Let’s talk about: Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

I lunedì proprio non li capisco, ma poco importa perchè oggi si parla di una delle edizioni più belle che abbia mai visto, ovvero quella della trilogia più che completa in cinque parti di Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. 

Data di uscita: 19 Febbraio

Acquistalo subito: Guida galattica per gli autostoppisti

Editore: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Traduzione: P. L. Gaspa e L. Serra
Genere: Fantascienza

Prezzo: € 25,00
Pagine: 1100

Guida galattica per gli autostoppisti. Trilogia più che completa in cinque parti
La Terra sta per essere distrutta per lasciare il posto a una gigantesca circonvallazione iperspaziale. Che fare? Da qui prendono il via le stravaganti vicende di Arthur Dent e Ford Prefect, surreali e irriverenti viaggiatori della Galassia. La “trilogia più che completa in cinque parti” di Adams è il capolavoro dell’umorismo britannico di fine millenio, un libro di culto che ha insegnato a milioni di lettori nel modo che non serve farsi prendere dal panico, perché la risposta c’è… ed è 42.

Dalla fucina di Mondadori, dove vengono raffinate le scaglie di drago, arriva a noi la trilogia più che completa in cinque parti di Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams, edizione biforcuta, dove dall’altra parte c’è la “Guida terrestre per i lettori di Guida Galattica per gli autostoppisti”, “Niente Panico”, firmata da Neil Gaiman. È senza ombra di dubbio un’edizione da non lasciarsi sfuggire, sia per chi già conosce il ciclo di Adams e che per chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta.

Pensata come una vera e propria guida questo volume dalle dimensioni colossali è uno degli oggetti indispensabili del classico autostoppista-lettore che nel suo pratico bagaglio, una sorta di TARDIS tascabile, oltre all’asciugamano, ha uno spazio riservato per questo drago, da consultare più e più volte per poter rivivere l’improbabile viaggio di Arthur Dent e Ford Prefect nei meandri della galassia. E si sa che alla fine del percorso se l’autostoppista-lettore avrà, oltre alla sua guida, anche il suo asciugamano può considerarsi un vero frugo.

Per chi avesse ancora dei dubbi, Niente Panico, c’è Neil Gaiman a rassicurare i futuri autostoppisti-lettori con la sua personale guida terrestre che, oltre a raccontare un po’ l’opera madre, si concentra sulla figura di chi l’ha concepita, alternando curiosità a citazioni dello stesso autore, creando così uno spazio confortevole in cui l’asciugamano, strumento essenziale per l’autostoppista-lettore, può essere usato come coperta, e se sul tavolino c’è anche del buon tè fumante o per i più audaci del caffè nero come una notte senza luna, beh direi che il paradiso esiste… in una forma lievemente distorta ma non per questo meno confortevole. Quindi la risposta è 42, volevo dire sì, è assolutamente un volume da acquistare.

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Ora il mio compito è più difficile. Raccontare Guida galattica per gli autostoppisti o meglio le cinque parti che compongono la gigantesca trilogia in poche parole è arduo. Per cui partirò dalle origini, da quel lontano 1971 quando Douglas Adams viaggiava insieme alla sua copia consumata della Hitch Hiker’s Guide to Europe di Ken Walsh e ubriaco marcio su un prato di Innsbruck ebbe un’epifania, anzi è più corretto dire che avvertì quella sensazione che la precede, quando dopo alcune disavventure causate per lo più dalla barriera linguistica ebbe un piccolo assaggio di quanto sia difficile comunicare senza gli strumenti adatti a farlo. Tuttavia, sotto un cielo stellato, un cielo così bello dove i pensieri riaffiorano, l’idea di una guida galattica per autostoppisti diventa un modo per evadere, la consapevolezza che qualcosa del genere può diventare un progetto concreto e lo dimostra il fatto che nonostante all’inizio nessuno fosse interessato poco a poco qualcosa si smuove. Mentre Adams era intento a perfezionare la sua storia, migliorando le sue idee iniziali e trovando un modo per sviluppare la trama e caratterizzare al meglio i personaggi, la sua idea surreale diventa un programma radiofonico. 

