Let’s talk about: Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen

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Oggi finalmente parliamo di un romanzo che mi incuriosiva già da un po’, si tratta di Isola di  Siri Ranva Hjelm Jacobsen, pubblicato per noi da Iperborea e tradotto da Maria Valeria D’avino.

Pagine: 216

Acquistalo subito: Isola

Editore: Iperborea
Collana: Narrativa
Nazione: Danimarca
Traduzione: Maria Valeria D’avino
Prezzo: € 17,00

Una giovane ragazza danese ha nostalgia di un’isola verde e impervia battuta dai venti del Nord, un’isola delle Faroe dove non ha mai vissuto ma che ha sempre sentito chiamare «casa», perché da lì emigrò la sua famiglia negli anni Trenta. Comincia così, dall’urgenza di riappropriarsi delle sue origini e di una cultura che ha ereditato ma non le appartiene, il suo viaggio di ritorno a Suðuroy, da cui nonno Fritz, pescatore dell’Artico, partì alla ricerca di un destino migliore, e nonna Marita, sognatrice irrequieta, fuggì verso il mondo e la modernità.

Un viaggio nella storia di una famiglia e di questo piccolo arcipelago sperduto nell’Atlantico, che è stato coinvolto nel secondo conflitto mondiale e nella guerra fredda e che ha lottato fieramente per una sua autonomia dalla Danimarca. Un viaggio nella memoria e nel mito che perdura in queste terre sospese nel tempo, tra le asprezze di una natura primigenia, dove ogni racconto di vita si colora di leggenda, dall’amore segreto tra Marita e Ragnar il Rosso, falegname filosofo e ribelle che chiama i gabbiani «i proletari del mare», alla roccia incantata nel giardino di zia Beate, che attira sciagure su chi prova a rimuoverla. 

Romanzo d’ispirazione autobiografica, scritto in una prosa poetica audace e distillata in immagini di rara forza evocativa, Isola è un canto d’amore alle Faroe e un racconto sulle ripercussioni intime dell’emigrazione, sul ruolo degli affetti e dei legami di sangue nell’identità di una persona, sul bisogno di radici o almeno di un’Itaca dell’anima, un posto che si possa chiamare casa.

 

Nessun’isola è un’isola. […] Alcune isole erano solo di passaggio. Venivano dal mare. Altre avevano una loro rotta, erano come uccelli migratori e ricomparivano sempre nello stesso luogo. Portavano con sè grandi ricchezze, cascate d’argento e branchi di maiali grassi, e i loro monti coperti di brughiere ardevano a tal punto nel sole della sera da far piangere gli uomini.

Una delle letture più suggestive di quest’anno è Isola, romanzo che è riuscito a immergermi completamente in una storia tanto intima quanto le proprie origini.   

Source: Pinterest

La casa è dove si trova il cuore, diceva Plinio il Vecchio, e per la nostra protagonista quel luogo è su una delle isole Faroe, tessuto dell’arcipelago danese, da dove sono emigrati i suoi parenti negli anni trenta.

Siri Ranva Hjelm Jacobsen racconta il bisogno quasi ossessivo di riscoprire le proprie radici, scavando a fondo su un’isola sperduta in mezzo all’oceano, la stessa che la protagonista ha sempre e solo immaginato come un’illusione su uno specchio, qualcosa che ha costruito nella sua mente attraverso le parole degli altri.

Alcuni di noi vivono ascoltando le memorie altrui, che siano quelle di un nonno o di uno zio o di qualunque altro parente e mentre tendiamo l’orecchio alle loro storie in qualche modo cerchiamo di mettere in scena un piccolo film immaginando luoghi, fatti e protagonisti. Con il passare del tempo i ricordi sbiadiscono e per quanto sia dettagliato un racconto non sarai mai come il poter vivere o toccare di persona, e seppur gli eventi non possono essere vissuti di nuovo si può tornare nei posti di quei racconti, cercando di ripercorrere i passi a ritroso e cercando di ricreare le sensazioni che ci sono state tramandate.

Uno degli aspetti positivi di partire alla ricerca delle sue origini è il poter vivere da protagonista e costruire nuove esperienze, riuscendo a comprendere quanto sia stato difficile sradicarsi da quel luogo, costringendosi a cercare un futuro altrove. E così, la famiglia della nostra protagonista guarda con occhi malinconici la propria terra, sentendosi subito parte di essa e allo stesso tempo completamente estranea.

Le isole più piccole possono nascere in una notte, e possono sparire in una notte. Sott’acqua, nel fondo del mare, tutte le terre emerse s’incontrano.

Source: Pinterest

C’è qualcosa di affascinante nelle Isole Faroe, quel qualcosa che avvolge con la sua nebbia tutto il grande nord, costellandolo di leggende, miti e racconti, che da secoli si tramandano da un narratore all’altro, senza mai morire e senza mai dimenticare l’origine di quella storia, di quell’isola. Un’isola non è mai soltanto un lembo di terra in mezzo all’oceano, ma un luogo in cui le vite e le esperienze vissute da tantissime persone si intrecciano e ne formano l’anima, donando a questo piccolo fazzoletto di terra un volto umano, una sua storia e perché no, tante altre da raccontare.

Un luogo non è fatto solo da sassi, terra e alberi, ma soprattutto di ricordi e storie, e chissà quei sassi, quella terra e quegli alberi quante ne hanno da raccontare, dai vichinghi alla guerra, dalla nascita di un bambino fino all’ultimo giaciglio di un anziano.

Così come le isole sono fatte di storie anche la nostra vita e la nostra anima non sono altro che l’intrecciarsi di questi racconti, formando dal nulla qualcosa di vivo e di tangibile che lascia il suo segno quando passa.

Sembra quasi ironico che per scrivere la parola isola basti solo una lettera, una O sbarrata, una piccola isola divisa da un lungo sentiero, che l’attraversa da un capo all’altro, e allo stesso tempo vista dall’alto rappresenta una storia che nasce, muore e ricomincia, come un cerchio della vita.

Source: Pinterest

In Siri Ranva Hjelm Jacobsen i colori esplodono e man mano che si espandono iniziano a perdere di consistenza, desaturandosi fino a diventare un’infinita scala di grigi. La sua prosa riecheggia potente fra le pagine del romanzo e attinge alle antiche canzoni dei bardi nordici, piene di leggende, misteri, e di storie di vita, una di quelle in cui gli eroi contano, ma non valgono niente senza una persona da difendere o un mostro da abbattere. L’autrice però si spinge oltre rendendo protagonisti oltre al luogo anche ai ricordi legati alle piccole cose, ai racconti dei nonni o semplicemente alle dicerie di paese.

Il viaggio che percorriamo insieme alla protagonista è ricco di emozioni e memorie, dallo sbocciare di un sentimento come l’amore alla quotidianità vissuta attraverso i ricordi, come la pesca o il semplice chiacchiericcio. Questo libro porta con sé i tratti di un romanzo autobiografico, donandoci degli stralci della vita dell’autrice, piccoli fili che uniscono i ricordi alla fantasia ed evidenziano l’importanza delle origini di una persona.

Isola è un viaggio a ritroso sulle orme del passato, un passo alla volta fino a ritrovare sé stessi alla fine di un percorso che va incontro alle proprie origini.

“Ora pensavo che il dolore si vede sulle labbra. Cambia la forma della bocca, se gli si permette di fissarsi.”

 

 

May the Force be with you!
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