«Ma come hai potuto… Ai giorni nostri. […] In fin dei conti, ci sono metodi… La pillola, la spirale, il preservativo, la…»
«Non avevo l’intenzione di… di… di… E poi è successo, ecco come.»
«Che cosa facciamo?»
«Non parlare al plurale, sono io, io che dovrò fare qualcosa.»
Acquistalo subito: La figlia del dottor Baudoin
Editore: CameloZampa
Collana: Le Spore
Data di uscita: Ottobre 2017
Prezzo: € 15,90
Pagine: 208
ISBN: 9788899842079
“Perchè aveva mentito? Un riflesso. Suo padre avrebbe deciso al posto suo e lei non voleva. Spettava a lei decidere. Decidere? L’idea le tolse il respiro. Non avrebbe mai potuto prendere una decisione. Con lei, sarebbe stato sempre un sì ma no, no ma sì. E l’altro, lì, dentro la pancia, aveva già deciso. Voleva crescere.”
Oggi parliamo di un romanzo destinato ai giovani adulti, si tratta de “La figlia del dottor Baudoin” di Marie-Aude Murail, pubblicato da CameloZampa nella loro collana Le spore.
Ci sono romanzi che nella loro semplicità riescono a trattare tematiche importanti senza darle per scontato, mostrando come spesso ci si ritrovi dinnanzi allo stesso bivio senza sapere che direzione prendere e se la scelta effettuata è quella giusta o se ci sta inesorabilmente dirigendo verso quel passo falso che ci farà rimpiangere gran parte della nostra vita.
La famiglia Baudoin potrebbe essere quella di qualunque altro, ma se si guarda con attenzione è possibile intravedere le crepe che ci sono al loro interno, partendo dagli stessi genitori, che nel corso della storia si mostreranno agli occhi della figlia Violaine per come sono realmente e non per l’immagine dietro la quale si nascondono.
Il dottor Baudoin è un dottore rispettato, ma dietro la sua fama da bravo medico si nasconde un uomo che ha scelto di fare della sua professione un pesante fardello, che lo spinge a non curarsi più della salute dei suoi pazienti, trascurandoli e lasciandoli in balìa di prescrizioni inutili e di medicinali che al posto di curare peggiorano soltanto la loro condizione.
Non c’è da stupirsi se Vianney Chasseloup, il suo socio alle prime armi, lentamente si è insinuato nella vita dei pazienti di Baudoin, dedicandosi a loro con passione e dedizione e guadagnandosi in tutto e per tutto la loro attenzione e il loro affetto. Agli occhi del più vecchio questa è una presa di posizione da parte del più inesperto e una mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma quello che il vecchio fondatore non comprende è che non è Chasseloup a rubare i pazienti, sono questi ultimi a scegliere di rivolgersi a lui perché si sentono finalmente ascoltati e soprattutto vengono aiutati.
E poi c’è lei, la figlia del dottor Baudoin, Violaine, una ragazzina di diciassette anni che per ironia della sorte resta incinta dopo la sua prima volta. Violaine Baudoin si ritrova a dover scegliere se tenere il bambino oppure abortire. Una scelta che lì per lì sembra facile, ma che una volta ponderata diventa difficile, dopotutto è una decisione che ti cambia la vita.
“Annie amava il posto che si era scelta, relegata in fondo a quell’ospedale. Le sembrava di essere l’ago della bilancia con cui donne di ogni età e condizione venivano a pesare i pro e i contro delle loro decisioni.”
Marie-Aude Murail tocca un argomento delicato come l’aborto, scegliendo come portavoce l’intrepida Violaine. Perché intrepida? Ci vuole coraggio per assumersi la responsabilità ma ancora di più per prendere una decisione così rischiosa quanto difficile. Una gravidanza non è un problema che si risolve con uno schiocco di dita, così come riempire di pillole un paziente in maniera sconsiderata non giova di certo alla sua salute.
In questo senso Baudoin è costretto a toccare il fondo per rendersi conto di ciò che stava accadendo al suo ambulatorio e lo stesso vale per sua figlia, che nella disperazione si aggrappa alla sua scelta, una decisione soltanto sua e che i suoi genitori devono rispettare, mostrandosi molto più adulta degli anni che porta.
La scelta di abortire, come ho già detto, non è affatto semplice e anche quando ci si assume la responsabilità di proseguire la gravidanza si rischia di ferire col tempo il figlio che viene al mondo. Come nel caso di Chasseloup, figlio non voluto, cresciuto da un nonno burbero che lo detestava e che per sfogarsi lo usava come sacco da boxe, ma come ben sappiamo ci sono moltissime storie di figli non desiderati e maltrattati che hanno dovuto sorbirsi l’odio dei genitori, seppur non espresso, nascosto nello sguardo ed è questo che fa più male, suppongo.
Un tema così delicato viene argomentato con delicatezza, ma in maniera concreta dall’autrice, che non dimentica di descrivere i particolari crudi di questo genere di situazione, infatti, un romanzo come questo assume quasi un valore didattico per coloro che si trovano in una situazione simile a quella dei protagonisti.
Allo stesso tempo la Murail dà spazio all’amicizia, servendosi di Adelaide e di Violaine, legate da anni, che nel momento del bisogno sono lì l’una per l’altra. Quel genere di rapporto è unico, indispensabile per un essere umano e non soltanto nei momenti difficili e ci parla anche di famiglie, alcune più “difettose” di altre, spingendo colui che legge ad entrare in empatia con i suoi personaggi, alle loro storie e alla loro routine.
“La figlia del dottor Baudoin” è un romanzo che fa il suo dovere, come dovrebbe fare ogni buon young adult, aiutando chi ha bisogno di capire a prendere una decisione o semplicemente a far maturare un pensiero proprio su tematiche anche lontane dalla propria esperienza. Lo si potrebbe definire un romanzo di formazione ma non è solo questo, è da vedersi anche come il salvagente durante la tempesta di problemi, che è l’adolescenza, in grado di guidare il lettore in un “porto sicuro”.