#proiettilidicarta: In debito con la morte di Ida Sassi

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Oggi parliamo anche di “In debito con la morte” di Ida Sassi, un romanzo che si gusta come una tazza di caffè bollente, un mix di aromi dove si finisce per apprezzare ogni singola sfumatura.

Acquistalo subito: In debito con la morte

Editore: Leone Editore
Collana: Mistéria
Genere: Thriller
Pagine: 416
Prezzo: € 13,90

Il vicequestore Guido Valenti riceve uno strano incarico. L’avvocato Andrea Mantovani, un uomo all’apparenza irreprensibile, è stato trovato morto in un fosso ai margini della strada. L’indagine si è conclusa con un nulla di fatto, ma la vedova Evelina, usando l’influenza della sua famiglia, si è opposta all’archiviazione e ha ottenuto che il caso fosse affidato proprio a Guido. Il vicequestore si accorge subito che qualcosa non torna: le indagini sono state condotte in fretta e in modo superficiale, come se qualcuno, dietro le quinte, avesse voluto insabbiare tutta la vicenda. Ma perché? E, soprattutto, chi? Forse Evelina, che non sta raccontando tutta la verità? O qualcuno della sua famiglia, come il presuntuoso fratello Eugenio o la sfuggente governante Jelena? Presto, Guido scoprirà che la morte di Andrea Mantovani s’intreccia con altri delitti, oscure storie di crudeltà. Ancora una volta, il vicequestore dovrà lottare contro l’oblio, per ridare voce e giustizia agli scomparsi del passato.

Ho immaginato questo romanzo come uno specchio frantumato. Ogni singolo pezzo infatti riflette immagini differenti e nessuno si rende realmente conto di quello che in realtà stanno raccontando. È affascinante immaginare questi frammenti sparpagliati in lungo e in largo in attesa di essere trovati, studiati e finalmente decifrati. Al vicequestore Guido Valenti spetta l’arduo compito di mettersi alla ricerca di ogni pezzo, non rendendosi conto di essere al tempo stesso egli stesso una chiave di lettura della stessa indagine su cui è stato messo a capo.

Il mio primo incontro con Guido Valenti è intenso, lo trovo a fare i conti con un vuoto interiore che lo sta in un certo senso logorando, un insieme di cambiamenti che lo portano ad affrontare questioni irrisolte, a mettere un punto finale al vecchio capitolo della sua vita, anche se annaspa, d’altronde come biasimarlo i rapporti con la sua ex moglie si fanno sempre più tesi e bisogna fare i conti con il fatto che a rimetterci sarà la loro figlia. Sebbene per la sua ex moglie voltare pagina sia stato necessario per non cadere dentro un buco nero, per Guido è difficile elaborare tutto ciò che sta vivendo, cerca disperatamente di trovare nella compagnia di una donna qualcosa che non sa neanche lui stesso di aver bisogno.

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Nel momento stesso in cui la sua vita è in bilico viene messo a capo delle indagini sulla morte di Andrea Mantovani, noto avvocato e marito di Evelina Lafranchi ed è qui che la storia prende una piega inaspettata. Viene scelto infatti dalla stessa vedova come punto di riferimento per fare chiarezza sulla morte del marito perché il suo cognome le garantisce abbastanza potere per forzare l’iter burocratico o forse semplicemente la vedova sa che il vicequestore non lascerà nulla al caso, scaverà così a fondo da tirare fuori tutta la matassa che si nasconde dietro la morte dell’avvocato.

Per questo motivo ho immaginato uno specchio in frantumi perché riassumere la complessità del caso di Mantovani non è semplice, non quando bisogna non solo inquadrare il soggetto, ma inglobare tutto il resto che non viene detto, le verità amare che viene scoprire il vicequestore grazie anche al suo istinto e alla forza di Isabella, compagna fidata e confidente, la sola in grado di decifrare la tempesta che alberga nel suo cuore. È uno scrigno Valenti e il caso Mantovani la sua matrioska, involucro dopo involucro si rende conto che l’avvocato era solo la punta dell’iceberg di una storia che affonda le sue radici nel passato. Vittime e carnefici trovano così la propria dimensione in un gioco di luci ed ombre che denota la bravura di una penna pungente ed emotiva come quella di Ida Sassi.

I personaggi sono delineati con maestria, ma il fascino risiede nei loro pensieri, l’autrice non si sofferma solo alla sfumatura oscura ma approfondisce anche quella psicologica. Li vediamo infatti muoversi, inciampare e nascondersi dietro un velo, una sorta di scudo che cade nel momento in cui la chiave di lettura viene inserita nella serratura giusta. Guido Valenti è quella chiave, una di quelle forse un po’ logore ma che non smettono di affascinare. Tormentano dai suoi incubi, dalle sue emozioni e dalle sue intuizioni è un caos dentro ma perfettamente a fuoco e analitico fuori, emerge ogni singola sfumatura del suo essere e dei conflitti che lo pervadono, rendendolo a tutti gli effetti un vicequestore da ricordare e la sua indagine un piacere per la mente.

In debito con la morte è un libro fatto di contrasti e verità celate, realtà così dolorose da aver bisogno di qualcuno come Guido Valenti, uno dei pochi ad avere una corazza così spessa da mantenere la calma e analizzare ogni prospettiva da un punto di vista unico, senza lasciarsi del tutto depistare dalle finte briciole lasciate lungo il percorso per arrivare al cuore del frammento, uno apparentemente innocuo che mostra un’immagine ben precisa, cela anni di sofferenza e al tempo stesso si rivela essere la bussola che conduce verso il successivo e quello successivo ancora, permettendo così al vicequestore di vedere il quadro generale, di collegare ogni singola immagine a una storia amara e terrificante, che ha visto cadere sotto la rabbia e l’angoscia tasselli del domino.

«Chiudere gli occhi nel buio, lasciarsi andare al sonno, all’oblio. Ci vuole coraggio per abbandonarsi, per affidarsi al sonno che è una specie di morte, un passaggio. Addormentarsi è quasi morire, si chiudono gli occhi tra le braccia dei gemelli. È l’ultima cosa che pensa. Finalmente dorme».

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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