Let’s talk about: La prigionera del ghiaccio e della neve di Ruth Lauren

L’illustrazione di Carlo Salvato del Pacificatore Rurik
Sasha fa passare metà della sua coperta tra le sbarre, per coprirmi, ma io non riesco più a concentrarmi sul presente. Non mi sono mai sentita così stanca in tutta la mia vita e in questo momento dubito che sarei in grado anche solo di pronunciare il mio nome, se me lo chiedessero. A un tratto, smette di nevicare e spuntano di nuovo le stelle. È l’ultima cosa che vedo, mentre mi addormento, stringendo le mani di mia sorella.

Pagine: 320

Acquistalo subito: La prigionera del ghiaccio e della neve

Editore: De Agostini
Data di uscita: 5 Dicembre

Prezzo: € 14,90
Pagine: 320

In un mondo di ghiaccio dove la pace tra i regni è costata un caro prezzo, la tredicenne Valor desidera solo farsi catturare e finire in prigione. Essere arrestata è infatti l’unico modo per salvare la sorella gemella Sasha, incastrata per il furto del carillon che rappresenta la pace tra i popoli. Su di lei ora pende una condanna a morte e Valor non intende abbandonarla. Ma è solo quando entrambe si trovano rinchiuse nella fortezza più sicura e blindata al mondo che la ragazza comprende quanto grave sia la situazione. Perché nessuno è mai uscito vivo dalla prigione di Demidova. Nessuno è mai evaso. Valor però non intende arrendersi, e con l’aiuto di Sasha e dei loro improbabili compagni di prigione scopre una verità spaventosa. Una verità che rischia di distruggere per sempre tutto ciò che conosce.

 

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Per un attimo rimango sconcertata nel vedere che fuori è buio… ma è naturale che le ore siano passate, mentre la mia vita cambiava per sempre. Adesso non si torna più indietro.

Nuovo romanzo, nuova avventura. Questa volta è in tema con il freddo polare artico che mi sta congelando le dita mentre scrivo la recensione. Si tratta de “La prigioniera del ghiaccio e della neve” di Ruth Lauren in uscita il 5 dicembre per DeA. Preparatevi perché l’inverno è appena arrivato.

Non c’è niente che non si farebbe per la famiglia. Le persone vanno e vengono, ma quando si è realmente nei guai è dalla famiglia che si torna, l’unica in grado di accoglierci anche quando sbagliamo e nonostante sia spesso difficile mettere da parte l’orgoglio è rassicurante sapere di non essere soli.

Nel mondo creato da Ruth Lauren la famiglia è il fulcro attorno al quale ruota ogni cosa e la sua giovane protagonista è disposta anche a morire pur di salvare la sorella gemella Sasha.

Valor Raisayevna a soli tredici anni ha compreso che per avere giustizia bisogna sporgersi e guardare fino in fondo all’abisso per riuscire a riprendersi Sasha, ingiustamente processata e rinchiusa a Tyur’ma. Per questa ragione tenta disperatamente di finire a Tyur’ma, una prigione minorile di massima sicurezza, dove i Pacificatori, i carcerieri, obbligano giovani ragazzi a fare lavori forzati.

Fuggire da quel posto è impossibile, coloro che ci hanno provato hanno fatto una bruttissima fine, ma Valor è determinata ad entrare nel covo della bestia e portare via Sasha per poter ricominciare altrove.

Ha calcolato tutto nei minimi dettagli. Una freccia scoccata al momento giusto e che sfiora appena il principe Anatol è quel genere di azione che le serve per poter essere arrestata. Il vero problema dei piani perfetti è che non lo sono mai, non fraintendetemi, la ragazzina riesce ad ottenere ciò che vuole, ma si porta dietro un danno collaterale, insieme a lei viene arrestato un ladruncolo da quattro soldi, Feliks.

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Una volta andavo fiera del mio nome; ora mi si stringe lo stomaco solo a pronunciarlo.

Tyur’ma non è come se la aspettava. Circondata da neve, la prigione, appare come un inferno di ghiaccio dove si sentono soltanto i rumori dei prigionieri che svolgono i compiti a loro affidati dai Pacificatori. Quello che accompagna Valor e Feliks si chiama Rurik, una figura agghiacciante che non si fa scrupoli a calcare la mano, se necessario.

