato per caso, l’incomunicabilità tra padri e figli, il bullismo, gli orrori della guerra e molto altro ancora nelle pagine di un romanzo mozzafiato.
Winnie the Pooh non l’ha creato Walt Disney. L’ha inventato Alan A. Milne, uno scrittore inglese nella Londra degli Anni Venti. E nelle pagine del suo libro lo ha fatto interagire con Christopher Robin, un bambino che esisteva davvero ed era suo figlio. L’orso Winnie è diventato così famoso che la sua ombra si è proiettata sulla vita del ragazzino in carne e ossa, trasformandolo in una creatura di carta destinata a non crescere mai, come in un film dell’orrore.

“Ma la notte, quando gli incubi si fanno più spaventosi, quando tutte le paure si ingigantiscono, quando i ricordi diventano sequenze di film dell’orrore e il muso nero della depressione spunta da dietro le tende, allora per Alan è un gran conforto cercare la presenza di suo figlio.”

Source: Pinterest

Oggi parliamo del romanzo di Marina Migliavacca Marazza, “Il bambino di carta”, pubblicato da Libro/Mania.

Come ben sapete, Disney è nota per stravolgere personaggi e trasformarli in qualcos’altro, qualcosa di familiare e che venda, che riesca a rallegrare i bambini e che arrivi dritto nel cuore delle persone. Generazione dopo generazione continuiamo a cantare le canzoni de “Il Re Leone o de “Il libro della giungla”, due classici intramontabili che hanno accompagnato la nostra infanzia e che ancora ci accompagnano.

Questo è successo anche con il tenero orsetto, abitante de Il bosco dei cento acri, Winnie The Pooh e i suoi amici animali, spesso aiutati da un bambino, Christopher Robin. E se vi dicessi che quel dolce cartone animato ha una storia più profonda e radicata nel tempo?

Il nostro viaggio comincia nella Londra degli anni venti, dove da poco è venuto alla luce un maschietto, il suo nome è Christopher Robin Milne. Questo nome dovrebbe già dirvi qualcosa, non è così?

Ad ogni modo, suo padre, Alan Milne, è un noto scrittore, che dirige il “Punch”, una famosa rivista, spesso in collaborazione con autori illustri del calibro del padre di Sherlock Holmes, proprio così. Letteratura e cultura circondano i Milne eppure, dietro la maschera da colto uomo di Alan, si nasconde un uomo provato dai disastri della guerra alla quale ha preso parte e che sono rimasti latenti in lui come una miccia pronta ad innescare la bomba.

Rapportarsi con il figlio è il compito più difficile, soprattutto quando comincia a parlare e compiere i suoi primi passi, presentandosi a chiunque come Billy Moon, perché troppo piccolo per dire il suo nome completo. È quasi impossibile stabilire un contatto senza restare aggrappati al presente, ma in Christopher c’è qualcosa che sprona Alan ad andare oltre, quel pelouche a cui è tanto legato diventa un pretesto letterario per dare vita a una creatura inanimata e fargli vivere avventure insieme a suo figlio ed è così che nasce Winnie The Pooh, illustrato dalle abili mani di Shepard, che diventa a tutti gli effetti un successo garantito.

“Gli capita sempre più spesso di pensare che non vorrebbe affatto che Billy crescesse. Non vorrebbe mai che conoscesse le cose brutte della vita. Non vorrebbe che sperimentasse dolori e delusioni. Gli uomini diventano grandi e soffrono. Ma si rende conto che quel desiderio è folle. È sbagliato. È malato.”

Source: Pinterest

Il successo ha un prezzo elevato, per Christopher Robin significa perdere la sua infanzia e rinunciare alla sua vita. Quando si diventa parte di un progetto alla fine, agli occhi di tutti, finisci per essere soltanto quel determinato progetto. Basti immaginare la vita di un attore per capire cosa significa “perdere” la propria identità ed essere identificato con solo attraverso un ruolo, per il piccolo Christopher Robin è lo stesso. Poco a poco la sua vita si trasforma in un incubo dal quale cerca costantemente di svegliarsi.

Essere il figlio di uno scrittore di successo mette sotto i riflettori Christopher Robin, che attira l’attenzione indesiderata dei suoi coetanei, i quali vedono in lui una potenziale preda ed è per questo motivo che diventa il facile bersaglio di bulli a caccia di attenzione. Allo stesso tempo anche suo padre comincia a stufarsi del ruolo che gli continuano ad affibbiare, quello dell’inventore di storie su un piccolo orsetto e niente più, la sua intera produzione letteraria viene spazzata via e rimpiazzata soltanto da Winnie The Pooh.

Marina Migliavacca Marazza rispolvera due personaggi dimenticati dalla storia, impropriamente rimpiazzati da Walt Disney con qualcosa di diverso che non incarna lo spirito di ciò che la storia di Christopher Robin e Winnie The Pooh doveva essere. Allo stesso tempo ci permette di dare un’occhiata dietro le quinte, mostrando l’aspetto negativo del successo, che spesso più che aiutare le persone finisce per distruggerle.

“Il bambino di carta” è uno strepitoso viaggio nel passato che mi ha permesso di conoscere qualcosa di cui non conoscevo l’esistenza, l’autrice è riuscita ad aprire un varco nella vita dei Milne permettendomi di entrare nel mondo dei personaggi, godere del buono e riflettere su aspetti importanti, quali i cambiamenti della nostra società e chiedermi quando ho smesso di pormi domande, indagare su fatti e cercare risposte senza dare per buono ciò che mi propinano e continuano a propinare.Questo è un romanzo che non deve mancare nelle librerie di nessuno.

Per concludere, vi segnalo che a dicembre è sbarcato al cinema il film incentrato sulla figura di Alan Milne, si intitola “Goodbye Christopher Robin” e vale la pena recuperarlo.

May the Force be with you!
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