Il protagonista del music monday di oggi è “Quando arriva il Natale” di Andrew Klavan, pubblicato da Leone Editore e tradotto da Eleonora Carlotta Gallo.

Buongiorno, lettori! Pronti a ricominciare? Io no. Questa mattina ad accogliermi ci sono stati il vento assassino e una pioggia incessante che mi hanno ricordato perché odio il lunedì. Disagi meteorologici a parte, torniamo al protagonista di oggi, una storia cruenta ambientata in un luogo da cartolina: Quando arriva il Natale di Andrew Klavan.
Benvenuti a Sweet Haven, un luogo fermo nel tempo, quasi come se fosse rimasto “congelato” dentro una palla di vetro con neve. Suggestivo, direte voi, per certi versi idilliaco, ma la quiete è destinata ad essere interrotta quando Cameron Winter viene chiamato a far luce su un terribile caso di omicidio che coinvolge il veterano Travis Blake. Per Victoria c’è qualcosa che non quadra. Travis non avrebbe mai fatto del male alla sua compagna, Jennifer, eppure ciò nonostante sembra essere l’unica a crederlo innocente ed è su questa convinzione che il nostro protagonista si ritrova a muovere i primi passi filtrando la vita di un veterano, un uomo consumato dalla vita, già condannato ancor prima di sentire la sua versione.

Una lunga scia di sangue macchia così il candore di Sweet Haven e sebbene Winter stia cercando di mettere insieme quello che sfugge alla polizia, nel farlo si ritroverà a camminare su una strada accidentata, che lo riporta al passato, a ciò che era stato un tempo.
Questo sembra essere un libro infestato da fantasmi, come quelle storie che si raccontano dinnanzi ai falò, senza però nessun tipo di “magia”. Ci solo gelo ed orrore a pervadere il lettore, la consapevolezza che scavando fino in fondo ad emergere è solo il lato più buio dell’essere umano.
L’oscurità è un elemento comune all’interno della prosa di Klavan, vista da prospettive diverse ma non per questo meno cruente. È come se ogni singolo personaggio che abita tra le pagine di “Quando arriva il Natale” venisse filtrato attraverso un microscopio per ingrandire quella zona d’ombra. Lo dimostra Winter, che nasconde un passato terrificante o la stessa vittima, Jennifer, uno dei tanti volti anonimi a Sweet Haven, ma alla sua morte il vaso di Pandora viene scoperchiato ed è solo questione di tempo prima che orrore e tragedia si facciano largo nell’immacolato quadretto.
Un piccolo e breve romanzo a tinte cupe racconta un viaggio tra passato e presente, seguendo gli echi di un quello che ormai è stato dimenticato e che giunge fino a noi come se fosse una novella piacevole, ma ascoltandola riversa su di noi tutta la sua oscurità, densa a tratti melmosa, che invade ogni traccia di innocenza, consumandola fino a renderla amara, reale. Come dicevo, non c’è alcuna traccia di magia, non c’è gioia negli occhi di chi osserva, si viene pervasi da quella freddezza e consapevolezza che poteva essere una piacevole storia natalizia, ma il suono distorto l’ha resa l’incubo di chi ne è rimasto intrappolato.
A volte l’attesa del Natale diventa tanto snervante come una goccia d’acqua che continua a cadere lungo un viso.
Alla prossima!

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.