Il suo primo giorno da prigioniera comincia nel peggiore dei modi. Non essendo più il mondo che conosceva là fuori abituarsi a questa nuova routine non è facile, ci sono meccanismi da comprendere e schemi da seguire. Ogni volta che ragiona come una persona qualunque, Valor, mette in pericolo il suo soggiorno in prigione. La punizione per disubbidire a un ordine è spiacevole e non ricade soltanto su di lei, ma anche su tutti gli altri prigionieri del blocco.

Per sopravvivere bisogna adattarsi il più in fretta possibile alle leggi della natura. Agire da predatori e mai lasciarsi schiacciare come prede, Valor lo impara sulla sua stessa pelle, ma sono quegli insegnamenti a permetterle di proseguire con il suo piano di fuga.

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I Pacificatori si avvicinano per scortarmi, ma le mie gambe non rispondono. Sono come due blocchi di ghiaccio e ho la sensazione che, se le muoverò, andranno in frantumi come il mio cuore.

La prigione è un posto intricato da insidie e da compiti pesanti da svolgere. Lavorare in miniera per estrarre la malachite, lavare una tonnellata di panni in lavanderia o assicurarsi che gli edifici di ghiaccio siano sempre in ottimo stato, sono solo alcune delle mansioni che un prigioniero deve eseguire.

È dura per chiunque. Molti dei presenti sono ancora minorenni, ma ciò nonostante la loro grinta non si è mai spenta ed è soltanto così che sono riusciti a farcela fino a quel momento.

Valor diviene consapevole della sua forza solo quando incrocia lo sguardo della sua gemella, circondata da Mani Nere, altri carcerieri, che non la perdono di vista. Il loro incontro diventa fondamentale per avere qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che le permetta di mettere fine alla loro prigionia.

Nonostante l’aspetto trasandata e sciupato, Sasha, sorride ancora. Riesce a trovare un filo di speranza in sua sorella e costruire così la sua personale via di fuga.

È ironica la vita, a volte. Dentro la prigione, Valor, comincia a capire che sua sorella è stata vittima di un triste scherzo del destino, incastrata da una figura al di sopra di tutti loro. Ma è dura dimostrare che non è stata Sasha a rubare il prezioso carillon della famiglia reale, soprattutto quando tutte le prove e testimonianze vedono lei come la colpevole.

Valor si prende anche queste responsabilità: quella di dimostrare l’innocenza di sua sorella e riuscire nel suo piano di fuga. Scoprirà solamente in prigione che non è sola, ad accompagnarla ci saranno altri personaggi interessanti, come Feliks, un ragazzo gentile e Katia, che da nemica diviene una grande alleata.

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Mentre urlo a perdifiato, provo un altro tipo di gelo in fondo al cuore. Quel genere di gelo che mi dice che non ha senso desiderare la mamma, perchè lei non potrebbe fare niente.

Ruth Lauren mi ha travolta dentro un fantasy intrigante e carico di azione, non c’era un capitolo piatto, ognuno era arricchito da tensione e suspense ed è anche questo il motivo per il quale l’ho divorato rapidamente.

Lo stile dell’autrice si sposa con questo genere di romanzo, che come ben sapete non è mai facile da scrivere, bisogna riuscire ad intrigare il lettore senza mai annoiarlo e allo stesso tempo saper creare qualcosa che lasci a bocca aperta.

La protagonista, Valor, è una ragazzina con le palle (scusate il termine). Ha fegato da vendere e non le importa di rischiare la sua stessa vita, per sua sorella è disposta a tutto. Questo suo modo di essere la porta anche a mettersi nei guai, ma è sveglia e impara in fretta, sa come correggere il tiro e ripartire da dove è rimasta. È incredibile che abbia soltanto tredici anni e sia così caparbia e temeraria.

Amo i fantasy che mi lasciano qualcosa e “La prigioniera del ghiaccio e della neve” mi ha lasciato tanto, voglia di scoprire cosa ci sarà nel futuro di Valor, ma anche che l’amore è potente, non parlo del genere di sentimento convenzionale, ma quello fraterno. Siamo in grado di fare grandi cose per qualcuno quando lo amiamo incondizionatamente, anche la paura inizia a scomparire di fronte all’idea di poter perdere una persona a noi cara.

Perché vale la pena leggerlo? Sicuramente per la protagonista, per il worldbuiling che si cela dietro la prigione e per i Pacificatori, che io ho trovato veramente affascinanti, non a caso ho chiesto a Carlo di disegnarmene uno.

DeA segna un altro punto a favore dei lettori.

May the Force be with you!
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