Music Monday: La paura in agguato di Howard Phillips Lovecraft

Il protagonista del music monday di oggi è  “La paura in agguatodi Howard Phillips Lovecraft tradotto da Giorgia Mattavelli e pubblicato da Leone Editore.

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Come state, lettori? La bolla calda e accogliente che ci ha avvolti durante le giornate appena trascorse è bruscamente scoppiata dall’arrivo del giorno più detestabile di tutti: il lunedì. Possiamo pensare a questa giornata come la quiete prima della tempesta e mai accompagnamento musicale è stato più azzeccato, Meltin Waltz di Abel Korzeniowski è un brano perfetto per questo lunedì grigio e frenetico, che sembra presagire un temporale in arrivo, d’altronde fa parte della colonna sonora di Penny Dreadful, serie televisiva di cui mi piacerebbe parlarvi un giorno.

Tenetevi pronti, quello di oggi è un libricino tetro, partorito dalla penna inconfondibile di Howard Phillips Lovecraft, scrittore statunitense, volto familiare anche nella nostra piccola stamberga. Originariamente il racconto venne scritto nel 1922 e pubblicato a puntate sul Home Brew nel 1923, nel 1928 fu Weird Tales a pubblicare il racconto per intero, ma immaginate l’attesa al tempo, ogni piccola parte di cui si compone il testo lascia quel senso di angoscia e curiosità.

Composto da quattro parti questo piccolo orrore su carta racconta la peculiare storia di un’indagine a Tempest Mountain, dove si dice che una vecchia villa sia l’epicentro di una catastrofe senza precedenti, di un’entità capace di dilaniare qualunque cosa incontri il suo cammino.

Nessuno sa quale sia il suo scopo, ma le dicerie riconducono ai Martense, odiati dalla società per l’eterocromia che li caratterizzava e forse responsabili della morte di Jan Martense, il primo ad entrare nell’esercito e allontanarsi dalla vecchia dimora. Al suo ritorno si mormora che avesse trovato come segno di benvenuto l’odio della sua famiglia, la sua infatti è l’unica tomba anonima vicino alla villa e da quel momento la storia dei Martense è diventata una leggenda distorta di generazione in generazione, una sorta di ammonimento per tenersi alla larga da quel luogo. 

L’orrore, come ci viene descritto, va oltre la nostra comprensione, infatti nessuno è in grado di descriverlo, neppure l’autore stesso. Della paura in agguato, infatti, si riescono solo a descrivere le sue grida così intense da raggiungere un livello successivo di terrore stesso. Non c’è logica che riesca a spiegare l’orrore, ma avvicinandosi all’epicentro è come se la ragione facesse a pugni con la follia. 

“Quali parole potrebbero descrivere la scena di un uomo sperduto nelle viscere della terra, che procede a tentoni, si contorce, ansima, si arrampica in modo folle attorcigliandosi nella terra di immemorabile oscurità, senza un’idea del tempo, della sicurezza, della direzione presa o dell’obiettivo finale? C’è qualcosa di orribile in tutto ciò, ma è quello che feci.”

Di orrori e tormenti raccontati da una voce pazzesca come quella di Lovecraft, così angoscianti da avvertire il senso di disagio e stupore che prova chi racconta, qualcosa che si allontana completamente dalla logica per come la conosciamo e introduce un nuovo ingrediente disorientante, un orrore senza confini capace di provocare stragi. Il tutto nasce da un mistero così fitto che per riuscire a dissiparlo bisogna agire di persona, esplorare fino in fondo ogni minuscolo indizio a discapito della sanità mentale. Ciò che vive il protagonista è una situazione dilaniante, la sua paura diventa la nostra quasi come se bucasse la quarta parete ed è per questo motivo che lo consiglio a chiunque abbia voglia di provare più di un brivido.

L’edizione protagonista di oggi presenta il testo originale a fronte, un modo per permettere a chi conosce l’autore di assaggiare la matrice originale confrontandola con una nuova traduzione. Che siate lettori di passaggio, lettori abituali, ciò che non deve mancare nella vostra libreria è una raccolta di Lovecraft, leggere per credere.

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

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