Music Monday: Il mortale immortale di Mary Shelley

Il protagonista del music monday di oggi è  “Il mortale immortaledi Mary Shelley tradotto da Giulia Pesavento e pubblicato da Leone Editore.

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È un lunedì malinconico. Sulle note suggestive di Nocturnal Daydream di Franz Gordon oggi parliamo di un racconto del 1833 firmato da Mary Shelley, riportato alla nostra attenzione da Leone Editore nella sua collana “Gemme” con testo originale a fronte. Una distesa di bianco viene contaminata da due silohuette nere e dal rosso che mette in risalto un titolo peculiare come The Mortal Immortal, l’ossimoro per eccellenza. 

Questo libricino così sottile racchiude al suo interno una storia tumultuosa, parliamo di un sentimento crescente che spinge il protagonista a raccontare una verità apparentemente celata che ha finito per divorare la sua intera esistenza. Winzy, il giovane allievo dell’alchimista Cornelius Agrippa, ha due certezze nella vita: di essere innamorato della sua amica d’infanzia Bertha e di non riuscire a scappare da un sentimento tanto intenso quanto lacerante. È disposto a qualunque cosa pur di avere il pieno controllo su ciò che prova, spinto al limite dalla stessa Bertha che si diverte a torturarlo mostrandosi in compagnia di altri adulatori pur di vedere Winzy in preda alla gelosia.

Descrivere il rapporto tra Winzy e Bertha non è semplice, è corrosivo eppure Winzy non è in grado di rinunciarvi e così la nostra storia prende una piega decisamente inaspettata quando, dinnanzi a una boccetta in grado di “curarlo” dall’amore, finisce per diventarne ancora più schiavo con degli effetti collaterali fuori dal comune, come diventare a tutti gli effetti immortale. Il suo maestro lo aveva dissuaso dal bere l’intruglio ma guidato da un sentimento impetuoso Winzy finisce per compiere un passo falso, uno che lo allontana dalla vita mortale ma lo avvicina stranamente alla donna tanto desiderata.

“Un marinaio senza timone o senza bussola in preda a un mare in tempesta; Un viaggiatore perso in una vastissima brughiera, senza punti di riferimento, nemmeno un masso, a guidarlo: mi sentivo così. Ero più perso, più disperato che mai. Solo una nave in avvicinamento o un barlume proveniente da qualche riparo lontano può salvarli; Ma io non ho alcun faro, se non la speranza della morte.”

Di amori spinti oltre ogni limite e di sentimenti travolgenti che ne conseguono, Mary Shelley risulta ancora oggi una voce unica, basti pensare alle riflessioni introspettive della bestia o nel caso di Winzy a ciò che prova e lo consuma, come si sente risulta vivido in chi legge, apre uno squarcio all’interno dell’animo umano e al tempo stesso ne sottolinea il lato più cupo, che nel caso di Winzy e Bertha è un sentimento d’amore che divora ogni logica, che pur di far vivere ai due amanti un momento di beatitudine è capace di sovvertire le regole stesse del tempo: così come Bertha invecchia e il suo viso viene solcato dalle rughe al tempo stesso Winzy sembra quasi non subire l’effetto dello scorrere del tempo.

Quella di Mary Shelley è una narrazione fortemente romantica, grottesca e al tempo stesso riesce a far battere il cuore quasi come se fosse la prima volta.

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

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