Oltre Mare di Libri: Intervista a Eugenia Galli e Tommaso Galvani

Qualche giorno fa vi ho parlato di “Poesie per ragazze di grazia e di fuoco”, antologia pubblicata da Rizzoli e tradotta da Eugenia Galli e Tommaso Galvani. In occasione di Mare di Libri, grazie soprattutto alla casa editrice, io e Carlo abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare con i due traduttori.

Pagine: 215

Acquistalo subito: Poesie per ragazze di grazia e di fuoco

Editore: Rizzoli
A cura di: Karen Finneyfrock, Mindy Nettifee, Rachel McKibbens

Età: Dai 12 anni
Data di uscita: 12 Giugno
Prezzo: € 17,00

“Forse una volta sei stata ragazza. Forse sei una ragazza proprio adesso. O forse conosci una ragazza o qualcuna che lo è stata, e le vuoi bene. Se hai preso in mano questo libro, sai perfettamente che per le ragazze l’adolescenza è un periodo speciale: le metaforiche selve oscure attraverso cui ognuna di loro deve camminare. Non possiamo controllare il mondo che le ragazze abiteranno e contribuiranno a creare. Ma se potessimo regalar loro un incantesimo da tenere in tasca, sarebbe il coraggio. Invece che una spada, ecco qui un libro. Dentro vi abbiamo raccolto poesie che ti shockeranno e ti faranno ridere, poesie che piangeranno e soffriranno insieme a te; poesie che ti ispireranno, e ti daranno quel che ti serve per affrontare la vita con grazia e fegato. Sono le poesie che avremmo voluto avere quando eravamo più giovani.”a.

Il lavoro di un traduttore non è per niente facile. Non basta conoscere la lingua per riuscire a trasporre l’essenza di un romanzo, ci sono tantissime variabili che un traduttore calcola prima di cominciare a trasporre dalla lingua originale alla nostra. Bisogna entrare nei panni di un autore fino a quando non diventano la seconda pelle del traduttore, solo allora ne viene fuori l’essenza di un’opera letteraria.

Nella nostra chiacchierata con Eugenia (E) e Tommaso (T) è emerso proprio questo, com’è vestire i panni da traduttore e… lo scoprirete leggendo l’intervista.

  • Come funziona il processo di traduzione?

T: È difficilissimo. Prima devi capire quello che c’è scritto, capirlo bene, cioè devi non solo capire i significati delle parole e delle frasi, ma anche in che registro linguistico si esprime in quel momento l’autore che stai traducendo, quali significati sottintesi ha inserito nel testo, se sta citando altri autori o se sta usando un determinato tipo di ritmo. Vale anche per la prosa, ma nella poesia è chiaramente più evidente. Bisogna anche capire qual è il colore che assumono le parole in quel momento. Questa è tutta la comprensione che c’è alla base della traduzione. Ognuno ha le sue teorie sulla traduzione, secondo me bisogna cercare di produrre un effetto equivalente nella lingua di arrivo, se non ci sono determinate espressioni simili in italiano ricrearne altre somiglianti o crearne di nuove, dipende dal caso, è difficilissimo da teorizzare così su due piedi. Nel caso della poesia se c’è una strofa particolarmente veloce in inglese che ha una combinazione di parole molto complessa devi cercare di riproporla in maniera simile in italiano, anche sacrificando la corrispondenza precisa della parola a vantaggio della corrispondenza nel senso e nello stile.

 

E: Per quanto mi riguarda, a livello teorico sono d’accordo con Tommaso. Nella pratica io leggo e rileggo più e più volte, tassativamente ad alta voce, finché quel testo, il suo ritmo e quello stile non diventano un po’ miei, ma questo vale per la traduzione della poesia. Quando mi dedico effettivamente alla traduzione quella lettura pregressa mi mette in condizione di calarmi nei panni dell’autore come se stessi scrivendo una mia poesia. In quello stato di grazia in cui le parole che arrivano non mi confondono non devo per forza fare una traduzione letterale, ma avendo compreso il significato di ogni parola e di ogni frase e avendolo fatto mio posso tradurre un pochino più liberamente.

