Mare di Libri: Due chiacchiere con Leonardo Patrignani

Un felice esemplare di scrittore, pronto a presentare il suo romanzo a una curiosa folla di giovani.

In occasione di Mare di Libri ho avuto il piacere di chiacchierare con l’autore, insieme ai miei partner in crime, Carlo di The Room Tales e Sara di Bookspedia. Ringrazio la casa editrice per questa grandissima opportunità e ovviamente Patrignani per essersi reso disponibile al nostro “interrogatorio”.

IL ROMANZO

Prezzo: € 14,90

Acquistalo subito: Time Deal

Julian ha diciassette anni e vive con la sorellina Sara nella periferia industriale di Aurora, una metropoli soffocata dall’inquinamento e devastata dalle malattie, in cui l’aspettativa di vita è scesa drasticamente negli ultimi anni. Fino all’arrivo del Time Deal, un farmaco in grado di arrestare l’invecchiamento cellulare.
Nessuno ne conosce gli effetti collaterali, solo qualcuno immagina quali possano essere le conseguenze morali e sociali di questo farmaco. Ben presto, la città si spacca in due: da una parte chi insegue ciecamente il sogno della vita eterna, dall’altra chi invece si rifiuta di manipolare la propria esistenza e preferisce invecchiare secondo natura.
Julian è tra questi ultimi. Ma la sua ragazza Aileen non ha avuto scelta: figlia di un noto avvocato, che finanzia da sempre la casa farmaceutica del Time Deal, è stata sottoposta al trattamento. Finché qualcosa va storto. Aileen inizia ad accusare disturbi della memoria, e poi sparisce nel nulla. Julian però è disposto a tutto pur di ritrovarla. E a far luce sugli effetti collaterali del Time Deal.

A tu per tu con Leonardo Patrignani

La vita eterna è un concetto a cui l’umanità è abituata. Dal mito di Gilgamesh alla fonte dell’eterna giovinezza, in molti si sono cimentati in quest’ardua impresa. Avere l’immortalità sembra essere la meta da raggiungere, lo step massimo per il quale si è pronti a morire. Per Leonardo Patrignani essere immortali significa essere disposti a tutto, anche al rischio di smarrire noi stessi, la propria identità. 

 Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera da scrittore?

Heh! “Spinto ad intraprendere la carriera” sembra un ragionamento a tavolino e invece purtroppo, o per fortuna, nasce proprio da dentro e quindi niente mi ha spinto. Sono nato con la macchina da scrivere giocattolo, per cui fin da piccolo scrivevo raccontini, fumetti… Io purtroppo non so disegnare, però mi piacerebbe ripescarli per vedere i cavalli che facevo. Ogni tanto facevo dei western, però era un po’ un essere predisposto geneticamente alla narrazione, sono nato così e alla fine ho scritto per forza di cose.

Com’è nata l’idea di Time Deal?

Time Deal è nato da una curiosità che ho io verso nuove scoperte, ipotesi scientifiche, mediche, attuali ma proiettate nel futuro, molto moderne. Quindi ipotesi accattivanti che possono fungere poi da stimolo per avere un’espediente narrativo intrigante attorno al quale costruire la storia. Lì mi sono imbattuto in quel periodo nelle nano tecnologie, quindi ho studiato come un pazzo perché dovevo capire come funzionavano. Ho dovuto sorbirmi qualche saggio, documentari e interviste, ho intervistato un paio di medici e ho capito che si poteva costruire una storia attorno ad un farmaco, che ho ideato, ma non è poi neanche così originale come uno può pensare, potrebbe essere il domani della medicina, in teoria. Quindi le ipotesi ci sono, sono abbastanza attuali, però si parla di una sorta di futuro e per la storia mi serviva una civiltà chiusa su se stessa, senza contatti con l’esterno e con una mentalità delle persone che la abitano molto ristretta. Quindi chi nasce in Aurora conosce solo Aurora e vive solo ad Aurora, quindi il mondo finisce lì.

Per quanto riguarda i personaggi, Aileen e Julian, i nuovi Romeo e Giulietta del futuro, com’è nata l’idea di questi personaggi?

Per quanto riguarda Julian avevo bisogno di un personaggio che avesse un fortissimo sistema di valori, infatti lui ha la sorellina di cui è tutore, quindi ha un senso di protezione elevatissimo nei suoi confronti.
Ha un carico di responsabilità sulle spalle, perché non avendo più i genitori deve lavorare lui altrimenti in casa non si mangia e poi lavorare in Aurora vuol dire farsi un discreto mazzo, per cui mi serviva un ragazzo di questo tipo, fermo sulle proprie idee, che difficilmente cambia opinione, che però conserva comunque una sorta di ottimismo che deriva da ciò che gli hanno insegnato i suoi genitori e sa che la cosa più importante è portare il cibo a casa, far mangiare sua sorella. Una persona con questa visione della vita il Time Deal non lo prenderà mai, è una persona che rispetta la natura dell’uomo e l’invecchiamento secondo natura e quindi non vuole modificare questa sua essenza. Vive bene il periodo in cui è sulla Terra e rispetta quello che gli è stato dato.