Alle dieci e mezzo di sera di mercoledì 8 marzo del 1978 su Radio 4 della BBC andò in onda il primo episodio. A differenza di quello che pensava Adams qualcuno lo ascoltò il programma e non dovette aspettare molto affinché alcuni editori si interessassero al suo materiale. Alternando il suo lavoro come sceneggiatore escrittore per il Doctor Who, nel 1979 venne pubblicato finalmente “Guida galattica per gli autostoppisti”, diventando un best seller acclamato, che ha aperto la strada a una serie di opere derivate, come serie tv o film. Il che ci porta qui, al nostro drago guida, che contiene la rielaborazione di quelle trasmissioni radiofoniche ampliate e divenuti il grande ciclo che compongono l’opera.

La trilogia più che completa in cinque parti si compone infatti di “Guida galattica per autostoppisti”, “Ristorante al termine dell’Universo”, “La vita, l’Universo e Tutto Quanto”, “Addio, e grazie per tutto il pesce”, “Praticamente innocuo” e un breve racconto che conclude il ciclo intitolato “Sicuro, sicurissimo, perfettamente sicuro”. Tutto comincia con la demolizione di una casa per fare spazio a un’autostrada. Quella di cui parliamo però non è una casa qualsiasi o meglio lo è, una delle tante, di un tipo qualunque, uno dai problemi esistenziali. Il suo nome è Arthur Dent e sebbene la sua esistenza sia insignificante per noi diventa il fulcro attorno al quale oscilla l’interno universo. Solo che lui non lo sa. Il suo problema più grande è la demolizione della sua casa, l’unico luogo in cui si sente a posto perchè in tutti gli altri c’è sempre qualcuno che è meno mediocre di lui.

Quando comincia il suo assurdo viaggio con Ford Prefect, un ricercatore itinerante del famigerato libro “Guida galattica per gli autostoppisti”, uno dei maggiori successi delle grandi case editrici dell’Orsa Minore, che gli insegna la nobile arte degli autostop spaziali, ogni cosa diventa piccola, soprattutto quando per costruire un’autostrada intergalattica i vogon hanno già pianificato la distruzione della Terra, il minuscolo sassolino nell’Universo che ne ostacola i lavori. Si ritrova così a viaggiare a bordo di una nave rubata da Zaphod Beeblebrox, insieme a Ford, Marvin, un androide frustato e Trillian. In una rocambolesca avventura caotica che, salto dopo salto, ci porta alla scoperta di un macrocosmo vasto dove annoiarsi è impossibile, l’impossibile diventa reale.

Quello che Adams racconta è una storia che per quanto assurda porta un uomo qualunque a scoprire se stesso nel modo peggiore di tutti, perdendo la sua zona sicura, la sua casa. Sebbene la perdita spesso porti una persona a fermarsi, a paralizzarsi e non andare più avanti, lui è costretto ad aprire la mente a niente poco di meno che l’Universo, il che porta l’autostoppista-lettore a riflettere sul modo nel quale si affrontano i problemi, così come sul rapporto con la tecnologia e sull’umanità stessa. 

Con ironia e vere parodie sul comportamento umano Adams ci catapulta in una storia che assomiglia un po’ ad un’insalata mista, dove si può trovare di tutto un po’ e stranamente tutti gli ingredienti stanno bene assieme, anche se a volte può sembrare che alcuni non c’entrino niente con gli altri e sebbene a tratti possa sembrare confuso l’andamento della storia per il numero di personaggi e le piccole digressioni in realtà ci si rende conto che un po’ come la casa di Arthur Dent non bisogna solo guardare il singolo, ma l’insieme, come parte del tutto che armonizza alla perfezione il suo racconto.  

Guida galattica per gli autostoppisti è un viaggio senza meta alla ricerca di qualcosa di cui si conosce la risposta ma non la domanda ed è qui che l’impossibile lascia il posto all’improbabile.

“In molte delle civiltà meno ingessate del Margine Esterno Est della Galassia, la Guida galattica per gli autostoppisti ha già soppiantato la grande Enciclopedia Galattica, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutta la scienza, perché nonostante presenti molte lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più prosaica Enciclopedia. Uno, costa un po’ meno; due, ha stampate in copertina, in grandi e rassicuranti caratteri, le parole NIENTE PANICO.”

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Oscar Vault per la copia omaggio.

 

 

 

 

May the Force be with you!
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