 

  • Quest’antologia è un’inno all’adolescenza e non solo, c’è una poesia che vi ha particolarmente colpito?

E: Tra quelle che ho tradotto io mi sono piaciute in particolar modo “1943”, “Una fede come la tua”, “Amethyst Rockstar” e “Parti Intime”. Ce ne sono diverse che sono molto belle, elencarle tutte è impossibile.

T: Per me, “Canto il mio corpo elettrico”, invece tra quelle che ho tradotto, c’è “Incendi di foresta” e “Il nutrizionista”.

E: Quando abbiamo letto il libro per la prima volta in inglese in bozza e ci siamo messi a tradurle avevamo già individuato quelle che ci avevano colpito.

T: Abbiamo deciso di dividerci il lavoro e man mano che traducevamo le poesie l’uno revisionava il lavoro dell’altra con molta attenzione, curando ogni minimo dettaglio e prestando particolare cura ad eventuali refusi o incomprensioni. C’erano poesie che riuscivo a tradurre in un giorno, altre invece a cui dovevo dedicare più tempo.

E: In linea di massima se dovessimo sommare tutto il tempo che abbiamo speso per tradurre quest’antologia possiamo dire che ci è voluto più tempo a revisionarla che a tradurla. Se parliamo della traduzione vera e propria possiamo dire che ci abbiamo impiegato due mesi, se includiamo le revisioni anche più di tre.

 

  • È la prima volta che vi cimentate nella traduzione di poesie? Se, sì, com’è stato questo percorso?

Prima ancora che potessimo rivolgere loro la domanda, Eugenia ha involontariamente risposto alla nostra curiosità.

E: Tommaso aveva già avuto un’esperienza di traduzione, per me questa è la prima volta. Chiaramente per conto mio avevo già tradotto altre cose, però nessuno le aveva mai lette.  

 

  • Qual è secondo voi il motivo che dovrebbe spingere a leggere “Poesie per ragazze di grazia e di fuoco”?

E: Il motivo per cui la consiglierei ad una ragazza è semplicemente che se io avessi avuto un libro così quando avevo quindici anni avrei visto che ci sono molte altre persone che hanno avuto un’esperienza simile alla mia. Ci sono dei momenti in cui sei una ragazzina insicura, un po’ come lo ero io e mi sentivo come se non ci fosse nessuno che potesse capire il mio stato d’animo, invece ho letto alcune poesie in cui ho rivisto me stessa da ragazzina, quasi come se parlassero di me.

T: Io da traduttore maschio ho avuto dei momenti in cui mi sono chiesto se in situazioni come quelle descritte nelle poesie ci si sente davvero così nei panni di una ragazza, se quelle sensazioni riportate nelle poesie sono simili a quelle che hanno provato per davvero. Leggerlo in una poesia lo ha fatto diventare più reale rispetto a ciò che pensavo prima.

 

  • Eugenia, tu sei più una ragazza di grazia o di fuoco?

T: Eeeeh, io sono una ragazza di grazia (risate).

E: Io sono sempre stata una ragazza di fuoco, poi poco alla volta sono diventata anche una ragazza di grazia, però il mio istinto è ardente.  

T: Io sono una ragazza di grazia.

C: Perchè?

T: Perchè sono grazioso.

Per questa intervista è tutto, mentre ve la sto trascrivendo mi sto preparando per andare al reading serale nel cortile della biblioteca, dove i due traduttori ci leggeranno alcune poesie tratte da questa raccolta. È buio. Dubito che riuscirò a scattare qualche foto, ma ci proverò.

Leggerete la nostra chiacchierata domani, nel giorno del mio compleanno, mentre mi starò godendo il mio giorno speciale facendo ciò che più amo.

“Non c’è altro livido come quel livido
che la solitudine ti calcia nella schiena
quindi lascia che ti racconti che ci sono giorni
in cui il mondo sembra danzare nelle strade, mentre tu
ti abbatti come le porte dei loro editifi saccheggiati.”
– Il Nutrizionista di Andrea Gibson

 

 

 

May the Force be with you!
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