Dall’altra parte Aileen la pensa come Julian riguardo al Time Deal, ma la sua condizione familiare le impone di fare diversamente. Come dicevamo prima, non essendo ambientato ad.. Hong Kong, per esempio, dove se non ti piace questo sistema te ne vai a Tokyo o a Londra, qui questo non si può fare e quindi ti trovi in quella situazione in cui la tua famiglia ti impone un certo tipo di Dogma ed è una sorta di setta a cui appartieni, quindi o fai così o sei fuori dalla famiglia, ma qui essere fuori dalla famiglia significa andare nelle periferie di aurora dove non c’è niente e vivere di stenti, per cui lei è costretta a sottoporsi alla terapia. Fra l’altro a quindici anni qui non hai nemmeno tutto questo potere decisionale a casa tua, figuriamoci ad Aurora con i tuoi genitori che sono rappresentanti legali della TD Pharm.

Se tu vivessi ad Aurora prenderesti il Time Deal?

Gli darei un po’ di anni di rodaggio, ma probabilmente si, perché fondamentalmente io sono dalla parte del progresso scientifico di solito, ed è una cosa che mi fa abbastanza ridere il fatto che io abbia scritto un libro in cui l’antagonista sia una casa farmaceutica, perché io di solito sono a favore delle case farmaceutiche e non sono per niente un complottista, la mia visione della medicina e della scienza è molto positiva.
Ovviamente in un racconto si va a romanzare il lato oscuro di questa grande scoperta che nelle mani delle persone sbagliate può portare ad una brutta fine. Tant’è vero che nel libro non è il farmaco il problema, ma è l’uso che se ne fa che lo diventa. Probabilmente se fosse stato scoperto oggi, nel nostro mondo, sarebbero andate diversamente le cose, ma in un luogo chiuso è tutta un’altra partita.

Qual è il messaggio che volevi trasmettere con il romanzo?

Che non si scherza con la natura. (risata) No, beh, il messaggio che volevo trasmettere in questo romanzo è racchiuso in una citazione che si trova verso due terzi della storia e che è “Gli uomini muoiono, gli ideali sopravvivono”. Questo è più o meno il tema del libro. La spinta al sacrificio che fai di solito è data dal tuo credo e dai tuoi valori, per cui come abbiamo visto agiscono un po’ tutti in questo modo. Tutti fanno qualcosa per seguire un ideale, soprattutto Julian che resta fermo nelle sue convinzioni e persegue obiettivi alti.

Se il libro diventasse un film, quale sarebbe il tuo dream cast?

(Risata) Lo sapevo! Dunque qui ci sarebbe la risposta facile e quella difficile, io ovviamente vado per la difficile.
Quella facile sarebbe lo dirige Nolan ed è la risposta facile perché io sono un adoratore a livelli religiosi di Christopher Nolan, ma magari lo dirigesse lui! Sapete a chi lo potrei far dirigere? (Risatina) Sembro la Warner che chiama “Ehi, pronto Brad, come va?” (Risate generali) Però credo che lo farei girare a Ron Howard, il regista di Cocoon, che ha un’ambientazione molto simile a quella di Time Deal. Questo per quanto riguarda la regia.
Per i protagonisti, Clay di Tredici, Dylan Minnette, per Julian mentre per Aileen… Melissa Benoist. Invece mi piacerebbe un vecchio caratterista per il ruolo di Coven tipo Michael Douglas o Jeremy Irons, ancora meglio! … figo il nome Jeremy Irons… Jeremy… Irons… A Douglas facciamo fare il capo della TD Pharm, capelli all’indietro. E questo film ci è costato già 200 milioni di dollari e neanche abbiamo iniziato a girare.
Invece una terza risposta è che sarebbe figo fare una serie tv di Netflix invece che un film, in quanto Aurora ha una back story e un mondo mitologico abbastanza ampio che si prestano molto bene ad essere sviluppate in una serie di episodi.

Ci sarà un seguito?

Il tipo di storia ovviamente si presta ad un seguito, perché il finale ha uno spiraglio più che aperto, però ho cercato di scrivere il romanzo in maniera che si potesse godere lo sviluppo classico in tre atti. Per cui uno se lo può godere tranquillamente, poi è chiaro che rimangono dei punti di domanda e delle curiosità perché è normale, ma forse sarebbero rimaste comunque anche avendo l’idea di un autoconclusivo di sicuro. Per cui c’è uno spiraglio, ma dipenderà dal mercato, anche perché è giusto così. Se il pubblico vuole veramente un seguito te lo dimostra prendendo il romanzo, leggendolo, amandolo, consigliandolo a quel punto non glielo si può negare.

Descrivi Time Deal in cinque parole!

Lotta per l’affermazione dell’identità.

Per coloro che non l’hanno ancora letto, perché comprare il romanzo?

Mi hai messo in difficoltà… non riesco a farmi l’auto spot… però… posso rispondere…. Perché no?

Ti piace la copertina del romanzo?

Si, devo dire che mi piace moltissimo e anche il logo è venuto molto bene, soprattutto è molto migliore della precedente che aveva riscontrato un parere molto negativo da parte dei librai. In questa invece la clessidra rovesciata richiama l’infinito della vita eterna e simboleggia il tempo immobile, quindi direi che è molto azzeccata. Anche il colore blu mi piace molto e ho notato che risalta molto anche il libreria, quindi la ritengo azzeccatissima, ne sono molto soddisfatto.

  ***

Ringraziamo ancora una volta l’autore e DeA per averci offerto questa succulenta opportunità e ci auguriamo che l’intervista vi sia piaciuta. Se voleste rivolgere qualche domanda a Patrignani, vi ricordo che oggi, alle 15.00, andrà in onda la diretta sulla pagina facebook della casa editrice.

 

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